Bloc Party — foto di Rachael Wright
Il ritorno dei Bloc Party. Il loro quinto album, il primo dopo quattro anni. La band si era sciolta nel 2013, e in pochi speravano che sarebbero tornati insieme, in pochi speravano che questo disco sarebbe venuto alla luce. Il leader Kele Okereke e il chitarrista Russell Lissack rimangono i due baluardi della formazione originale, mentre al posto del batterista Matt Tong e del bassista Gordon Moakes, ci sono due nuovi membri: la ventunenne Louise Bartle alla batteria, che è stata reclutata tramite YouTube, e Justin Harris (già nella band di Portland Menomena) al basso. I cambiamenti, dice Okereke, rinvigoriscono una band.
Questi non sono gli stessi Bloc Party di “Helicopter”—la band con quelle staffilate di chitarra intrecciate a beat incalzanti e alle grida accorate di Kele, una traccia che si è fatta strada in tutti i dancefloor indie-rock del mondo, since 2004. La musica di quell’epoca vibrava di possibilità, fino a che non è stata sommersa dalle grandi mani del mercato mainstream che l’hanno presa, utilizzata, ribaltata e lasciata di nuovo lì dov’era, forse un po’ scossa. 17 anni fa Kele e Lissack hanno formato la band che tutti conosciamo, e che ora è anche naturale abbia cambiato volto.
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L’opening dell’album è affidato a “The Love Within,” che, con i suoi synth da cortocircuito è abbastanza indicativa dell’andatura generale dell’album. HYMNS è un insieme di brani contemplativi, che prendono il posto a quelle tracce che in passato lasciavano il segno per l’urgenza rabbiosa con cui erano lanciate alle orecchie dell’ascoltatore. Qui, al contrario, Okereke è il cerimoniere di momenti atmosferici, melodici e calmi, e si nota anche dai testi, che sono trai i più intrisi di emotività che abbia finora scritto e interpretato.
“Penso a HYMNS come a una raccolta di ogni cosa che ho ritenuto sacra, nella mia vita,” spiega Okereke. “Non sono una persona religiosa, ma inizio ad avvicinarmi a una dimensione spirituale. HYMNS è stato un modo di celebrare ciò che tengo più a cuore, dagli astri, la Luna, fino ai fiumi e agli oceani e alle gioie del sesso e dell’intimità. Quando mi avvicino a queste cose sento che c’è qualcosa di divino, quindi ho voluto che HYMNS riflettesse questa sensazione.”
E ora schiacciate play e ascoltate l’ultimo lavoro dei Bloc Party. Bentornati ragazzi.