Di mujeres empoderadas la scena musicale urbana latina ha da sempre fatto scuola, nonostante sia indubbiamente riconoscibile come ambiente a prevalenza maschile. Dagli anni Zero con la caballota Ivy Queen, all’attuale regina della trap en español Cardi B, reggaeton, dancehall, hip-hop sono generi ricchi di donne latine e/o di discendenza caraibica, che manifestano tramite la propria musica e il linguaggio del corpo, una nuova liberazione artistica e sessuale, non per forza esplicitamente politica, ma sempre più che condivisibile. Negli ultimi anni, come prolifico effetto del mainstream che assimila e rivende elementi della scena urbana latina, quest’ultima ha subito un’evoluzione in una realtà ancora più variegata. Ad esempio la cantante e tatuatrice cilena Tomasa Del Real ha coniato il termine neo perreo, una sorta di “reggaeton visionario” e declinato nei modi più disparati possibili.
Non si tratta più di una scena circoscritta geograficamente all’America Latina, ma si estende anche all’Europa, e un ruolo chiave lo gioca la Spagna. Non è una novità che gli spagnoli stiano subendo una fascinazione esemplare per il reggaeton e tutto ciò che ruota attorno ad esso: già l’anno scorso Spotify aveva comunicato ufficialmente che era il genere più ascoltato e seguito in tutto il paese. Tomasa, Ms Nina, La Favi sono solo alcune delle esponenti: il genere è ovviamente diversificato e non sono solo cantanti (donne) a farne parte, ma pure DJ e producer, spesso vicini alla comunità LGBTQ. La catalana Alba Farelo, in arte Bad Gyal, può essere ricondotta a questo immaginario pop che in tanti hanno associato a Internet, Tumblr, Instagram etc, stilisticamente più vicino alla dancehall, che alla trap.
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“Sto molto attenta a come mi esprimo a riguardo. Non ho mai detto di essere giamaicana, né mi sogno di ‘simularlo’ in qualche modo. Sono solo una grande fan del genere, lo ascolto da quando avevo 9 anni…” mi precisa Alba via mail. Ha vent’anni, e da due sta scuotendo la scena urbana barcellonese—e non—con la sua dancehall in spagnolo-catalano, ogni tanto pure inglese, che si affianca alla già affermata scena trap locale di PXXR GVNG/Mafia del Amor etc. Tutto è iniziato con la riuscitissima cover di “Work” di Rihanna, “Pai,” che in catalano significa appunto “soldi”. Da allora le cose per Alba si sono un po’ ingrandite: si è ritrovata a fare tour per Europa, America Latina e Stati Uniti, e la sua figura si è affermata nella nuova generazione di mujeres empoderadas di cui sopra. Non è un caso se in una vecchia intervista col magazine spagnolo Playground ci aveva tenuto a specificare che “muoveva il culo perché le piaceva, non perché i maschi glielo potessero guardare“.
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Noisey: È cambiato qualcosa nel modo in cui il pubblico medio in Spagna percepisce la tua musica in catalano, ora che è periodo di tensioni per via del referendum?
Bad Gyal: La mia musica cambia di significato solo se la espongo io stessa in modo diverso. Ho sempre specificato che ciò che faccio musicalmente non ha nulla a che vedere con la politica, né con le mie idee, sono tutti aspetti molto personali dell’individuo, quelli. Quello che posso dire è che sento un forte senso di divisione, proveniente da interessi che quelli in basso come noi non controllano.
Ho letto che dai una valenza prettamente artistica al ballo: “uscire a ballare è come andare in palestra, un momento di creazione di arte con il proprio corpo”. Mi è piaciuta molto come interpretazione.
Ballare è una delle cose che mi piace fare più al mondo, e mi gratifica molto. Il fatto di amarlo così tanto mi stimola a voler imparare sempre di più e a sforzarmi di ballare bene quando vado in discoteca, con la musica che mi piace. Credo sia cambiata la mentalità con cui ci si approccia al ballo perché è evidente che sta vendendo un sacco, ed è a tutti gli effetti una moda. Prima che lo fosse ballare ed esprimersi tramite il proprio corpo non era per niente visto di buon occhio, anzi ti rendeva una persona volgare. Sono molti anni che mi interesso alla cosa, e ho scoperto che era la mia passione da prima che diventasse così di tendenza, e mi cambia poco se diventa rilevante sotto altri punti di vista, e per altri tipi di persone. È una cosa che ho sempre fatto e che continuerò a fare, perché la amo troppo.
