La prima volta che ho sentito parlare di free bleeding è stato quando la batterista di M.I.A., Kiran Gandhi, ha corso una maratona durante le mestruazioni senza usare assorbenti. Mi ha fatto ripensare a quella volta che, a 13 anni, mi sono macchiata i pantaloni della tuta, che è più o meno la cosa peggiore che ti possa capitare a quell’età, e mi sono sentita un po’ meglio.
Il sangue di altre ragazze non mi ha mai infastidito, durante il sesso o altro, e penso che il mondo sarebbe un posto migliore se tutti la pensassero come me. Eppure, se a livello concettuale vedevo il free bleeding come una specie di ribellione contro il patriarcato, non lo concepivo come una scelta di vita a lungo termine. Ci sono davvero donne che non utilizzano mai assorbenti o coppette mestruali quando hanno il ciclo? Pensavo di no, ma mi sono dovuta ricredere quando ho iniziato a frequentare una ragazza che, all’epoca, era una free bleeder convinta.
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Da quel momento ho incontrato altre persone che lo fanno per i motivi più disparati, da chi vuole entrare in contatto con il proprio corpo a chi vuole ridurre lo spreco e il proprio impatto sull’ambiente. In generale faccio fatica a lasciarmi andare, e ho pensato che questa fosse una buona occasione.
Ripensandoci ora, non è facile stabilire quale fosse la mia più grande paura. Penso che fosse un misto tra macchiare il divano e il timore che le persone si accorgessero del mio esperimento. Per qualche motivo l’odore non mi preoccupava, anche se ho un olfatto molto fine.
GIORNO UNO
Mettiamo subito le cose in chiaro: il free bleeding può effettivamente causare dei disagi, e la prima cosa da fare è accettarlo. Io ho passato una buona parte del mio primo giorno seduta su un asciugamano a guardare Buffy l’ammazzavampiri. E non una puntata qualsiasi, ma tutta la sesta stagione, la più triste, deprimente e problematica. Uno dei consigli più importanti che ho ricevuto è stato di bere molta acqua. Così facendo, ti viene lo stimolo di andare in bagno più spesso e puoi controllare la situazione con maggiore costanza. E così ho fatto, ho bevuto senza sosta e ho fatto pipì ogni 30-40 minuti.
Incredibilmente, nel primo giorno non ho mai macchiato le mutande. Ho anche provato molto meno dolore in generale. Forse sono fatti miei che non interessano a nessuno—mi dispiace, ma d’altra parte forse tutto l’articolo sono fatti miei che non interessano a nessuno—ma quando ho le mestruazioni di solito ho crampi fortissimi. Mi fa male tutto, ma proprio tutto, anche l’ano. Se non prendo degli antidolorifici prima che inizino i crampi, sono spacciata per tutto il giorno. Non scherzo.
La cosa strana è che mentre provavo il free bleeding, i crampi sembravano molto meno intensi. Non ho ovviamente la prova empirica che fosse dovuto a quello, ma sono stata comunque contenta di non dover prendere medicinali.
Quella sera avrei dovuto vedere un’amica in un bar. Quello era il primo vero test in pubblico, e la tensione iniziava a farsi sentire. Non volevo lasciare tracce di sangue sulle sedie del locale. Quale poteva essere la cosa peggiore che poteva accadermi, ho pensato: che qualcuno notasse una macchia di sangue? Non mi sembrava un grande problema, anzi, ero stranamente tranquilla che fosse quello il peggio. Così ho messo dei pantaloni neri e sono uscita.
Per fortuna il bar aveva degli sgabelli in pelle nera, un buon compromesso nel caso in cui il trucco di bere molta acqua non avesse funzionato. Ho ordinato una birra e fatto subito pipì dopo il primo giro, per aprire le dighe. Non ho avuto problemi, a parte qualche piccola traccia. Ovviamente la mia amica ha subito detto a tutti che stavo provando il free bleeding e nessuno mi è sembrato troppo sconvolto o schifato dalla cosa. Ci hanno persino provato con me.
