La coppetta della luna

Mi pare stupido avere a mia disposizione una rubrica in cui parlo delle mie cose e non trattare in maniera diretta l’argomento “le mie cose”. Come dite? Non mi ritenete in grado di parlarne solo perché sono affetta da un piccolo disturbo comunemente detto amenorrea? Lo sbilanciamento ormonale verso il testosterone non mi permetterà di avere spesso le mie cose, è vero, ma ciò non significa che io sia del tutto ignara di come contrastare in maniera fantasiosa il mare di sangue che investe le donne regolari—e qualche volta anche me.

Sapete tutti che per ogni ragazza esistono due possibilità: esterno o interno. Se si sceglie la prima opzione, il mio unico consiglio è di evitare i leggings bianchi; se invece siete tipi introspettivi, la alternative sono varie.

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#1 – Classico Tampax: presentatomi dalla mia compagna delle medie che si era sviluppata per prima, è un prodotto che mi ha subito intimorito. Ho avuto paura, lo confesso, paura di perdere la mia purezza. Poi con gli anni ho capito che il tampax è un amico e che la tecnologia è a nostro favore: prediligete quelli in comoda plastica, potrete giocare alla cabina di salvataggio della nave spaziale che viene sparata nell’universo. Voooom Tampax! Vola in una nuova dimensioneeeeee!

#2 – OB: personalmente sconsigliatissimo, primo perché non sempre si ha tempo di lavare perfettamente le mani e in questo caso siete praticamente obbligate a praticare dell’autoerotismo mentre vi spingete dentro questo lercissimo piccolissimo suppostino. Secondo motivo, la comodissima apertura a ombrello di questo minuscolo strumento di tortura. Cosa significa apertura a ombrello? Significa semplicemente che, quando lo inserite, l’igienicissimo OB ha un diametro di 1,5 cm circa, mentre quando è il momento di liberarvene le sue dimensioni sono quadruplicate. Per capire questa sottile metafora vi basterà pensare a come sarebbe infilare appunto un ombrello chiuso in un pertugio, poi aprirlo e tentare di sfilarlo. Auguri.

Lasciando perdere queste prime tradizionali opzioni di contenimento, il metodo di cui vi parlerò oggi è terribilmente inquietante, seppur ecologico e innovativo. L’oggetto in questione ha vari nomi, tutti bellissimi, tra cui Iriscup, Divacup, Meluna Cup, Yuukicup, ma per comodità lo chiameremo con quello più noto, ovvero Mooncup.

Questo supporto mestruale è poco indicato per chi non ha dimestichezza con il sangue o è facilmente impressionabile: in questi casi, infatti, il cambio-Mooncup sarà un po’  l’equivalente di sfrangiare un capretto a mani nude. In altre parole, pensate a quanto dicevamo sopra riguardo all’ombrello e all’OB, ed elevatelo alla ennesima potenza. Diciamo che, se scegliete questa strada, dovete sicuramente avere molta confidenza con i detriti che il vostro corpo produce, ed essere disposte a sentirvi donne al 100 percento.

Ciò detto, la coppetta mestruale (che bel nome eh? Non vi viene voglia di fare un brindisi? Cin cin!) ha anche i suoi pro. Primo fra tutti, ragazze, il rispetto per l’ambiente. Se infatti avete un ciclo regolare, oserei dire mensile, la quantità di immondizia prodotta dal vostro sporco sangue è veramente mastodontica, mentre con la mooncup riducete di gran lunga le vostre emissioni. Oltre a diventare vere e proprie Giovanne D’Arco dell’ecologia, questi sistemi di contenimento alternativi solleveranno la vostra economia mensile dall’ingente spesa di euro 5 a pacchetto (che manco le Marlboro).

Ad ogni modo, ho acquistato per l’occasione questo ritrovato della mestruotecnica, questo imbuto senza buco, per poterlo studiare da vicino e fornirvi un’analisi completa del prodotto.

Sulla scatola sono illustrati a grandi linee i motivi per cui bisognerebbe scegliere Mooncup, motivi tra i quali figura la locuzione “secchezza vaginale” che mi ha sempre fatto ridere (se siete affette da secchezza vaginale vogliate perdonare la mia frivolezza). Un’altra cosa che dice la scatola è che questa coppetta è stata progettata da donne per le donne. Ok, questa frase invece mi fa venire in mente una specie di tiaso saffico 2.0, tipo quello così finemente rappresentato dalla pubblicità di Lines È, popolato da scienziate pazze il cui scopo nella vita è progettare congegni vaginali e scoprire finalmente la pietra filosofale della fecondazione ovulo-ovulo. 

Dentro la scatola, oltre a un pratico sacchettino tenerino e alla mooncup stessa, un libretto di istruzioni infinito per chi, come me, non ha idea di quali acrobazie debba fare per mettersi un imbuto nel corpo. Nella sezione “scegli la piegatura più adatta a te” questa pratica ricreativa simile all’arte degli origami viene ampiamente illustrata, oltre a essere oggetto di alcuni dei più fantasiosi tutorial mai visti. Ragazze! Giochiamo con il mestruo!

Ma arriviamo al sodo, ovvero al momento in cui l’imbutone entra nel nostro corpo: io non ho davvero ancora capito come fa, anche perché gli estrosi video-tutorial di cui vi parlavo poc’anzi non aiutano certo a prefigurarselo, dato che perlopiù utilizzano bicchieri come simulacro della vagina—ecco, io spero per voi che la vostra non sia a forma di bicchiere.

Detto questo, mi auguro che il mio raro ciclo non mi sorprenda quando ho solo una Mooncup a fianco, nonostante abbia un’ottima reputazione (nei forum delle femmine assicurano che con lei ci si diverte). È che ancora non mi sento pronta per un passo così importante, e poi a dirla tutta non sono mai stata brava con gli origami. 

Vi lascio quindi con un video-tributo al magico oggetto di cui abbiamo parlato, che credo sia il modo più dolce di salutarvi, dopo questa delicata trattazione. Cin cin a tutti voi!

PS: Vendo coppetta mestruale marca Mooncup misura B, come nuova, usata solo come cappellino in una fotografia. Contattatemi in pvt.

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