Da quando va di moda il revival di band sconosciute di più di quarant’anni fa, ho iniziato a pensare che qualsiasi cosa mi sembrasse tremenda, prima o poi l’avrei lodata per la sua genialità. Sono già riuscito a farmi piacere un po’ il free jazz e il fusion jazz e proprio questa settimana mi sono reso conto che non solo NON odio la musica New Age, come ho pensato per molto tempo, ma al contrario, mi piace. E di brutto.
Questa illuminazione l’ho avuta grazie a una riedizione di quest’opera d’arte New Age semi-sconosciuta di Jordan De La Sierra dal titolo Gymnosphere: Song of the Rose, che non ebbe un gran successo quando uscì per la Unity Records nel 1977, ma che sembra aver attirato un suo seguito tra gli attuali navigatori della rete.
Gymnosphere è un pezzo per pianoforte della durata di circa due ore. De La Sierra lo registrò in un piccolo studio di Berkeley, California, e poi di nuovo durante un live alla Grace Cathedral di San Francisco per catturare il riverbero che si creava nella chiesa. Le note acquistano un’ampiezza diversa rispetto alle possibilità di un normale pianoforte, e il suono risulta più organico e caldo rispetto a quello di un sintetizzatore.
Se consideriamo il lavoro di De La Sierra come rappresentante della musica New Age, allora è da tanto che amo la New Age ma l’ho sempre chiamata “musica ambient.” Douglas Mcgowan, collezionista di dischi e proprietario della Yoga Record a Eugene, Oregon, ha detto al New York Times che la musica ambient è “sostanzialmente la New Age senza la roba metafisica e spirituale.”
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Pubblicata un anno prima di “Ambient 1: Music for Airports” di Brian Eno, Gymnosphere di De La Sierra ricorda più Eno che Yanni o Jean Michel Jarre. La musica di Eno e De La Sierra ha come predecessore il pianista e compositore francese Erik Satie, le cui Gymnopedies vengono da alcuni considerate come pezzi di musica ambient ante litteram.
La Numero Group ha guidato questo revival della New Age, ripubblicando “Celestial Soul Portrait” del suonatore di flauto elettrico Iasos oltre al lavoro di De La Sierra, ma le Gymnosphere sono un caso particolare: per un certo periodo, il pezzo “The Temple of Aesthetic Action” ha attirato l’80 percento del traffico della Numero Group su SoundCloud.
Secondo la Numero Group, le statistiche indicano che questa affluenza su SounCloud è derivata direttamente dalle persone che navigavano sul sito e che probabilmente cercavano pezzi suonati al pianoforte.
“È stato un successo virale grazie agli aspetti social della community del sito,” mi ha detto un rappresentante dell’etichetta. “Apparentemente ha attirato l’attenzione perché è stata suonata più volte di ogni pezzo mai caricato dalla Numero negli anni.”
Quindi non sono l’unico a realizzare che nella mia vita c’è posto per la New Age, che ha molto poco a che fare con i cristalli di quarzo, candele o incensi, ma più con un suono che interrompe i più aggressivi suoni della vita quotidiana. Ma nonostante ciò il mio odio per il revival in generale resiste.