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Il bosco verticale si cura con le coccinelle

Quest’estate a Milano verranno consegnati ai proprietari i primi appartamenti del Bosco verticale, i due grattacieli progettati da Boeri Studio che si trovano tra via De Castillia e via Confalonieri. Gli edifici fanno parte del ‘Progetto Porta Nuova‘, un gigantesco piano di riqualificazione urbana curato da Hines Italia che copre un’area di oltre 290.000 metri quadri tra i quartieri di Varesine, Isola e Garibaldi.

La caratteristica dei due edifici, come dice anche il nome, è che i balconi dei palazzi contengono grandi vasche che ospitano centinaia di piante. A progetto concluso sulle facciate e sul tetto delle due torri ci saranno circa 900 alberi, alcuni dei quali alti fino a otto metri, e poi cinquemila arbusti, quindicimila piante perenni, rampicanti, da fiore… senza considerare tutti gli animaletti, gli insetti e gli uccelli che di queste piante dovrebbero fare la loro casa. 

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Foto: Enrico Camana
Foto: Enrico Camana

L’idea dei progettisti infatti è proprio quella di realizzare un habitat in cui vivranno diverse specie utili, il tutto per il bene della biodiversità negli ambienti urbani. Secondo il progetto poi, il fatto di avere un balcone pieno zeppo di piante dovrebbe comportare anche altri vantaggi. Il primo è una diminuzione dei consumi energetici (e quindi dei costi) per la climatizzazione degli ambienti, grazie alla schermatura offerta dal verde sulla facciata.

Inoltre avere così tanti alberi concentrati in un solo luogo offrirà una migliore qualità dell’aria e, cosa non da poco per il centro di Milano, anche una buona protezione dall’inquinamento acustico. Certo, tutto questo ha un costo: il valore medio dei 111 appartamenti del complesso è di 8.200 euro al metro quadro.

Foto: Enrico Camana

Tornando a parlare del verde, la piantumazione del bosco si è conclusa a marzo, con la messa a dimora di alcuni ciliegi e meli da fiore sollevati con una gru da terra fino agli ultimi piani. La manutenzione delle piante fa uso di sistemi di lotta biologica: è di fine maggio la notizia del lancio di circa 1.200 coccinelle che serviranno per combattere gli afidi, mentre tra qualche settimana dovrebbe essere il turno delle farfalle.

Ma come funzionerà il tutto una volta che gli appartamenti saranno occupati? E la convivenza tra uomini e abitanti del bosco non creerà disagi? Per saperlo abbiamo contattato l’agronoma Laura Gatti, consulente nel progetto.

Motherboard: Come sono state scelte le piante che compongono il bosco verticale e su quali criteri?
Laura Gatti:
 Gli alberi sono stati coltivati in contenitore prima di essere collocati sulle facciate, quindi servivano piante capaci di resistere a questo tipo di procedura e adatte a crescere in città. Inoltre per questioni di sicurezza era importante che fossero resistenti al vento, prive di spine, senza allergeni e che non perdessero la forma dopo la potatura.

A proposito, come si fa a potare degli alberi che crescono in balconi a oltre 100 metri d’altezza?
Se ne occuperanno degli arboricoltori che si caleranno con corde per potare gli alberi, ma il palazzo dispone anche di due gru fisse che saranno utili per questi lavori. Per il lato interno invece, se ne occuperanno delle squadre che lavoreranno dai balconi.

Gli alberi e le piante sono di proprietà degli acquirenti delle case?
Le piante restano di proprietà del condominio che si occuperà dell’irrigazione, attraverso un sistema centralizzato, e della loro manutenzione.

Quindi se per assurdo un condomino volesse tagliare le piante sul proprio terrazzo non potrebbe farlo.
Le piante sono vincolate per mantenere l’aspetto della facciata, ma non credo che nessuno dei futuri abitanti del Bosco verticale avrebbe comprato un appartamento senza condividere la filosofia del progetto.

Ma quanto costerà ai condomini la cura di tutto quel verde?
La cifra esatta non la conosco, ma c’è da considerare che i costi saranno ammortizzati, visto che la manutenzione delle piante è completamente centralizzata. Inoltre non va sottovalutata la scelta di Hines di realizzare un edificio con una area di verde condominiale così grande.

Cioè?
Se le superfici verdi rimangono al condominio, per forza di cose quelle aree restano tutte invendute. Io da diversi anni mi occupo di progetti di verde integrato, ma fino a oggi non avevo mai trovato il coraggio di accettare una scommessa come questa. Troppo spesso le idee di progetti molto belli sono rimaste solo sui render.

Parlando dell’habitat, quali sono gli animali che ci vivranno?
Ci sono specie utili come bombiapi selvatiche solitariesirfidi e lepidotteri, ma ci saranno anche dei pipistrelli, per i quali saranno preparati nidi artificiali e mangiatoie. Inoltre le torri sosterranno metapopolazioni di insetti impollinatori, che in città sono in declino a causa della sparizione delle aree dismesse, i cosiddetti brownfield. Per questo cerchiamo di ricreare un microhabitat che contenga piante ospiti e fiori selvatici, con una varietà maggiore rispetto a quella di un qualsiasi parco pubblico.

Foto: Enrico Camana
Foto: Enrico Camana

L’esperienza del Bosco verticale avrà anche una valenza dal punto di vista scientifico?
Sì, la comunità scientifica che si occupa di rinaturalizzazioni e biodiversità è molto interessata all’aspetto del bosco, infatti l’esperienza sarà monitorata. In questo caso specifico è interessante l’aspetto dell’altezza: ci chiedevamo se saremmo riusciti a far salire ai piani più alti insetti e uccelli: per il momento sembra di sì.

Ma con tutte queste piante e insetti non pensate che si creerà un po’ di disagio per chi vive nelle case?
Non credo succederà, perché penso che chi è interessato a questo tipo di esperienza abbia un altro approccio. Inoltre credo che ogni tanto ci si debba sforzare di vedere le cose anche da un altro punto di vista, uno non troppo umano