Cibo

Ho bevuto 5 giorni di fila per scoprire la migliore cura per l’hangover

Sto trangugiando acqua in preda al panico nella mia stanza d’albergo a New Orleans. Le storie che ho sentito dai partecipanti al Tales of Cocktails hanno fomentato la mia paura della disidratazione.

Per chi non lo sapesse , Tales of Cocktail è il principale festival dedicato ai cocktail al mondo, e si dirama su 5 giorni in cui è possibile ascoltare seminari sui percorsi formativi legati all’alcol, partecipare a degustazioni e persino far festa a scopi professionali. A seconda dell’interlocutore, però, questo festival viene rispettivamente come “leggendario” o “malfamato”, fondamentalmente per via dei litri di alcol che scorrono a fiumi sotto il sole estivo di una paludosa Louisiana.

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Un’altra nottata al Tales of the Cocktail. Foto per gentile concessione di Jennifer Mitchell Photography.

Io ho quindi deciso di parteciparvi per quattro giorni, nella speranza di scoprire se i professionisti dell’alcol siano a conoscenza o meno dei segreti migliori per curare il dopo sbornia. In caso affermativo, li scoverò a usarli durante questa settimana trascorsa a New Orleans.

Primo giorno

Qui ci sono un’afa e un calore terribili. Il termometro segna 29°C e il tasso di umidità è del 75%. Ma chi è che ha scelto questo periodo per un simile festival? Satana in persona? Mi faccio un po’ un giro sui social e in bacheca scorgo già post di persone che parlano di acquistare Pedialyte. Stando a quanto dichiarato dal sito del Pedialyte, “il Pedialyte® non è una cura per la sbornia, però può aiutare reidratare il corpo dopo l’assunzione di qualche cocktail.

Esperti del settore come Marshall Seyler si affidano ciecamente al Pedialyte per appagare i bisogni del dopo sbronza. E sempre Seyler, barista del celebre Civil Liberties di Toronto, lo possiamo trovare in una farmacia già a partire dal primo giorno di Tales of Cocktail. Cosa ci sarà ai sulla sua lista della spesa? “Una cassa d’acqua, un carrello intero pieno di Pedialyte, due casse di Miller High Life e una stecca di sigarette,” mi rivela.

Seyler è solito unire il Pedialyte con l’alcol che beve. Prepara appositamente dei cubetti di ghiaccio al Pedialyte alla fragola e kiwi da poter lasciare poi in ammollo nel suo Pinot Grigio. “Il Pinot Gigio con kiwi e fragola è così dannatamente buono. E puoi dire addio al post-sbornia. C’è anche una seconda opzione. Devi prendere il Pedialyte insapore, metterlo nel Bloody Mary in sostituzione al sale e tabasco cosicché tu riesca a ubriacarti mentre gli elettroliti di idratano.”

Anche Camper English, veterano del festival (è alla sua dodicesima partecipazione!), originario di San Francisco e giornalista specializzato in liquori, fa scorta di elettroliti prima del Tales of Cocktail. “Io prendo le tavolette effervescenti Nuun. Sono fantastiche. Le prendo se la mattina mi sento un po’ fiacco. È una sorta di Gatorade in pastiglia.”

La notte sta per calare. Mi recherò a Bourbon Street con un mio amico per vedere un po’ che aria tiri e mangiare un buon po’ boy, un sandwich tipico della Louisiana.

Ecco, quel giretto innocente è stato solo l’inizio di un tour per bar durato fino alle 6 di mattina. Non è così che ci si dovrebbe preparare al Tales of Cocktail.

Secondo giorno

Prevedibilmente, trascinarmi giù dal letto alle 9 di mattina per partecipare al primo seminario si è rivelata un’impresa ardua. Mi sento come si sentirebbe un bidone della pattumiera e non penso che alcuna quantità di elettroliti possa salvarmi. Così mi preparo un caffè, un panino con uova strapazzate e procedo a passo svelto verso il seminario.

