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Cosa dicono le nuove linee guida di Facebook

Facebook ha appena aggiornato le linee guida della sua community contro i comportamenti illeciti, il che significa che guardando la home ora troverete probabilmente cose meno interessanti, ma tutto sarà più sicuro; la compagnia ha introdotto una serie di regole che saranno utili agli utenti e restrizioni che porteranno alla censura di molti contenuti.

Le nuova linee guida sono state rivelate in un post in cui la compagnia ha affermato di voler chiarire la posizione di Facebook su restrizioni di vecchia data—come quelle sull’incitamento all’odio, per esempio—e di introdurne di nuove.

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Il sito ha anche pubblicato il report sulla trasparenza riferito alla seconda metà del 2014, con le richieste ricevute da parte dei governi per la condivisione di dati degli utenti o per la censura di contenuti.

Quindi, che impatti avranno su di noi queste restrizioni? Dovremo preoccuparci di cosa potremo postare? Qui gli elementi clou delle nuove linee guida di Facebook.

Il “revenge porn” è finalmente proibito

Facebook vieta di postare immagini di contenuto pornografico senza il consenso di un utente, una pratica abietta conosciuta con il nome di “revenge porn.” Sia Reddit che Twitter hanno vietato il revenge porn sulle proprie piattaforme rispettivamente a febbraio e marzo di quest’anno. Facebook arriva leggermente in ritardo in questo ambito, che da molti anni solleva non pochi problemi. E si potrebbe sostenere che le restrizioni di Facebook in questo senso non siano ancora abbastanza rigide.

Le regole affidano alle vittime la responsabilità di segnalare le immagini di sé su Facebook. Bisogna poi aspettare che lo staff di Facebook visioni la segnalazione e stabilisca se l’immagine debba essere rimossa o meno. Reddit ha avuto un approccio simile, ed è stato duramente criticato dai sostenitori dei diritti delle vittime.

Non è permesso il “supporto a organizzazioni pericolose”

Appoggiare apertamente “gruppi pericolosi” che Facebook definisce coinvolti in “attività terroriste” o nel crimine organizzato è ora vietato sul sito. Anche elogiare, legittimare o supportare i loro leader o le loro azioni è un tabù.

“Accogliamo discussioni aperte e commenti su questi argomenti,” afferma il post di Facebook, “ma chiediamo che le persone mostrino sensibilità nei confronti delle vittime di violenza e discriminazione.”

Facebook ha in passato bannato delle pagine di supporto allo Stato Islamico, ad esempio, quindi la mossa in questo senso non è una sorpresa. Il problema è che, come sempre, la definizione di “attività terroriste” è controversa. Per la Bill C-51 proposta in Canada, ad esempio, il governo espanderebbe la legislazione antiterrorismo a qualsiasi gruppo che abbia nel mirino le infrastrutture del paese o l’economia nazionale. Documenti diffusi recentemente rivelano che le forze dell’ordine canadesi considerano già i gruppi ambientalisti come partecipanti a operazioni “criminali estremiste.”

Dal momento che Facebook opera in accordo con le leggi del paese in cui si trova, è assolutamente possibile che un post che sostiene un gruppo di protesta possa essere considerato una violazione del regolamento di Facebook.

Niente culi, tette o nudità CGI.

Facebook ha finalmente chiarito le sue regole sulle immagini di nudità, e bisogna ammettere che sono piuttosto puritane. Secondo le nuove linee guida nessuna foto di genitali, sederi o tette con capezzoli visibili saranno permesse sul sito. Va notato che sono escluse sculture, dipinti, immagini di allattamento o immagini in cui un seno ha una cicatrice da mastectomia—un gesto gentile nei confronti di madri o donne sopravvissute al cancro che potrebbero voler usare il sito per diffondere le loro storie.

Ma, inspiegabilmente, Facebook vieta qualsiasi tipo di nudità generata al computer che serva per fare ironia, per educare o per fare satira. Il permesso accordato per le rappresentazioni non digitali del corpo umano apparentemente non si applica alle animazioni o alle immagini digitali.

Questa regola potrebbe portare all’esodo degli utenti da Facebook verso piattaforme più liberali come Ello. Il sito è diventato famoso per le poche limitazioni riguardo nudità e contenuti pornografici.

Ma di nuovo, Ello sembra essere il luogo adatto a un pubblico più ricercato, mentre Facebook è il luogo dove puoi tranquillamente trovare tua madre o tuo cugino.

