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La vera storia del meme Techno Viking

Forse non esiste storia migliore di quella del Techno Viking per spiegare come è cambiata la nostra comprensione dell’arte, della sfera privata e del diritto alla privacy nell’era di internet; è il video di un ragazzo che balla senza maglietta alla Fuckparade di Berlino. Dura soltanto pochi minuti — ma ha fatto il giro del mondo.

La storia, che è diventata famosa a distanza di anni con il titolo inglese “Techno Viking”, inizia durante un’estate che divide due secoli: il filmmaker e artista Matthias Fritsch, nell’anno 2000, decide di andare alla parata con un suo amico regista per filmarla. “In quel periodo mi occupavo di corti,” ha raccontato a Motherboard.

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Il suo amico doveva filmare le scene della Loveparade, mentre Fritsch sarebbe andato alla contromanifestazione, la Fuckparade — dove ha trovato l’oro. Ha visto un gruppo di giovani che gli erano sembrati interessanti, e si è seduto dietro uno dei furgoni per filmarli con la sua telecamera. Quello che è successo dopo, è storia dei meme.

Per il filmmaker il suo video “poneva delle domande sulla realtà”. Il successo è arrivato poi attraverso un sito porno.

Si vede un gruppo di persone che ballano. Un ragazzo con la maglia nera si avvicina a una donna con i capelli turchesi, e la spinge. Poi, lo spettacolo del vichingo. Un uomo biondo e muscoloso entra nel gruppo, allontana il tipo dello spintone e lo invita a stare al suo posto. Poi il furgone dove si trova Fritsch si mette i movimento, e l’uomo a torso nudo con la barba da vichingo inizia la sua incredibile, ipnotica, robotica danza.

Come il video di Techno-Viking è diventato virale

Ma prima che il Techno-Viking entri nel mondo dorato dei meme, deve passare ancora un bel po’ di tempo. E prima che il soggetto del video venga a sapere di essere un idolo di internet passeranno ancora un paio di anni. L’ascesa del meme inizia subito dopo la Fuckparade nei cinema indipendenti del circuito berlinese, allo Sputnik Kino e all’Arsenal. Fritsch mostra il video alle rassegne di corti.

“Lì mi sono reso conto che le persone volevano sempre rivederlo, spesso anche tre volte. Ancora e ancora,” racconta. Gli spettatori si chiedono se la scena è stata preparata oppure no — a Fritsch questa domanda è stata fatta milioni di volte. “La scena è talmente incredibile che non sembra vera, ma dall’altro lato è talmente realistica che non poteva essere costruita apposta,” racconta a Motherboard. Per l’autore, il piccolo video documentario si trova in quel punto in cui “la videoarte mette in discussione la realtà.”

Il successo è arrivato grazie a un sito porno. Più o meno nel 2006, dopo anni di comparsate del Techno Viking nei circuiti artistici, è stato presentato a una mostra d’arte del Goethe Institut in Asia. Ma circa un anno dopo l’upload su YouTube da parte di Fritsch, succede qualcosa che fa attivare i meccanismi di internet con il loro lavoro instancabile. “Qualcuno lo ha linkato su un sito porno, come video divertente”, ha ricordato. Poi è stato condiviso su un forum in America Latina, dove il ballerino anonimo è stato soprannominato Techno Viking. Lo ha svelato un autore della pagina comica Break.com.

Il 28 settembre 2007 l’utente BigCat8 lo carica su Break.com. In pochissimo tempo il video del vichingo tira su qualcosa come 2 milioni di visualizzazioni. “Una decina di giorni dopo la pubblicazione su Break.com il video è diventato davvero virale,” dice Fritsch. Le views continuano a crescere sempre di più nel corso degli anni.

Per Fritsch il video è stato anche un successo finanziario, nonostante i plagi e i continui upload. “Per me è stato come un piccolo stipendio per un paio d’anni. Ci pagavo l’affitto. Una cosa come 200-400 euro al mese. Nell’insieme diciamo sopra i 10.000 euro.” Fino al 2008 è andato tutto liscio. Ma qui finisce la prima parte della storia del Techno-Viking.