Grondante di sudore, mi ritrovo quindi a seguire una lezione dal titolo “Hey tu, Scotch. Dov’e la mia età dichiarata?” Di norma non sono un grosso fan dello Scotch alle 10 della mattina, ma per oggi posso fare un’eccezione abbracciando a pieno titolo il metodo dell’alcol come cura per il post-sbornia. Al seminario comunque apprendo che “più vecchio” non necessariamente è sinonimo di “qualità migliore” nel glorioso mondo dei whisky, e anche che i professionisti degli alcolici sono dei fissati.

“Quando non mi sento al meglio la mattina, dopo una serata passata a bere cicchetti di Scotch, allora quello che faccio è alzarmi dal letto per andare in palestra. Stare lì a crogiolarsi non è un’opzione,” mi spiega un rappresentante dello Scotch.

Al Tales c’è sempre un’occasione per bere. Foto per gentile concessione di Jennifer Mitchell Photography.

La sola idea di darsi all’attività fisica in post-sbornia mi sembra da pazzi. Io procedo quindi a dirigermi faticosamente verso una sala di degustazione rivestita muri in agave, dove posso rifocillarmi con dei miseri avanzi di formaggio. Al prossimo seminario la direttrice della brand advocacy della William Grant & Sons, Charlotte Voisey, terrò una presentazione su tutto quello che c’è da sapere sulle ciliegie (tipo che ce ne sono 120 varietà. e chi poteva saperlo?).

Voisey è alla sua undicesima partecipazione al Tales of Cocktail. Lei invece si affida all’acqua di cocco, alla kombucha, al cibo altamente nutriente e all’attività fisica come cura ai contraccolpi dell’alcol. Mi racconta che “gli esercizi mattutini rappresentano una grossa parte della mia routine. Se proprio devo sudare ed espellere le tossine, tanto vale farlo subito!”

Dopo questo seminario io e il mio muso lungo ce ne torniamo in camera per schiacciare un lunghissimo pisolino, che mi farà svegliare nel bel mezzo della sera. Dopo cena mi preparo per il party “Love Suprime” della William Grant & Sons. Questo tipo di eventi permette alle compagnie che producono alcolici di promuovere il proprio brand a chi fra gli alcolici passa molto tempo. La Sailor Jerry Rum, per esempio, offre anche tatuaggi gratuiti. La Hendrick Gin, invece, ha questa sorta di decorazione gigante steam punk azionata da un tizio che ci pedala sopra.

Dal ‘Love Supreme’ party. Foto per gentile concessione di Jennifer Mitchell Photography.

Ed eccoci qui, fra giovani uomini e donne nel fiore dei propri giorni a girovagare per la sponda del fiume Mississippi. Non è squallido come pensassi. Di bevitori zombie ce n’è pochi, tutti gli altri si contengono piuttosto bene considerata la situazione.

“Penso che [il Tales] stia cambiando. È strano a dirsi, ma penso che la gente quest’anno si sia comportando un po’ meglio,” mi rivela la rappresentate Martini Roberta Mariani. È il suo anno al Tales, un evento che gestisce con moderazione. “Penso che il miglior consiglio io possa dare sia quello di prendersi cura di sé. Non è necessario ubriacarsi fino al limite qui al Tales of Cocktail.”

Dopo il party c’è un after party, e dopo quello ci sono ancora altri alcolici. Io mi trovo all’Erin Rose, un Irish Pub famoso per i suoi Irish Coffee. Lì incrocio Shawn Cantley, comproprietario de The Silver Dollar a Louisville. Ovviamente gli chiedo qualche dritta per il Tales.

“Io personalmente cerco di bere un sacco d’acqua ed evitare i chicchetti, sebbene non si di direbbe visto che me ne sono appena sparato uno. Ah, e cerco di bere solo birre ‘session’. Di quelle ne bevo un sacco. Mi sono appena fatto una Modelo con acqua.”

Per quanto riguarda i postumi, invece, la parola chiave è ‘menudo’. “Secondo me la cura migliore ai postumi della sbronza è la zuppa menudo. Che però a New Orleans non troverai. Al massimo trovi una zuppa pho.”

Finisco la serata con una Miller High Life e me ne vado a dormire con I primi raggi dell’alba. Ciao, sono il mio peggior nemico.

