Il Populista.
Di solito, dopo aver coperto un evento politico, torno sempre a casa con una discreta quantità di cianfrusaglie di partito—bandiere, spille, bandane, striscioni, penne e anche giornali. Tra quest’ultimi ho anche un po’ di copie de La Padania, ormai assimilabili a tutti gli effetti a dei reperti storici: il quotidiano della Lega Nord ha cessato le pubblicazioni l’anno scorso, dopo 18 anni di onorata carriera.
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Motivandone la chiusura, Matteo Salvini aveva spiegato che “la Lega è al risparmio su tutto e quindi non ha rinnovato il proprio contributo all’editoriale.” Ma se da un lato le motivazioni economiche hanno inciso in maniera determinante, dall’altro era abbastanza evidente che un giornale di carta non avesse più spazio nella strategia comunicativa della nuova Lega Nord.
Semplicemente, serviva qualcosa di più moderno e aderente alla linea salviniana; e quel qualcosa è arrivato la settimana scorsa sotto le fattezze di un magazine online dal nome piuttosto evocativo: Il Populista. Il sito—che si autodefinisce “audace, istintivo e fuori controllo”—è gestito dal direttore di Radio Padania Alessandro Morellli, e può contare su una decina di collaboratori a titolo gratuito.
Il suo obiettivo è quello di “dare voce alla maggioranza silenziosa di questo Paese che non trova spazio nei grandi giornali,” pescando “a piene mani negli umori (o meglio, malumori) di una base sociale senza punti di riferimento”—ossia quello che fa Salvini ogni giorno. Non a caso i post del sito si integrano alla perfezione con il flusso della pagina Facebook del segretario leghista, che in questi giorni è più affollata del solito.
A ogni modo, quello che salta subito all’occhio de Il Populista è il modo in cui sono chiamate le varie sezioni. Si va da titoli come “L’incazzato,” “Il buonista” e “L’invasione,” per poi finire su cose più leggere quali “Sex and trash” e “X-Files.” Solo guardando le categorie, insomma, si capisce quale saranno i temi affrontati.
Ma a una ricognizione più approfondita, il sito sembra davvero una versione istituzionalizzata di siti gentisti-bufalari alla Catena Umana o VoxNews, con il solito corredo di articoli assurdi, disinformazione spinta e interviste a maître à penser politicamente scorretti (Povia). Inoltre, la sezione video (“TelePopulista”) si rifà esplicitamente allo stile delle trasmissioni di Paolo Del Debbio, un’altra figura a cavallo tra media e politica che si vanta di essere un populista.
Naturalmente non sono l’unico ad aver avuto questa impressione. David Puente, fondatore del sito antibufale Debunking.it ed ex collaboratore di Bufale.net, mi dice che “non si può definire tanto un sito ‘monotematico’ solo perché parla anche di ‘sex’ e ‘ufo’. Ma per quanto mi riguarda non è tanto diverso da certi siti che mi tocca controllare, con l’unica differenza che qua c’è dietro una formazione politica e persone in vista.”
Volendo entrare più a fondo nella questione, ho chiesto a Puente di analizzare alcuni degli articoli più esemplificativi che ho trovato sul sito per avere un parere sulla base della sua esperienza con le bufale e con i siti di disinformazione.
1) Londra pronta al sindaco islamico: Inghilterra si inginocchia alla Mecca
Nel caso in cui non ve foste accorti, stando a questa notizia Londra (e più in generale il Regno Unito) è diventato l’avamposto più avanzato dell’Eurabia. L’articolo, uscito poco prima dei risultati delle amministrative tenutesi lo scorso weekend, tratteggia un riquadro a dir poco drammatico in cui “gli inglesi bianchi autoctoni” sono la minoranza, e la “sostituzione etnica della popolazione a fini politici” è ormai ultimata.
David Puente: Questo è un titolo che mi aspetto di leggere da siti come VoxNews e Catena Umana, ma anche il testo non scherza: racconti di parte, incompleti e con un pizzico di complottismo che non guasta mai (“la migrazione di massa fu concepita a tavolino per stravolgere la demografia della Gran Bretagna e per mettere fuori gioco la destra”).