Guai per il filmmaker: il Techno Viking si fa vivo

Nel 2009 la storia prende una piega decisiva: il Techno Viking si è preso un avvocato. Fritsch riceve una lettera. L’avvocato del Techno Viking richiede che il video non venga diffuso oltre, e di sottoscrivere una dichiarazione. L’ironia della sorte: Fritsch voleva davvero sapere chi fosse il misterioso ballerino, e parlare con lui del filmato. Ma come tutti gli altri, curiosissimi di sapere chi fosse, è rimasto deluso. Non lo vedrà mai più in faccia una seconda volta.

Il filmmaker lo voleva a tutti i costi ritrovare. Ha telefonato a mille palestre di Berlino, credendo che fosse un istruttore di fitness, considerato il suo fisico. Ma la cosa non lo ha portato a niente, il protagonista del meme è rimasto un fantasma per lui come per il resto del mondo di internet.

La dichiarazione sottoscritta lo ha messo in una condizione piuttosto scomoda: anche il merchandising del marchio Techno Viking doveva essere modificato, nel suo negozio online gli era permesso soltanto lasciare un paio di scritte e un disegno. Alla fine, ha smesso di guadagnarci. “Fino a oggi non sembra che si sia sfociati in una violazione del diritto alla privacy [dei suoi protagonisti].”

Fritsch ha comunque bloccato il video su YouTube di modo che non fosse più accessibile per l’utente medio. Ma non ha voluto cancellarlo del tutto, e lo ha tenuto con sé per le sue lezioni. Nel marzo 2010 ha avuto un avviso dell’avvocato del Techno Viking, che sarebbe stato querelato. Ma nonostante la minaccia, in un primo momento ha vinto il silenzio, e la denuncia non è partita.

Un silenzio che diventerà fondamentale per gli sviluppi successivi del processo. Nel 2012, infatti, tre anni dopo la prima richiesta, Fritsch ha ricevuto l’ennesima lettera. Nel frattempo il Techno-Viking si era cercato un altro avvocato: Andreas Paschke, specialista in diritto della comunicazione e dei media, che ha scritto un altro documento in cui richiedeva che il video non fosse più diffuso, e che fosse interrotta la distribuzione del merchandising con l’immagine del suo cliente e la diffusione di qualsiasi cosa lo riguardasse.

Infine, il Techno Viking ha chiesto al regista un rimborso pari ai guadagni derivati dall’uso della sua immagine e almeno 10.000 euro di danni. Fritsch, ovviamente, si è opposto.

Un processo per decidere del futuro del meme

Ma cosa ha ottenuto da tutto questo la persona che tutto il mondo di internet conosce come Techno Viking? Una domanda che, nel processo, alcuni mesi dopo, ha avuto un ruolo fondamentale.

Il 20 maggio è una bella giornata di primavera, e anche il giorno in cui si decide il destino di uno dei più importanti meme di internet. L’uomo dietro il nome di Techno Viking non appare, si è lasciato soltanto rappresentare dal suo avvocato Alexander Paschke.

Il giudice ha preso una decisione a favore della parte lesa: Fritsch non poteva più usare i video e le immagini del Techno Viking, cui spettava anche un rimborso delle spese processuali (1.400 euro) e un corrispettivo dei proventi del video. In ogni modo, la corte ha respinto un ulteriore rimborso all’involontario idolo di internet e il divieto di diffondere ulteriormente il video.

Il fatto che la corte abbia rifiutato il rimborso suona meno importante di quanto non sia. Perché dietro questa scelta c’è un giudizio sulla persona dietro il Techno-Viking e interpreta il suo silenzio tra il 2009 e il 2012.

Il fatto che il giudice abbia respinto la richiesta di risarcimento è da attribuirsi al fatto che il raver ha deciso di andare avanti con il processo dopo aver valutato l’impatto mediatico della sua persona. Una persona davvero danneggiata non aspetta tre anni per chiedere il risarcimento di un danno. Così ha scritto il tribunale berlinese in ottimo tedesco giuridico nella motivazione della sentenza.