Terzo giorno

Grazie a Dio, il terzo giorno posso dormire fino a tardi. Ingerisco un po’ di Pedialyte tagliato nell’acqua e mi accingo a trascinare le mie ossa stanche alla palestra dell’hotel. Se i baristi e i rappresentanti ce la fanno ad allenarsi nonostante il dolore, allora posso riuscirci pure io. O almeno me la racconto po’.

Ok, l’allenamento va malissimo.

Vi spiego. La sensazione è quella di una punteruola da ghiaccio battuta incessantemente sulle mie tempie mentre, in un qualche medo, cerco di barattare la mia miseria per degli squat. Inizio pure a sollevare qualche peso sperando il mal di testa cessi le sue urla di terrore, ma non funziona. Trovo così conforto sull’ellittica, proseguendo per 20 minuti di cardio fallimentare.

Dopo aver sudato un po’ devo ammettere di sentirmi meglio. Basterà altrettanto poco, però, per sentirmi peggio. In ordine: vari eventi di brand activation e del buon cibo casereccio del sud.

La notte del terzo giorno è dedicata all’evento Neon Tide di Bacardi. Dire sia sfarzoso e pazzesco è poco. Chiedo un po’ in giro alla gente quanto possa costare un party del genere, e ottengo risposte che stimano $600000 dollari di minimo, e due milioni di dollari di massimo. Ci sono persino i trampolieri qua, tutti impegnati a camminare a passo pesante per questo magazzino decorato a tema giungla. Ci abbuffiamo così di granite alcoliche e di tazze piene di Cazadores fino a chiusura.

Non smettiamo di bere nemmeno dopo. Anzi, troviamo altro da trincare fino alle 5 del mattino.

Apprendo di essere una vecchia ciabatta incapace di imparare trucchetti utili e divertenti.

Quarto giorno

Datemi più Pedialyte, più caffè e più alcolici. Devo in qualche modo presentarmi al seminario sullo Scotch alle 10 di mattina, che poi si è rivelato un dibattito. Mentre il pubblico assaporava diverse tipologie di Scotch, i rappresentanti delle varie marche si prendevano a male parole schernendosi a vicenda per dentature marce, poche visualizzazioni su YouTube, e pratiche poco ortodosse per la preparazione di whisky.

Per rimanere in tema Scotch, decido di fare un salto al party organizzato dal Mezcal El Silencio. Mi ritrovo a un’ambientazione vagamente BDSM in cui si possono sorseggiare Negroni Mezcal, intascare preservativi gratis e ritornare a casa con qualche tatuaggio gratis.

Foto dell’autore. Dentro alla Suite SIlencio.

Raggiungo la brand director de El Silencio, Natalia Garcia Bourke, che è a oggi sopravvissuta a 5 Tales of Cocktail. Mi racconta di come sia riuscita a sopravvivere a tutti grazie ai consigli dei suo mentori.

“Erano tutti irremovibilmente certi di una cosa: al Tales ci si può divertire senza devastarsi.” Per quanto riguarda le sbornie, Bourke mi rivela il suo trucchetto. “Mia mamma mi dice sempre di usare l’espediente dell’alcol post-sbornia. Basta tenersi un pochino di quello che si beve la sera e assaporarlo poi appena svegli. Io ovviamente mi tengo un po’ di mezcal. Una michelada nel pomeriggio è una bella botta di vita.”

Un tizio spaventoso alla Suite Silencio. D Photo by Joshua Brasted.

Qualche bicchiere di mezcal dopo, mi ritrovo ad ascoltare i consigli di Cole Rapkin, barista del Birds & Bees. “Una tazza di caffè, un bicchiere d’acqua, uno di succo d’arancia e via! Fumarsi un bong aiuta ugualmente,” mi rivela. “Non per fare lo zozzone, ma anche un po’ di sesso può servire.”

Qui all’evento Rapkin non è l’unico a invocare cure carnali. “Due sono le cose che hanno sempre funzionato per me. La prima è avere rapporti sessuali con chiunque io torni a casa la sera prima,” accenna Kyle Reutner del Manulele Distller’s. “La seconda è un taglio di capelli. Proprio così, un taglio di capelli. Entri dal parrucchiere, ti fai fare un massaggino alla testa, ti tagli i capelli e il dopo sbornia è passato. Tutto il resto sono solo cavolate.”

