Cultura

Come i seguaci di Osho hanno portato l’MDMA a Ibiza

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“Io non potrei credere se non in un Dio che sapesse danzare.” È questo il modo in cui si esprime Friedrich Nietzsche nel suo celebre Così parlò Zarathustra, con quella stessa frase pronunciata a più riprese anche da Bhagwan Shree Rajnees, conosciuto come Osho e leader di un movimento dedicato all’amore libero—protagonista della docuserie di Netflix del 2018, Wild Wild Country.

La citazione di Nietzsche si adatta perfettamente a una diceria che circola da moltissimo tempo nell’ambito della controcultura e delle droghe: ovvero che siano stati i discepoli di Bhagwan—conosciuti anche come Rajneeshee, sannyasin o semplicemente i Bhagwan—a portare l’MDMA a Ibiza a metà degli anni Ottanta. Da qui, questa sostanza ha trovato terreno fertile, in particolare come accompagnamento al nuovo suono balearico inaugurato da DJ Alfredo durante le sue serate all’Amnesia, per poi influenzare moltissime altre culture contemporanee—tra le quali la musica elettronica e i festival. Ma è davvero andata così? Scopriamolo.

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Prima però, un po’ di storia. Negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, Ibiza era una sorta di luogo di ritrovo per artisti, musicisti e beatnik vari in fuga dai pericolosi capricci del fascismo europeo. Gli hippy californiani che rifiutavano la leva e la guerra del Vietnam si aggiunsero poi per rendere di fatto l’isola una tappa obbligata e abituale per la controcultura mondiale. Dalla metà degli anni Settanta e fino agli Ottanta venne coltivata e fatta crescere l’embrionale scena locale dei club, con posti ormai leggendari come l’Amnesia, Pacha e KU pronti ad accogliere una folla in cerca di ogni forma di piacere.

L’MDMA, nel frattempo, era passata da essere una sostanza ancora legale tra le scorte degli psicoterapeuti progressisti californiani, a essere utilizzata dalla scena gay notturna di New York, Chicago e Dallas—dove era venduta direttamente al bancone in luoghi come lo Starck. La stessa venne però resa illegale dalla DEA nel 1985, non prima che uno tra i principali produttori di ecstasy in America, ovvero il Texas Group, sfornasse oltre 2 milioni di pillole nelle settimane precedenti la messa al bando.

Nella ricca comunità Bhagwan gli psichiatri, soprattutto quelli più progressisti e lungimiranti, erano tutt’altro che sconosciuti. Benché il movimento fosse ufficialmente contro le droghe, è probabile che alcuni membri si servissero dell’MDMA durante le sessioni di psicoterapia. Secondo alcune voci, lo stesso Rajneesh era alquanto appassionato di protossido d’azoto, mentre Sheela, il comandante in seconda, e l’ex guardia del corpo Hugh Milne, hanno poi raccontato che in più di un’occasione Osho aveva somministrato MDMA ai sannyasin più facoltosi durante le attività di raccolte fondi.

Bhagwan Shree Rajneesh
Bhagwan Shree Rajneesh. Photo: Netflix

Nel 1985 venne smantellato Rajneeshpuram, il quartier generale dei Bhagwan in Oregon, tra accuse, lotte intestine e cospirazioni ben poco spirituali. Ormai c’erano centinaia di centri Bhagwan in giro per il mondo, da Ibiza a Portland, da Bondi a Berlino. Molti di questi centri, con il personale costituito dai sannyasin, gestivano di fatto i club, le discoteche e i locali, mentre i proventi venivano utilizzati per finanziare le varie attività oppure rigirati direttamente verso gli USA.

Secondo Matthew Collin, autore di Altered State, un libro dedicato alla storia dell’acid house e dell’ecstasy, “Il movimento Bhagwan aveva una mentalità imprenditoriale proiettata verso l’esterno. Le persone che gravitavano intorno a questa realtà non solo hanno reso popolare l’ecstasy, ma hanno dato vita a sistemi di distribuzione in grado di diffondere la sostanza ben oltre gli Stati Uniti.”

Come riportato in Shadows Across The Moon, libro seminale su Ibiza scritto da Helen Donlon, “l’uso dell’MDMA si è trasformato in un fenomeno grazie a queste figure itineranti [i sannyasin].” Tuttavia, è molto difficile trovare una fonte affidabile e di prima mano che confermi questa affermazione.

Tony D’Andrea è un antropologo che ha studiato la comunità Bhagwan a Ibiza prima di seguirla a Pune, in India, dove lui stesso si è poi convertito. D’Andrea ha scritto molto riguardo all’influenza esercitata dai Bhagwan sulla vita notturna di tutto il mondo e sostiene che “Siano stati un collegamento cruciale tra la controcultura di Ibiza nei Sessanta e la sottocultura elettronica dei Novanta.” Tra circa due decine di sannyasin contattati per un commento, solo D’Andrea e un’altra persona hanno accettato di parlare e di essere registrati.