La fama su internet era l’ultima cosa che voleva il Techno Viking

Il fatto che il Techno Viking volesse soltanto fare soldi è stato negato dal suo avvocato: “non vuole essere un personaggio pubblico, in precedenza non lo è mai stato.” Ha ricevuto diversi inviti per esibirsi ai festival e presenziare ai talk show, ma non li ha mai accettati. Poi c’è una cosa di cui non si parla: mentre sui social quasi tutti cercano di diventare famosi, e molti avrebbero cavalcato l’onda per avviare una qualche carriera, il Techno-Viking vuole solo vivere la sua vita tranquilla. Non vuole esibirsi, non vuole farsi riconoscere, non vuole una carriera da meme.

Per l’avvocato è chiaro: quello di Fritsch è un vero e proprio furto di personalità. “Quando filmo qualcuno e pubblico il video, devo chiedere il suo permesso,” ha detto. Perciò il risultato del processo era chiaro: “Il mio assistito avrebbe dovuto dare il suo consenso.”

Ma il permesso da Frisch non è mai stato chiesto. Non dipende dal fatto che il Techno-Viking si sia lamentato, spiega l’avvocato: “Il diritto legato all’immagine è un bene prezioso e deve essere tutelato.” Il Techno-Viking avrebbe avuto delle esperienze sgradevoli a causa della sua popolarità in rete, ed è stato associato a cose e situazioni con cui non voleva avere a che fare, racconta Paschke. Per esempio, una parte della destra ha strumentalizzato il suo video.

Per la legge, il video non è arte ma una violazione della sfera privata

Nei confronti di Fritsch l’avvocato usa delle parole molto dure: “Secondo lui quello che fa è arte. Ma il meme deve essere visto sotto un’altra luce.” Fritsch ha cercato di difendersi così durante il processo, ma anche ammesso che si trattasse di arte, per l’avvocato ciò che ha fatto Fritsch va oltre i confini della libertà di espressione. Il tribunale di Berlino vede violata l’immagine del Techno Viking: “Anche quando si parla di arte, il diritto alla privacy è comunque preponderante.”

Il filmmaker del Techno Viking però ha un’altra prospettiva. Per lui si tratta di arte, e non di meme. Lo spezzone di video in cui c’è la danza, invece, la definisce demoniaca. “Come persona non lo puoi controllare,” è il suo tentativo di spiegare il fenomeno.

“Anche ammesso che qualcuno possa dire ‘adesso chiudiamo YouTube e togliamo tutto ciò che lo riguarda’, ci saranno sempre delle copie del video che verranno fuori”, continua Fritsch. “Semplicemente non ce la fai, è più forte di te, di me, del protagonista e sì, forse è lo spirito di quell’immagine che è venuta fuori e vivrà finché esiste la rete.”

Perché sarebbero servite delle scuse da parte di Frisch

Per l’avvocato Paschke la situazione è molto diversa. Per lui identificare il Techno Viking con un moderno demone sarebbe l’ennesimo modo per sviare: “Continua a non capire che ha violato la privacy del mio assistito, dicendo che sarebbe un demone; è una stupidaggine che mostra quanto poco Fritsch abbia capito di tutta questa storia.”

Anche se il meme fosse una sorta di “demone moderno” resta il fatto che “Fritsch lo ha creato danneggiando i diritti di una persona, per il proprio tornaconto.” L’uomo dietro il Techno Viking è “un cittadino privato, che è stato sfruttato e reso pubblico contro il suo volere,” ha chiarito Pashke.

Il regista avrebbe fatto bene a rendere note delle scuse, secondo l’avvocato. E questo non è successo. “Avrebbe dovuto fare qualcosa per riparare il danno, ma non ha fatto nulla. Questo è vergognoso,” ha detto l’avvocato, specializzato in diritto alla privacy. Pertanto, per lui la decisione del tribunale è un segnale importante: “Era una conferma del fatto che il diritto del singolo e il diritto alla privacy sono beni superiori.” Ciò non toglie che certe violazioni siano diventate sempre più frequenti nell’era di internet, e i meme continuano a girare inesorabili.