Negli ultimi anni, moltissimi paesi hanno rivisto la propria legislazione sulla cannabis verso una maggiore apertura. È il caso di Canada e Uruguay, che hanno decriminalizzato del tutto l’uso ricreativo di marijuana, così come di vari stati degli USA, mentre luoghi come Amsterdam e la Giamaica sono da sempre noti per l’approccio più blando nei confronti dell’erba.
Nel mondo ci sono però anche paesi che la considerano una sostanza pericolosa quanto metanfetamine ed eroina—e dove i consumatori sono denigrati, considerati scarti della società. A seconda della quantità sequestrata, si arriva anche agli anni di detenzione o addirittura alla pena di morte. Il Sud Est Asiatico in particolare ha alcune delle leggi più severe del mondo in tema di cannabis.
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Ecco le risposte ad alcune domande sui luoghi dove fumarsi una canna è più pericoloso.
LEGGI SULLA CANNABIS IN INDONESIA
L’Indonesia, famosa per le sue spiagge, i suoi templi e i suoi vulcani, è una meta turistica molto popolare. Solo Bali nel 2018 ha accolto sei milioni di turisti. Purtroppo però è uno dei posti peggiori dove andare in giro con un po’ di erba in tasca. È facile essere condannati al carcere o addirittura a morte, in caso si venga accusati di essere dei trafficanti.
In Indonesia la cannabis rientra infatti nella tabella 1 delle droghe, insieme a eroina, cocaina e crystal meth, il che significa che il governo la considera una sostanza pericolosa e priva di valore terapeutico. Milioni di persone continuano a usare cannabis in Indonesia e la maggior parte viene prodotta nella regione di Aceh, secondo un rapporto del Transnational Institute.
La punizione per possesso di cannabis per uso personale prevede un massimo di quattro anni di prigione o l’obbligo di partecipare a un programma di riabilitazione. Se invece ti beccano a coltivare più di un chilo o più di cinque piante, rischi dai cinque ai 20 anni di galera o la condanna a morte.
Il rapporto del Transnational Institute sottolinea che circa 26 persone al giorno ricevono una sentenza di detenzione per reati legati alla cannabis e che i consumatori possono essere accusati anche di spaccio. In molti casi, per scampare all’arresto si ricorre alla corruzione.
Secondo il governo britannico, “la polizia effettua frequenti raid (in particolare a Bali) nei luoghi più frequentati dagli stranieri. Potrebbe essere richiesto un esame delle urine o del sangue se c’è il sospetto fondato che ci sia stato consumo di droghe.”
Pip Holmes, 45 anni, cittadino britannico, al momento rischia fino a 15 anni di reclusione nella famosa prigione Kerobokan di Bali dopo che gli sono stati trovati addosso 31 grammi di olio al THC, che lui sostiene di usare contro l’artrite. Holmes, che è un surfista, aveva ricevuto l’olio via posta da un amico in Thailandia. Per questo, è imputato anche di contrabbando.
CONSUMO DI CANNABIS IN GIAPPONE
Il Giappone è talmente severo sul consumo di cannabis che quando il Canada l’ha legalizzato nel 2018 il governo giapponese ha avvertito i suoi cittadini all’estero che in caso di consumo avrebbero comunque potuto incorrere in problemi legali una volta tornati a casa.
La legge sul controllo della cannabis dice che il possesso di erba può risultare in pene fino a cinque anni di prigione o sette se si sospetta l’intento di spaccio, oltre a una multa che può arrivare a 16.500 euro. Le condanne per la coltivazione, l’importazione e l’esportazione di marijuana ammontano a sette anni—o dieci se c’è l’intento di trarne profitto, con annessa potenziale multa fino a 25mila euro.
Gli arresti per possesso di erba, leggiamo su the Diplomat, sono in crescita in Giappone—dai 3000 del 2017 ai 3578 del 2018. Il cantante pop Junnosuke Taguchi e la sua ragazza Rena Komie sono stati arrestati nel maggio scorso perché nel loro appartamento sono stati trovati appena 2,2 grammi di marijuana. Sono stati rilasciati su cauzione dopo aver pagato l’equivalente di 25mila euro di multa a testa. A entrambi è stata ordinata una sospensione condizionale della pena in ottobre, il che significa che non dovranno effettivamente passare del tempo in carcere.
DROGHE IN THAILANDIA: FUNGHETTI, ERBA
Di recente la Thailandia ha reso meno severe le leggi sull’erba e legalizzato l’uso medico nel 2018. Si tratta di una svolta netta rispetto a quando le persone venivano uccise per possesso di droga.
Chiunque ci sia stato può anche confermare che le droghe—funghetti, erba, oppio—sono molto facili da trovare per i turisti. Ma bisogna stare attenti a chi te le vende.