La notte mi preoccupava un po’ di più. Perché una cosa è lavare le mutande, un’altra dover smacchiare tutte le lenzuola e magari anche il materasso. Sono onesta, la prima notte ho dormito su un asciugamano per cercare di limitare i danni. Ma in realtà, con mia grande sorpresa, non è servito. E soprattutto non mi sono dovuta alzare alle cinque del mattino a cambiare l’assorbente interno per paura della sindrome da shock tossico. Ok, questa è una mia grande paura, anche se il rischio è molto basso.
GIORNO DUE
Il secondo giorno è quello con il flusso più intenso, in genere. Ho cercato di organizzare diverse attività per mettermi alla prova. Fino a quel momento, il free bleeding era stato abbastanza gestibile perché avevo sempre avuto un bagno a portata di mano. Così, per esagerare, ho deciso di andare a yoga. Anche in questo caso, ho indossato dei leggings neri.
Ho capito quasi subito che era praticamente impossibile non sanguinare in chaturanga (o plank). Questa è stata la cosa più interessante che ho imparato. Tutte le ragazze sanno che quando hai il ciclo, se tossisci o starnutisci, sanguini. Aggiungo il plank.
Devo dire che è stata davvero piacevole la sensazione, che chiamerei quasi illuminazione, di sapere in ogni momento quando stavo o non stavo sanguinando. Mi sono sentita in armonia con il mio corpo, anche se ero sicura che ormai anche i leggings sarebbero stati macchiati e stavo per fare la posizione del bambino felice. Non mi sembra che nessuno si sia offeso alla vista delle macchie. E non ho trovato nessuna traccia di sangue sul tappetino quando l’ho disinfettato alla fine della pratica.
Nonostante fossi convinta di essere coperta di sangue, non sono corsa a casa dopo la lezione, ma ho deciso di godermi il momento e mi sono fermata a prendere una pizza. Non mi riconoscevo più: fregarsene di tutto e di tutti è la cosa più bella. Arrivata a casa, ho controllato la situazione e non era nemmeno lontanamente il macello che pensavo.
La sera sono andata al cinema in bicicletta. Ovviamente prima di uscire mi sono cambiata le mutande e i pantaloni, ma non avevo intenzione di alzarmi durante la proiezione per andare in bagno, e così ho lasciato che le cose facessero il loro corso. Ed è andata bene, sono rimasta seduta per due ore di fila. Ovviamente alla fine avevo macchiato le mutande e il cavallo dei jeans scuri, ma sulla poltrona del cinema non c’era nulla, giuro!
Quella notte ho dormito serenamente, senza nemmeno l’asciugamano.
GIORNO TRE
Tutta la fiducia e la sicurezza che avevo acquisito nei confronti del ciclo è svanita col terzo giorno. Era il mio primo giorno di lavoro, volevo mettere dei pantaloni carini ma gli unici jeans che avevo senza buchi erano già macchiati di sangue. Non volevo cedere e mettere un assorbente, ma non volevo nemmeno macchiare di sangue i miei pantaloni grigio chiaro. Alla fine, ho messo solo un salvaslip.
La cosa davvero strana è che quel giorno il mio flusso mestruale era quasi nullo. Avrei anche potuto evitare di mettere il salvaslip, se fossi riuscita a bere tanta acqua e andare in bagno ogni 30 minuti circa. In pratica, mi sono resa conto che le protezioni che indossavo di solito erano preventive e forse esagerate rispetto al flusso di sangue che produce il mio corpo.
Alla fine di tutto, la vera domanda è, lo rifarei? Forse per tutta la durata del ciclo no, ma di sicuro non dormirò più con un assorbente interno, al massimo con il salvaslip. E se vi state chiedendo perché non uso la coppetta mestruale, la risposta è che ci ho provato, ma non ci sono riuscita. Mi sono fatta malissimo tentando di inserirla e ho lasciato perdere.
Per uscire con gli amici, andare a casa di qualcuno o al lavoro, invece, continuerò a indossare un normale assorbente interno. Ma dopo l’esperimento ho ridotto di circa due terzi il mio consumo di assorbenti.
Dopo tutto, credo che questo tentativo mi abbia aiutato a rendermi conto che non ho davvero bisogno di un assorbente per tutta la giornata. E che se per caso dovessi macchiarmi, non sarebbe poi un grande problema.
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