Solo pochi giorni fa, mi trovavo a fare delle interviste a un evento a cui erano presenti molti stranieri. Tra una turca e un’americana, quando ho visto due ragazze dai tratti asiatici mi sono rivolta a loro direttamente in inglese, facendo una lunga introduzione sul motivo per cui le importunavo. Finito di parlare, una delle due si è rivolta all’amica chiedendole in italiano, “Che ha detto?”
Mi sono scusata, sentendomi piuttosto scema e in imbarazzo. In tutto ciò però i miei sensi di colpa si sono visibilmente ridimensionati ieri: nell’edizione del 26 luglio, la cronaca di Viareggio del giornale La Nazione non è solo caduta nell’equazione tratti somatici diversi dai miei = straniero, ma ha visto bene di mettere in prima pagina—senza alcun permesso—la foto di una ragazza dai tratti asiatici in compagnia di due amiche, associata alle parole “terrorismo” e “invasione straniera”.
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La ragazza in questione si chiama Irene Oro, ha 24 anni, ed è italiana. Dopo essere venuta a conoscenza dell’accaduto, ha scritto su Facebook un post in cui, taggando La Nazione, invita i giornalisti a essere più attenti a quello che pubblicano, evidenziando la pericolosità di tali associazioni. Ho deciso di contattarla per farmi raccontare cosa è successo.
VICE: Ciao Irene, partiamo dall’inizio: come sei venuta a sapere della foto e da dove è stata presa?
Irene: Mi ha scritto un ragazzo di Viareggio con cui sono amica su Facebook, chiedendomi se ero io. In effetti ero io, in compagnia di due mie amiche, tutte pisane, e la foto è stata presa dalla pagina Facebook di una discoteca—quelle foto che fa direttamente il locale. Risale al 27 o il 28 giugno del 2013. Sono andata a comprare il giornale per cercare di capirci qualcosa, ma diciamo che non viene fatta molta chiarezza all’interno.
Ecco, sulla tua foto appare la scritta “invasione straniera” e sopra si legge “La paura terrorismo incide: prezzi alle stelle nel weekend.” Qual è il contenuto dell’articolo a cui fa riferimento?
È proprio questa la cosa che mi ha lasciata più perplessa, non capisco assolutamente l’impostazione che gli si è voluta dare. La mia foto appare in prima pagina e non c’è alcun riferimento alla pagina di articolo, poi sopra c’è scritto “pagina 2 e 3”. A pagina 2 e 3, l’unico articolo che parla vagamente di turismo è un trafiletto sull’aumento dei prezzi degli hotel nel weekend. Nessun riferimento al terrorismo. Poi nella versione nazionale del giornale, e non quindi in quella di Viareggio dove appare la mia foto, si parla di vacanze, e dell’aumento di turisti. Insomma, sembra proprio piazzata lì dal niente in associazione a parole a caso.
Che effetto ti ha fatto appena l’hai vista?
Ero con le mie amiche quando ci è arrivata su Facebook la foto, e la prima reazione è stata di metterci a ridere—è abbastanza comico ritrovare la propria faccia in prima pagina. Poi con il passare del tempo ho cominciato a rifletterci e più che comico mi è sembrato triste.
E hai deciso di scrivere il post su Facebook.
Esatto. Quel post è una mia riflessione personale per cui non mi sono consultata con nessuno e con cui non volevo farmi portavoce di alcuna causa. Non pensavo neanche lontanamente che raggiungesse questa risonanza. Il fatto è che io sono abituata ad essere considerata straniera, e proprio questo non è giusto: vengo da una famiglia italiana da tre generazioni, sono nata in Italia da genitori cinesi con cittadinanza italiana, paradossalmente non potrei mai ottenere la cittadinanza cinese.
Eppure avendo tratti somatici asiatici vengo direttamente considerata straniera, neanche ci si pone la domanda—come i commessi in centro che regolarmente mi salutano in inglese, o le conversazioni sui social che finiscono regolarmente con qualcuno che mi dà della “cinese”. Purtroppo, nel 90 percento dei casi la parola straniero o cinese ha un’accezione negativa.
Insomma, ci sono abituata e non è che ci faccia caso più di tanto, ma credo sia sintomatico di come funzioni l’Italia e di come ancora non siamo abituati ad allargare gli orizzonti e dare anche solo il beneficio del dubbio a persone con tratti somatici diversi da quelli canonici.
Credi che la risonanza avuta dal tuo post sia un segnale incoraggiante in questo senso?
Assolutamente sì. Il fatto che abbia scaturito un dibattito e delle reazioni, negative o positive, è sicuramente un buon segno. Siamo nel 2017, e forse il tema oggi è finalmente d’attualità.
La Nazione ha provato a contattarti? Ti aspetti delle scuse?
No, per adesso nessuno mi ha contattata. Né i giornali che hanno riportato la notizia né La Nazione di Viareggio. Più che altro mi aspetto delle spiegazioni. Non so se si tratti di superficialità o magari di un razzismo di fondo, e non voglio rivolgere accuse a nessuno, ma vorrei sapere perché hanno pensato fosse giusto collegare la foto di tre ragazze pisane alle parole “invasione straniera” e “terrorismo”, senza poi nessun articolo che va ad approfondire i temi. Ecco, vorrei delle spiegazioni più che delle scuse.
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