Le immagini forti condivise per il vostro “piacere sadico” verranno rimosse

Le foto che presentano scene violente o sanguinolente sono vietate su Facebook, ma ora la compagnia fa la distinzione tra immagini condivise per portare l’attenzione su questioni legate ai diritti umani, ad esempio, e quelle condivise con l’unico scopo di suscitare “piacere sadico”.

Probabilmente questo significa che gli utenti potranno segnalare le persone che condividono immagini violente solo per il gusto di farlo, e Facebook si attiverà per rimuovere il post. Questa regola sembra piuttosto innocua formalmente, ma l’assenza di eccezioni per l’arte o la satira—che Facebook fa invece per quanto riguarda la nudità—è rilevante nel caso di immagini che mostrano atti violenti.

Che l’arte abbia bisogno di mostrare la violenza è un tema dibattuto e controverso, ma Facebook sembra aver chiuso le porte a qualsiasi discussione in questo senso.

Non puoi infamare le persone pubblicamente

L’internet dovrebbe essere una macchina per l’empatia, ma tutti sembrano amare non poco le infamate di pubblico dominio. Questo tipo di cose accade quando qualcuno dice o posta qualcosa di davvero terribile, e l’internet va fuori di testa. “La cultura della vergogna” sta avendo il suo contraccolpo, afferma lo scrittore Jon Ronson nel suo nuovo libro So You’ve Been Publicly Shamed.

Questa restrizione ha come obiettivo di fermare la creazione di pagine contro “individui privati”, che Facebook definisce “persone che non hanno attirato né l’attenzione dei media né l’interesse del pubblico con le proprie azioni o la propria professione.”

Questa nuova regola solleva le questioni che Ronson affronta nel suo libro, come il caso di Justine Sacco, una PR che perse il suo lavoro (per trovarne un altro subito dopo) dopo essere stata insultata per aver twittato che non avrebbe preso l’AIDS in Africa per il fatto di essere bianca.

La pubblica gogna, una tradizione antica quanto il mondo, dovrà sopravvivere in luoghi che non sono Facebook d’ora in poi.

I Governi stanno chiedendo a Facebook di essere più rigorosi

Tutte queste restrizioni potrebbero avere un impatto anche a livello di censura da parte dei governi. Secondo il report sulla trasparenza di Facebook, rilasciato insieme alle nuove linee guida, il numero di richieste di accesso ai dati degli utenti è come sempre consistente, ma ad aumentare sono state le richieste governative di restrizione di contenuti.

“Il numero di contenuti censurati per violazione delle leggi statali è cresciuto del’11 percento rispetto al semestre scorso, da 8.774 a 9.707. Il numero di richieste è invece aumentato in paesi come la Turchia e la Russia, e diminuito in paesi come il Pakistan.” cita il post.

La menzione del Pakistan è piuttosto importante, considerato il suo essere noto per le frequenti richieste di rimozione di contenuti su Facebook. L’India e la Turchia, nazioni famose per la loro censura di contenuti social, sono invece ancora in testa.

Questa scoperta diventa preoccupante alla luce del fatto che le nuove linee guida si propongono di limitare il supporto a “organizzazioni pericolose.” Questa definizione è piuttosto malleabile, e potrebbe essere facilmente usata per zittire proteste e critiche, come nel caso del sopraccitato Bill C-51 canadese.

I governi potrebbero definire le “organizzazioni pericolose” a proprio favore​

Facebook è sempre stato reticente a rilasciare dettagli sul tipo di richieste che riceve e sul modo in cui le valuta. E continua a essere così. Nonostante ciò, i post dichiarano che la compagnia “continuerà a valutare ogni richiesta, e a respingerla nel caso vi riscontri delle mancanze,” ma senza parlare dei criteri con cui queste richieste vengono varate.

Il report sulla trasparenza in sé è poco più di una lista di paesi con relativo numero di richieste. Altre compagnie, come Google e Twitter, pubblicano i documenti che ricevono dalle compagnie che chiedono loro di cancellare contenuti.

Le nuove linee guida, alla luce dell’aumento di richieste per la restrizione di contenuti da parte dei governi, si tradurranno in una maggiore rimozione di status, pagine, e commenti dal sito? Per scoprirlo, non possiamo che aspettare. Se non vi va di annoiarvi con tutta questa roba, potreste sempre usare un altro sito che non ponga limiti su quanto hai da dire—ma è davvero così?