2) Profugo in video: “Vi conquisteremo”
Per come è messa giù da Il Populista, su Internet gira un video in cui “un immigrato dell’Africa subsahariana” si rivolge agli “italiani imbecilli” che odia profondamente, essendo stato “salvato e nutrito” a spese nostre. Il pezzo si chiude con questa frase: “Attendiamo che qualche radical-chic ci venga a dire che era solo una burla.” Bene, eccoci qui.
David Puente: Pur utilizzando il solito armamentario retorico (“e meno male che sono una risorsa”), la redazione “esemplare” si è dimenticata di mettere il link al vecchio video “African migrant brags about destruction of Europe“. In più, la cosa ridicola è che il video è stato criticato anche dagli stessi “identitari” all’estero: sia perché l’uomo aveva un accento caraibico (non africano); e sia perché condividere il video era negativo per la loro campagna anti-immigrazione. Insomma, Il Populista casca sul troll.
3) I clandestini diventan professori
A Beinette, in provincia di Cuneo, l’iniziativa di una scuola—far parlare i migranti che risiedono in un centro d’accoglienza—diventa per il Populista una subdola formula di “indottrinamento.” L’articolo parla anche di “mistificazione della realtà,” che però è esattamente quello che ha fatto l’autore.
David Puente: Professori? Strano che non abbiano scritto “lectio magistralis” come accadde con Schettino. Siamo comunque di fronte alla solita demagogia e informazione a senso unico. Nell’articolo si parla infatti del “tristemente noto hotel Beinette,” e si definiscono i migranti come “trenta giovani maschi africani che armati di IPhone cazzeggiano tutto il giorno per le vie di un paese di poco più di 3000 anime.” La realtà è lievemente diversa: quei “nullafacenti,” si sono messi al servizio della comunità di Beinette svolgendo (gratuitamente) lavori di pubblica utilità, e sono stati anche premiati.
4) Italiano sgrida marocchino che piscia in strada: massacrato di botte
A La Spezia si è verificato un brutto caso di cronaca: un uomo ha rimproverato due giovani (presumibilmente “nordafricani”) per aver urinato su un muro, ed è stato aggredito e rapinato per averlo fatto. In questo caso Il Populista non si è fermato al copia-incolla, ma in quell’urina ci ha visto un attacco all’Occidente.
David Puente: A parte l’uso delle immagini tipico di coloro che vogliono per forza generare indignazione, odio e paura (una manifestazione ad Ancona dove, per altro, la polizia non è intervenuta) qui mi sembra davvero di leggere Tutti i crimini degli immigrati o ImolaOggi.
La metolodogia e la struttura del pezzo sono le medesime: la titolazione, la totale assenza della fonte (in questo caso un articolo pubblicato su Il Secolo XIX), e infine le solite considerazioni apocalittiche—come ad esempio “l’immigrato ha urinato su anni di civilizzazione e su anni di progresso della nostra cultura.”
5) La Germania della Merkel censura Mozart: “Offende gli islamici”
L’articolo parla dell’ennesimo “atto di sottomissione all’ideologia islamica da parte dei buonisti europei.” In questo caso, la Germania di “frau Merkel” avrebbe modificato una parte del Don Giovanni di Mozart togliendo ogni riferimento alla Turchia per “non creare alcun motivo di tensione con Erdogan anche a costo di reprimere la libertà di espressione.”
David Puente: Questa è una vera e propria bufala. La versione tedesca del Don Giovanni è stata riadattata per esigenze musicali, e non politiche. Non serviva neanche tanto per accorgersene: bastava fare una semplice ricerca con Google, magari trovandoci l’articolo della collega PaolaK su Debunking.it—pubblicato sei ore prima de Il Populista—che smontava la presunta “censura” a Mozart.
6) Penetrazione letale, quando il sesso ti toglie il respiro
Accanto all’”invasione” e alla politica, un po’ di notizie strane non fanno mai male. In questo caso, ecco un fatto di cronaca locale (il titolo dice già tutto) preso dalla sezione “Sex and trash.”
David Puente: Leggendo l’articolo, che parla di due amanti che tradiscono i loro doveri coniugali, si trovano persino consigli per le “scappatelle sicure.” Siamo sicuri di essere in un sito leghista? L’intento è evidente: fare visite e condivisioni attraverso il clickbaiting morboso. Un metodo non tanto diverso dai vari Catena Umana. Ho il timore che questo sito ci farà lavorare parecchio.
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