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La prima stampante 3D nello spazio

Immagine: Made in Space

Made in Space ha annunciato che, avendo ottenuto tutte le certificazioni dalla NASA prima della data prevista, invierà una stampante 3D sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La stampante pronta per lo spazio è il primo strumento destinato a produrre qualcosa al di fuori dell’atmosfera terrestre, e inizierà a effettuare una serie di test di stampa all’interno del Microgravity Science Glovebox della ISS. Sarà lanciata con lo SpaceX CRS-4 ad Agosto.

Questo test iniziale sarà incentrato sulla messa a punto della tecnologia per un utilizzo in ambiente orbitale. Il programma prevede di stampare 21 parti utili e strumenti, che verranno poi rispediti sulla Terra per essere sottoposti ad analisi. Ma l’obiettivo finale di Made in Space è molto più audace: fornire lo standard universale per la stampa 3D nello spazio.

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La stampante 3D di Made in Space. Immagine: Made in Space

“Le possibilità offerte da questo progetto sono numerose e di ampia portata,” mi ha detto Grant Lowery, portavoce della compagnia. “Ci siamo accorti che solo ora le persone cominciano ad accogliere l’idea di poter partecipare allo sviluppo spaziale.”

Pur senza svelare alcun dettaglio, Lowery ha però fatto capire quale potrebbe essere la direzione in cui si muoverà questa tecnologia. “Ci siamo incontrati con imprese che volevano testare materiali, ricercatori che volevano condurre esperimenti, artisti che volevano creare opere nello spazio, e molti altri,” ha dichiarato. “Inoltre ci sono alcuni progetti STEM in via di sviluppo, in cui gli studenti disegneranno oggetti che potrebbero essere stampati nello spazio.”

Per quanto allettante tutto questo possa sembrare, gli imprenditori di Made in Space hanno ancora molto lavoro da fare prima che il sogno possa diventare realtà. Innanzitutto la stampante di prova destinata alla ISS è in fase di perfezionamento da alcuni anni. L’azienda ha iniziato a testare la produzione additiva in un ambiente di microgravità su voli parabolici già nel 2011, e ha dovuto affrontare numerosi problemi mano a mano che i primi prototipi andavano incontro a una serie di malfunzionamenti.

Aaron Kemmer, amministratore delegato di Made in Space, durante i test microgravitazionali nel 2013 Image: Made in Space. 

“Abbiamo dovuto considerare una varietà di fattori che per le stampanti che lavorano sulla terra sono irrilevanti,” ha spiegato Lowery. “Abbiamo dovuto assicurarci che nessuna parte in movimento o componente “galleggiante” danneggiasse la stampa, visto che praticamente tutte le stampanti sono costruite dando per scontata la forza di gravità. Abbiamo dovuto rinforzarne la struttura in modo che sopportasse il lancio nello spazio senza subire danni.” In funzione della microgravità si è dovuto modificare anche il trattamento termico del progetto.

Senza contare che Made in Space ha dovuto dimostrare di possedere i requisiti necessari per lavorare con l’ente spaziale statunitense. “La NASA giustamente ha imposto standard di sicurezza molto rigidi, dato che la stampante sarà operativa all’interno della ISS,” ha detto Lowery. “Dopo aver sviluppato il nostro prototipo, nel 2013 abbiamo condotto degli ulteriori test microgravitazionali in volo, e la stampante ha funzionato senza problemi.”

Made in Space ha in progetto di sfruttare i risultati ottenuti da questa prima serie di test per la costruzione della seconda generazione di stampanti: la Additive Manufacturing Facility, il cui lancio è previsto nel 2015. Sarà in grado di stampare materiali più complessi e di operare con volumi maggiori ed è previsto che diventi parte integrante della stazione spaziale.

Non è difficile constatare le potenzialità di questa visione. Per esempio invece di imbarcare scorte di pezzi di ricambio, una squadra di astronauti potrebbe risparmiare spazio stampando gli oggetti direttamente in orbita quando fosse necessario. E sarà interessante vedere quali altri utilizzi nasceranno una volta che la AMF sarà installata.

“Superare i test finali e trasportare l’hardware sono state tappe fondamentali,” ha evidenziato Aaaron Kemmer, amministrato delegato di Made in Space, durante la conferenza stampa. “Ma devono portarci a un obiettivo finale ancora più significativo: la possibilità per ogni abitante della Terra di creare qualcosa che verrà prodotto sulla ISS. Una via di accesso allo spazio che non ha precedenti. Se vuoi stampare qualcosa in 3D nello spazio, contattaci.”