Me ne ritorno all’hotel per un altro tentativo di allenamento sotto sbornia. Un rappresentante di una marca di whiskey che ho incontrato ieri notte si sta cimentando nella stessa pratica. Ci scambiamo un po’ di convenevoli e io inizio a darci dentro con i sit-up. E guarda un po’, scricchiolio dopo scricchiolio mi sento meglio.

Con il calar del sole mi fermo all’evento tenuto dal Fernet-Branca in un vecchio teatro dell’opera dove, fortunatamente, stanno servendo muffulette siciliane per aiutarci ad assorbire tutto l’alcol che necessita di essere assorbito. Qui trovo il rappresentante del Fernet-Branca, Nicola Olianas, e ovviamente mi fermo a chiedergli come si prepari ai giorni di bevute al Tales.

“Per prima cosa c’è da dire che io preferisca sempre bere roba di qualità. Il mattino dopo una bella bevuta lo inizio all’italiana. Quello che faccio, e non importa in quale angolo sperduto della Terra io mi ritrovi, è bere un piccolissimo goccio di Fernet-Branca. Il suo retrogusto amaro, unito alle erbe medicinali, fornisce al corpo tutto quello di cui ha bisogno per cacciare via la sbornia. E così puoi iniziare la tua giornata.”

Olianas mi ricorda anche le qualità del Fernet, fra cui spicca il basso contenuto di zuccheri. Ironicamente, però, subisce l’attrazione degli stessi quando si tratta di pasto da postumi della sbronza.

“Da buon italiano, la mattina è per il cappuccino e la brioches. In Silia per esempio, d’estate, la brioches la farciamo con il gelato. È pazzesca. Consiglierei a tutti di provarla. Qui a New Orleans mi sto abbuffando di ottimi dolcetti alla cannella.”

Diageo, una compagnia che si è portata a casa 15 miliardi di incassi lo scorso anno, è la protagonista dell’evento di questa sera. Snoop Dog ha prestato il suo volto per pubblicizzare il gin Tanqueray della Diageo nel 2016 e oggi si esibirà per loro alla Dogg House.

Fuori della sede incrocio il ristoratore Med Abrous, il cui bar The Spare Room a Los Angeles è tappezzato di premi prestigiosi come i Tales Spirited Awards®. Mi racconta di non aver ancora trovato una buona cura per il post-sbornia ma che, per sentirsi meglio, beve un po’ di acqua al cocco prima di andare a dormire. Vanta però un consiglio interessante appreso dall’industria del vino.

“Qualsiasi sommelier o viticoltore potrà confermarti che se bilanci i litri di vino con quelli d’acqua, sei a posto. E loro lo sanno perché alla fine devono bere vino tutto il giorno. Per quanto mi riguarda io non lo faccio regolarmente!”

Finita l’esibizione di Snoop, procedo a uscire dalla Dogg House per continuare a trincare altrove. È venerdì sera è a Bourbon Street c’è il pandemonio. Dopotutto è la via della movida di New Orleans, ed piena di chi ama fare baldoria. Penso di non riuscire nemmeno a contare quante feste di addio al nubilato e celibato ci siano.

Sono talmente consumato dalla maratona alcolica degli ultimi giorni, che non riesco nemmeno a fingere entusiasmo quando un tizio mi porge le tipiche collane di perline per i festeggiamenti del Mardi Gras. Scappo verso l’Absinthe House riuscendo a rimanere in piedi proprio come fa il resto dell’umanità. Decido di non guardare l’ora quando finalmente riesco a sdraiarmi sul letto.

Quinto giorno

Riesco a farmi una doccia veloce e a correre in aeroporto per le 8 di mattina. Al mio gate ci sono un po’ di corpi umani ricurvi e accasciati sulle sedie. Appena trovo un posto libero in cui aspettare, mi aggiungo anche io alla scena.

Ebbene sì, sono sopravvissuto.
Ci vorrà però ancora un po’ per riprendermi da cotanto edonismo. Ho bisogno di più Pedialyte o, forse, solo di un lungo stato di sobrietà.