Trovo deleterio e ipocrita mettere in discussione il femminismo nell’arte di una donna che—come te—si riappropria del suo corpo/sessualità e lo usa come mezzo di espressione, così come tacciare di sessismo la maggior parte dei generi urbani latini, primo fra tutti il reggaeton. Che situazione c’è al momento in Spagna, con questa onda di hype per trap, reggaeton, dancehall, etc?
Negli ultimi anni in Spagna il mainstream si sta interessando a questo tipo di musica urbana. C’è molta differenza però tra il dire che ascolti dancehall nel 2017, o che lo ascoltavi nel 2013. Gli artisti che ho seguito di più crescendo, quelli che mi hanno influenzato di più, in quegli anni non trovavano spazio nel mainstream. Mi piace che ora in qualsiasi discoteca tu vada è normalissimo sentire pezzi di Charly Black, che per esempio ricordo di aver ascoltato e ballato un bel po’ di anni fa. La gente continua a saperne poco, del genere. La mettono nei club perché sennò non sono più fichi, ma se ci parli un attimo capisci subito che non hanno molta esperienza di ascolto, o background in quegli stili.
Com’è andato il tour in America Latina? Che rapporto hai avuto con la cominità latinx in Spagna finora?
Era la prima volta che andavo e devo dire che è stato molto diverso dal tour che abbiamo fatto questo inverno in Europa. La gente è molto più simile agli spagnoli, stessi modi di fare e vibe positiva, mi ha fatto sentire a casa.
Cosa trovi d’ispirazione ultimamente, che non abbia a che fare con la musica?
Mi influenza qualsiasi cosa, dai profili Instagram di unghie e trucchi strani, tipo v93oo, moda anni 2000, e grafica varia.
Come ti rapporti con le etichette “post-internet”, “tumblr” che spesso utilizzano per definire fenomeni musicali come il tuo e quello di molti altri, vedi il neo perreo?
Credo sia un bene che esistano. Ci danno l’opportunità di essere considerate sui social da marche e imprese che altrimenti non si sarebbero mai accorti di noi. Non tutte noi siamo o tantomeno vogliamo essere Chiara Ferragni :S
Quali musicisti latini—sia commerciali che non—ti piacciono di più al momento? C’è qualcuno con cui ti piacerebbe lavorare n giorno?
Sì, con Gotay o Delaghetto mi piacerebbe sicuramente fare un featuring. Diciamo che mi sono sempre piaciuti più artisti maschi, specie nel reggaeton, ma con lo stile di 7-10 anni fa. Prima dell’onda di latin trap. Amo Cardi B più per l’attitudine che per la musica, ma quelli che adoro davvero sono Jowell y Randy , Wisin y Yandel, PLan B, Arcangel e Bad Bunny. Questa è la musica che ascoltavamo tutti in Spagna tra i 12 e i 14 anni, e immagino ci sia rimasta dentro per sempre. Ozuna mi piaceva più prima, ma credo sia molto bravo e perfetto esponente del nuovo pop latino.
Dove abiti a Barcellona? Cosa ti piace di più del tuo quartiere? Ogni quanto torni nella tua città natale?
Vivo in un quartiere molto tranquillo di Barcellona, non centrale, ma molto carino. All’inizio avevo cercato in centro ma era troppo caro e ora sono molto grata di essermi sistemata un po’ fuori, ne ho bisogno. Lavoro molto, ma appena posso torno a Vilassar de Mar, dai miei 4 fratellini, dai miei e dalla mia amica Adriana che vive ancora là. <3
Che rapporto hai con la tua famiglia? In una vecchia intervista hai detto che all’inizio erano critici nei confronti di ciò che facevi, mentre ora sono più comprensivi e ti supportano.
Siamo una famiglia molto numerosa, ci siamo sempre detti tutto e ci siamo sempre aiutati molto tra di noi. Ho iniziato a fare musica in un periodo in cui ero molto persa, e i miei se ne accorgevano… penso abbiano anzi apprezzato che mi mettessi a cantare in modo serio. Adesso vedono che sto bene e sono felice, quindi mi appoggiano. I miei 4 fratelli piccoli lo stesso, si gasano tantissimo e mi dicono che me lo merito perché sono sempre stata un po’ diversa, e se all’inizio sembrava che non avrei mai concluso niente di positivo, adesso che mi faccio il culo sto finalmente ottenendo quello che voglio.
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