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Il silenzio della sonda Philae

La sonda Philae è entrata in ibernazione. Come previsto, le batterie della piccola sonda si sono scaricate dopo quattro giorni dall’atterraggio sulla cometa 67P, risultato di un viaggio durato 10 anni.

La sonda è atterrata sull’orlo di un cratere, in un punto in ombra che riceve la luce solare soltanto per un’ora e mezza al giorno: per far rimanere Philae attiva, le batterie hanno bisogno di un’esposizione alla luce solare di circa sei-sette ore al giorno.

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Nonostante questo impedimento, la missione ha già dato i suoi eccellenti risultati: la sonda ha mandato informazioni e immagini della cometa, il martello e il trapano sono stati attivati con successo e si spera che presto arrivino sulla Terra anche le informazioni riguardo la composizione della superficie della cometa. Intanto il veicolo spaziale Rosetta rimarrà in orbita attorno al corpo celeste e continuerà a rilevare le eventuali trasmissioni della sonda, anche se è improbabile che Philae potrà mandarne altre.

“Prima di entrare in ibernazione, la sonda è riuscita a trasmettere tutti i dati scientifici rilevati durante la Prima Fase,” ha affermato Stephan Ulamec. “Questo veicolo ha funzionato magnificamente in condizioni difficili, e dobbiamo essere molto orgogliosi degli incredibili successi di Philae.”

C’è qualche speranza che la prossima estate la sonda inizi a ricevere abbastanza luce solare per riattivarsi. Nel frattempo, la cometa 67P Churyumov–Gerasimenko continuerà il suo cammino alla velocità di 135.000 km/h verso la destinazione finale: il Sole.