Lo spam delle immagini “double tap” ha molte forme. Alcune foto sono sfocate, altre abbastanza generiche da sembrare foto di stock. Spesso sono vagamente pornografiche—tra fumetti equivoci e foto di “camel toe” di gente famosa. Molte sono non-sequitur visivi, immagini più o meno intriganti, prive però di senso compiuto. Ci sono poi i meme sentimentali e disegnati male come quello di una donna con un uomo in ginocchio davanti a lei (questi ultimi, esteticamente parlando, evocano il clickbait alla “One Weird Trick“).
Alcune immagini includono richieste esplicite nelle didascalie. Commenta con una parola sola; “stop” o “fall” (sulla foto di un uomo appeso a un masso) o “ass” (su una foto di Iggy Azalea e il suo “New Boyfriend” senza nome). Altre fanno direttamente a meno delle istruzioni, e si limitano a mettere un cerchio rosso intorno a un dettaglio succulento.
Videos by VICE
Ovviamente, sotto quasi tutte piovono i commenti degli utenti incazzati che dicono di aver fatto tap due volte e non aver visto alcun cambiamento.
Che succede? Perché mai le persone si aspettano una “magia” dai loro feed Instagram, e perché i creatori di questi meme se ne approfittano?
Non ci vuole molto per sgamare account dedicati esclusivamente alla propagazione di questo tipo di spam. Uno addirittura riporta il concetto nel suo titolo: il feed Instagram di @doubletap.me è privato, ma le immagini si possono vedere qui. Ci sono app per creare “sticker da double tap” ovunque (compreso l’App Store), che ti permettono di personalizzare le tue foto con istruzioni apposite (come “double tap to high five,” o “double tap to rock on“).
Che guadagno hanno queste strane immagini per chi le posta? L’obiettivo è forse quello di accumulare follower per un futuro attacco spam più grave?
“Di base, il punto è ottenere più like,” ha detto Satnam Narang, Senior Security Response Manager alla Symantec ed esperto di malware e spam. “Da quando gli utenti di Instagram possono vedere anche a cosa mettono like i loro amici, i post diventano visibili in quelle parti dei feed. Chiedere agli utenti di commentare migliora il fattore di coinvolgimento, e incrementa la possibilità di aggiungere nuovi follower.”
Secondo Narang, l’obiettivo ultimo per questi account è di finire sulla pagina Esplora di Instagram. Account che postano immagini simili—se non proprio le stesse—si commentano e mettono like a vicenda, creando un “effetto network” dove quelli dotati di un seguito più ampio aiutano i più piccoli a crescere.
Ha poi puntualizzato di aver incontrato un tipo di spam simile in passato: “Abbiamo visto tutti post che chiedono agli utenti di fare ‘doppio tap per X cosa,’ ma questa variante porta il gioco a un livello successivo, cercando di convincere gli utenti che se aggiungono un commento comparirà qualcosa. Come potete immaginare, non si compie alcuna ‘magia’ nelle immagini dopo il doppio tap di un utente, anche se ci sono utenti che seguono le istruzioni aspettandosi esattamente quel risultato.”
È interessante vedere quanto di questo materiale fatto in casa emuli — e spesso superi — il marketing mainstream. La “chiamata all’azione” è uno dei trucchi più vecchi nei manuali di marketing, così come il colore rosso, che, secondo qualsiasi ricerca, attira l’attenzione e ispira impulsività.
Instagram ha avuto più di un problema con lo spam negli ultimi anni, abbastanza da suscitare affermazioni come “il futuro di Instagram è lo spam.” Il sito è zeppo di esche “di incontri per adulti,” immagini rubate e link a “quiz” e sondaggi la cui unica ricompensa è un bel furto di identità. Questo tipo di spam si nutre di vanità, frustrazione sessuale e bisogno di soldi, distillando il mondo in appetiti basilari. Spesso gli account di spam non hanno neanche immagini; solo una sequenza di istruzioni per “OTTENERE 100 FOLLOWER O DI PIÙ.”
Le foto con i cerchi rossi giocano a loro volta su come Instagram abbia legittimizzato lo spam come una sorta di nuovo comportamento umano, specialmente tra gli utenti più giovani. Commenti da una parola sola come “row” e “first,” e l’implicita promessa dei like-for-like, followback-for-follow regnano sovrani sul social network, alimentati da persone reali molto più che da bot. In questo panorama, gli operatori di mercato si trovano in una situazione scomoda: qual è il confine tra il marketing e lo spam, quando su questa piattaforma qualsiasi interazione ha il retrogusto dello spam?
In un certo senso, è anche divertente notare come lo spam sia diventato un’estetica, per quanto involontariamente, nel corso degli anni, nata dalla miriade di immagini simili tra loro. Sono ambigue e raffazzonate, come altri meme improbabili che circolano oggigiorno. Tra i commenti di YouTube gira ancora una catena “copypasta” che promette un iPad gratis sotto il cuscino (no, seriamente). Sui forum, abbiamo tutti ricevuto una “visita” da “spooky skeleton,” mentre su Twitter non capita di rado di essere approcciati da qualche avatar femminile sexy e poco credibile che promette follower se seguita.
Il sottosuolo dello spam è un luogo cencioso, dove il progresso rimane distribuito in modo non uniforme. Attacchi malware sofisticati possono avere un tasso di successo alto, ma chi avrebbe mai il coraggio di dire che il clickbait da Instagram non funziona? Il caos è una scala, dicono alcuni, e i suoi pioli più bassi sono infestati dai più strani e meravigliosi failspam.