La pena per possesso di piccole quantità arriva fino a un anno di carcere e/o una multa di circa 300 euro, fino a un massimo di cinque anni di carcere per possesso di quantità inferiori a 10 kg di erba.
Ma il problema maggiore per chi viaggia potrebbe essere quello di imbattersi in “spacciatori” che in realtà lavorano per la polizia e fanno scattare la perquisizione subito dopo aver completato un acquisto. Anche i Full moon party sulle isole thailandesi sono pieni di poliziotti che si fingono spacciatori e che potrebbero chiedere una tangente per evitare l’arresto.
CONSUMO DI MARIJUANA A SINGAPORE
Singapore è un posto noto per le sue leggi severe: è illegale gettare rifiuti per terra, sputare, fumare in pubblico e masticare chewing gum sui mezzi pubblici. Quindi non stupisce che le leggi sul consumo di marijuana siano tra le più dure del mondo.
Il possesso di erba può portare a un massimo di 10 anni di carcere o a multe da 18 mila euro. Se ti vengono trovati più di 500 grammi di erba, puoi venire accusato di traffico—il che significa che le pene vanno dalle bastonate, all’ergastolo, alla morte.
Nel 2016, il 38enne nigeriano Chijioke Stephen Obioha è stato impiccato a Singapore dopo essere stato arrestato in possesso di 2,6 kg di cannabis.
Dopo che il Canada ha legalizzato la marijuana, il governo canadese ha messo in guardia i suoi cittadini che le autorità di Singapore possono richiedere un test delle droghe all’ingresso nel paese. Se si risulta positivi, si rischia l’arresto e il processo, anche se le droghe sono state consumate al di fuori dei confini nazionali.
…E IN MALESIA
In Malesia è in corso un dibattito per l’annullamento della pena di morte per i trafficanti di droga, che include chiunque venga fermato in possesso di oltre 200 grammi di cannabis. Il governo sta anche considerando di decriminalizzare il possesso.
Ma per ora è ancora tutto illegale e le pene per il possesso partono da 5 anni di carcere se si viene arrestati con 50 grammi o più. Coltivare anche solo una pianta di marijuana può voler dire una condanna all’ergastolo.
LEGISLAZIONE SULLA CANNABIS NEGLI EMIRATI ARABI UNITI
Dubai è diventata una meta estremamente gettonata sia per i viaggi di affari che per quelli di piacere. Nel 2018 ha attirato quasi 16 milioni di visitatori, diventando la quarta città più visitata del mondo, secondo un rapporto di Mastercard, con una spesa giornaliera pro capite di 500 euro. Ma spendere qualunque percentuale di quei soldi in droga sarebbe un errore madornale.
Negli Emirati, avere tracce di droga nel sangue è considerato possesso, il che è punibile con un minimo di quattro anni di carcere o una multa di 2500 euro.
Keith Brown, un educatore inglese e padre di tre figli, è stato condannato a quattro anni di carcere nel 2008 dopo essere stato fermato nell’aeroporto di Dubai con 0,0003 grammi di cannabis attaccati a una scarpa. L’equivalente di un granello di zucchero.
Nel 2017, un altro inglese, Connor Clements, trasferitosi a Dubai, è stato condannato a due anni di carcere dopo che era risultato positivo a un test per la cannabis. Clements ha raccontato di aver dovuto dormire per terra in una cella con altre 25 persone e che il suo processo è durato “meno di un minuto.”
FARE USO DI MARIJUANA IN TURCHIA
Nonostante la Turchia stia aumentando la sua produzione di cannabis terapeutica, il consumo ricreativo è ancora illegale e il possesso di quantità esigue continua a risultare in condanne fino a due anni di carcere.
Chi “incoraggia apertamente l’uso di droghe eccitanti o che danno dipendenza” rischia fino a cinque anni di carcere.
STATI UNITI: SI PUÒ FARE USO DI MARIJUANA?
In molti stati americani l’erba è legale, tra questi California, Oregon, Washington e Colorado.
Ma a livello federale la cannabis resta illegale, il che significa che gli stranieri corrono molti rischi se decidono di consumarla.
Se stai entrando negli USA, anche ammettere di aver fumato erba nella tua vita può farti bandire a vita. E ovviamente non va meglio se hai della cannabis con te.
Anche consumare erba che è legale nello stato che ti ospita può portare problemi. L’estate scorsa, il podcast incentrato sulla ganja On Something ha raccontato la storia di una donna cilena a cui è stato vietato per sempre l’accesso agli USA perché gli agenti doganali avevano trovato delle foto nel suo telefono scattate dentro un dispensario di marijuana a Denver.
È possibile fare ricorso contro l’espulsione, ma può costare fino a 1000 dollari e richiedere fino a 18 mesi per la risposta.
E in Italia?