Le economie mondiali possono essere cosiderate come assurdi sistemi fatti di complesse catene di domanda e offerta, sostenuti da materie prime e alimentati da diverse monete.
Owen Cornec e Romain Vuillemot, studiosi di visualizzazione dati alla Harvard Kennedy School, hanno voluto ripensare la diffusione globale dei beni in un nuovo modo. Intitolato “Globe of Economic Complexity,” il colorato mondo in 3D di Cornec e Vuillemot ritrae la fredda natura dell’economia in “nuvole di coriandoli.”
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Globe of Economic Complexity—uno strumento interattivo—permette ai suoi utenti di vedere tutti gli scambi di un paese, quali beni produce e dove li esporta nel mondo. La mappa permette a profani e specialisti di esplorare e comprendere il mondo attraverso la produzione e la traiettoria commerciale dei beni. Il progetto è stato ispirato dall’originale Atlas of Economic Complexity, che è uno strumento usato dai politici per vedere le esportazioni e il benessere economico dei paesi. “Volevamo trovare un modo nuovo per esprimere la scala, la diversità e la disparità delle economie del mondo usando tecnologie web 3D all’avanguardia, per rendere queste gigantesche quantità di scambi commerciali internazionali piacevoli da guardare e facili da capire,” mi ha spiegato Cornec in una mail.
La visualizzazione dati crea una mappa della “intera produzione mondiale di beni” ricostruendo le esportazioni mondiali del valore di 15,3 trilioni di dollari raggiunte nel 2012. Un puntino equivale a 100 milioni di dollari di esportazioni (“l’equivalente di 15.000 orologi svizzeri”). Ogni colore rappresenta un diverso settore industriale e ci sono 153.000 puntini in totale.
La cosa divertente del sito è che permette di esplorare analogie e differenze tra prodotti che provengono da diversi paesi. Una gamma di prodotti che comprendono “prodotti vegetali,” “tessili” e “metalli” sono elencati in fondo al sito. Cliccando su uno qualsiasi di questi la distribuzione di quei prodotti nel mondo si evidenzia sulla mappa. La visualizzazione rende chiaro anche il fatto che nessun paese può esportare qualsiasi cosa, e che alcuni settori come quello dei macchinari generano più rete internazionale di cose, tipo le verdure.
“Mi ha sorpreso il fatto che, quando i punti cadono sui paesi, si crea una texture dinamica che mostra velocemente l’economia di quel paese in poche parole,” mi ha spiegato Cornec. “La Libia, l’Algeria e l’Iran sono per lo più marroni, perché esportano il petrolio. Il Bangladesh è tutto verde, perché esporta solo tessuti e prodotti relativi al settore tessile. Mentre paesi come la Corea del Sud e l’Olanda sono estremamente luminosi, perché esportano qualsiasi tipo di prodotto di qualsiasi colore, infatti hanno economie floride.”
I dati per il progetto sono stati generati grazie ai dati sull’esportazioni globali nel 2012 raccolti dal Center for International Development (CID) della Harvard University, che provengono originariamente dal database del United Nations Comtrade. Secondo quando scritto sul sito, Globe non solo mostra dove vengono prodotti e spediti i beni, ma può anche “usare queste informazioni per suggerire quali prodotti un certo paese dovrebbe iniziare a produrre per alimentare la propria crescita economica.”