C’è un assunto comune nel mondo dello spettacolo: le celebrità a un certo punto faranno qualche figura di merda in pubblico, ma con una squadra PR abbastanza in gamba, ogni disastro di questo tipo si può trasformare in un’occasione di marketing preziosissima (e a costo zero). Di solito tutto si risolve in modo piuttosto innocuo, ma il teatrino che si è creato tra Taylor Swift e Kanye West attorno al testo di “Famous” sembra dirci qualcosa di diverso e l’eccellente profilo di Kim Kardashian pubblicato in questi giorni da GQ ci fornisce una quantità davvero disturbante di dettagli attorno alla vicenda.
Vi rinfreschiamo la memoria: quando Kanye West ha fatto uscire The Life of Pablo—l’album più chiacchierato degli ultimi dieci anni—una delle cose di cui si è subito cominciato a parlare è stata quella barra in “Famous” che è, come minimo, un colpo basso nei confronti di Taylor Swift. “I feel like me and Taylor might still have sex. Why? I made that bitch famous.” Pablo era fin da questa barra un disco pieno di contraddizioni ed è logico che, proprio attorno a versi come questo, sugli internet si sia scatenato un dibattito molto acceso, che ha finito con l’oscurare la gloria di pezzi com “Ultralight Beam”.
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Kanye ha risposto su Twitter—il suo vero regno—e all’inizio ha sostenuto di non aver mai dissato Taylor Swift, per poi lanciarsi in una difesa su tre punti: “Prima di tutto sono un artista e, come artista, mi sento libero di esprimermi senza censure”, “Secondo, ho chiesto a mia moglie il suo benestare, e per lei era ok” e ha poi concluso dicendo di aver telefonato a Taylor e che, dopo un’ora di conversazione, lei gli ha dato la sua benedizione, perché l’idea le suonava simpatica e divertente.
Questo terzo punto, sinceramente, è sembrato fin da subito una stronzata e infatti Taylor ha dichiarato in tempo zero di non aver mai autorizzato quella barra, ma anzi di aver consigliato a Kanye di “andarci cauto con un contenuto così fortemente misogino”. Questo implica che effettivamente ci sia stata una telefonata, ma con un feedback molto diverso rispetto a quello raccontato da Kanye.
Nessuno ha mai indagato direttamente più a fondo di così. Quindi ci ha pensato GQ.
Kardashian West ha spiegato al magazine che la Swift “era assolutamente consapevole di ciò che stava per uscire e, all’improvviso, ha deciso di agire come se ne fosse all’oscuro. Lo giuro, mio marito ha ricevuto così tanta merda per questa storia, ma la verità è che aveva seguito un protocollo, premurandosi anche di telefonarle per avere il permesso di inserire quella barra.”
In più, Kim ha insistito dicendo che esiste una prova video della telefonata. Kanye infatti, ha rivelato Kim, ha un operatore video che lo riprende costantemente durante tutto il processo creativo di ogni suo album (sì, è questa la vera notizia dell’articolo, potete smettere di leggere ora) e che quindi la conversazione è registrata, proprio come ogni altra cosa. Oh, e anche Rick Rubin era lì, e può testimoniare a favore di Kanye, apparentemente. Il problema è che, stando a quanto dichiara Kardashian West, gli avvocato della Swift hanno mandato una lettera avvisando l’entourage di Kanye di non osare pubblicare quel footage, ma anzi, intimando di distruggerlo.
GQ ha verificato l’esistenza di questo footage contattando l’entourage di Kanye, che ha confermato sia l’esistenza del video, sia quella della lettera, ma ha poi rifiutato di mostrarlo o pubblicarne una parte.
Sì, sembra davvero assurdo, ma è anche peggio di così, perché quando GQ ha contattato lo staff di Taylor Swift per chiedere alcune delucidazioni ha ricevuto una risposta così passivo aggresiva da far terrore anche a D’Alema. Inizia con “Taylor non ha niente contro Kim Kardashian e capisce la pressione a cui deve essere sottoposta. È chiaro che sta solo ripetendo le cose che le sono state dette da Kanye West.” Quindi la Swift capisce e giustifica Kim, dopotutto la poverina sta solo ripetende le bugie inculcate dal maritino.
“Comunque,” prosegue “questo non cambia il fatto che la maggior parte di ciò che ha detto Kim non sia corretto. Kanye West e Taylor hanno parlato al telefono una sola volta, mentre lei era in vacanza con la sua famiglia, nel gennaio del 2016.” Okay, quindi non sono amici di penna. Prendiamo atto.
Il comunicato prosegue poi con la sua esposizione: “Taylor non ha mai negato che quella conversazione sia avvenuta. È stato durante quella chiamata che Kanye le ha chiesto di pubblicare la canzone sul suo profilo Twitter, e lei ha declinato l’invito.” Questo ha senso, dal momento che se Taylor avesse accettato il pezzo si sarebbe tramutato da un dissing a una specie di performance artistica, qualcosa che Kanye aveva architettato e poi svelato al mondo.
Eppure: “Kanye West non ha mai spiegato a Taylor che aveva intenzione di riferirsi a lei con l’appellativo that bitch. Una canzone non può essere approvata, se non la si fa ascoltare. Kanye West non ha mai fatto sentire la canzone a Taylor Swift. Taylor l’ha sentita per la prima volta insieme al resto del mondo, e si è sentita umiliata. Kim Kardashian sostiene che Taylor e il suo team fossero a conoscenza che la telefonata era stata registrata, ma è semplicemente falso e Taylor non riesce davvero a capire perché Kanye West, e ora Kim Kardashian, non possano semplicemente lasciarla in pace.”
L’ultima frase spinge la questione in un nuovo campo, perché se il desiderio di Taylor Swift è di non prendere parte a questa scaramuccia con la casata Kardashian-West, se davvero non ha approvato quel testo, se davvero tutta la questione è solo un modo di Kanye per puntarsi i riflettori addosso, allora si tratta di una questione di pessimo gusto, a cui sarebbe bene mettere fine.
Ma, cacchio, ciononostante continuiamo a non capirci un bel niente. Perché la squadra West dovrebbe sostenere che esiste un video senza pubblicarlo? Forse perché pensano che alcune persone continueranno a credere che si tratti di una specie di performance art, senza tenere conto delle dichiarazioni della Swift che smentiscono questa idea? Quel Kanye West, che cosa si inventerà ora? ci chiediamo in coro, ignorando completamente il fatto che, in realtà, sta usando la fama di Taylor per spingere il suo brand individuale, non il contrario.
Il profilo contiene anche altri strani e affascinanti dettagli sul rapporto tra i due—Kim, a quanto pare, si dimentica spesso di inoltrare a Kanye le email degli stilisti e la cosa “lo fa impazzire”.
Ma a risaltare qua è la sfrenata assurdità della controversia su “famous”. I due artisti hanno usato più avvocati di un tribunale divorzista di Las Vegas durante questo piccolo strano battibecco. Non sembra esserci una versione dei fatti su cui i due concordino, ed entrambi sostengono di essere in possesso di prove segrete. È puro spettacolo—video, avvocati, Rick Rubin—che Taylor Swift lo voglia o no (no).
Forse, nel mezzo di tutto questo, c’è una domanda importante da porsi, che ha a che fare con il consenso, con la licenza artistica, con il ruolo della legge nell’arte. Ma, molto probabilmente, rimarrà schiacciata sotto il peso di centomila tweet.