Ravers che ballano all'Amnesia, Ibiza
Ravers che ballano all’Amnesia, Ibiza, 1999. Foto: Everynight Images / Alamy Stock Photo

“I sannyasin hanno introdotto l’MDMA a Ibiza, ma non sono stati gli unici. Anche la comunità gay, la scena hippie e New Age, nonché i frequentatori dei party mondani, facevano uso della sostanza nello stesso periodo,” spiega. “Le droghe erano soltanto un elemento complementare di uno stile di vita sperimentale, non un’impresa o un’attività economica… Spesso, i vari membri delle scene si scambiavano le droghe gratuitamente appena ne avevano occasione. E questo avveniva in particolare a Ibiza.”

Maria è una donna inglese che ha vissuto sull’isola durante gli anni Ottanta. Vive ancora lì, ma descrive il decennio prima che Ibiza venisse riconosciuta come destinazione ideale per il clubbing come “un paradiso in Terra.” Aveva contatti frequenti con los butanos—il nomignolo dato ai sannyasin dai residenti del posto, a causa delle vesti arancioni che li facevano assomigliare alle taniche di gas butano. Le chiedo se sono stati loro a portare l’MDMA sull’isola. “Sì, direi di sì, ma non ho alcuna prova,” ribatte. “La sostanza è spuntata fuori all’incirca in quel periodo e loro di certo sapevano come prenderla. Una cosa è certa: amavano le droghe.”

Tuttavia, Maria precisa che i Bhagwan di solito non trafficavano in MDMA, e quando capitava era un’eccezione, non la regola. Terrence, un altro residente di lungo corso di Ibiza, concorda. “Alcuni dei sannyasin trafficavano e spacciavano. Ma succedeva un sacco di tempo fa e la maggior parte di quelle persone ormai è morta,” rimarca Terrence. “Più di ogni altra cosa, cercavano di espandere la loro mente e coscienza.” Stephen Armstrong, autore di The White Island, mi racconta che “alcuni sannyasin di Ibiza hanno cominciato a spacciare per pura necessità economica, quando la sede principale in Oregon è stata chiusa e il movimento è collassato a livello mondiale. Tutto ciò che rimaneva loro erano i vestiti e armadi pieni di MDMA.”

Armstrong ipotizza che abbiano cominciato a vendere ai turisti, che a loro volta hanno cominciato a frequentare i set di DJ Alfredo all’Amnesia—poi “scoperti” durante il mitico viaggio del 1978 di quattro fondamentali DJ inglesi: Paul Oakenfold, Nicky Holloway, Johnny Walker e Danny Rampling. Proprio quello stesso anno, il 5 dicembre, Rampling cominciò a tenere una serata ispirata a Ibiza e intitolata Shoom, che diventò poi l’antesignana dell’acid house.

In sostanza, possiamo tranquillamente affermare che i sannyasin hanno giocato un ruolo importante nel diffondere l’MDMA a Ibiza e dunque, in qualche strano modo, sono responsabili anche di David Guetta, Glastonbury e le abitudini degli inglesi in fatto di droghe. Ma non solo, perché nell’autobiografia My Life In Orange, l’ormai defunto sannyasin Tim Guest scrive che i sannyasin americani avevano cominciato a produrre direttamente l’MDMA. Mi arrivano anche altre voci a confermarlo. Sarà vero?

Philippus Zandstra è co-autore di XTC: Een Biografie. Afferma che nel 1986 sia stato un sannyasin a spacciare su larga scala l’MDMA ad Amsterdam, e che l’ecstasy provenisse da un laboratorio sulla costa ovest degli USA. “Da quel che so, è gestita da sannyasin, ma non posso confermalo,” dice scusandosi. “Ne abbiamo sentite molte di queste storie sui Bhagwan. Si tratta di una chiacchiera piuttosto comune, a cui manca però la prova definitiva.”

In effetti, è giusto rimarcare quanto i Bhagwan siano generalmente piuttosto sfuggenti. “È come una caccia ai fantasmi,” rilancia Zandstra. Dopo la nostra conversazione, mi rendo conto che è giunto il momento di mollare il colpo.

Questa storia, tuttavia, ha ancora qualcosa da raccontarci: quella della “Convergenza Armonica,” un allineamento dei pianeti che segue il calendario Maya e avviene una volta ogni 10.000 anni. Organizzato e pubblicizzato a mo’ di evento spirituale da uno storico d’arte di nome José Argüelles, ha riunito migliaia di persone da tutto il mondo, nel tentativo di aumentare la presa di coscienza globale attraverso danza e meditazione.

Quando? Proprio nel 1987, lo stesso anno in cui Oakenfold, Holloway, Walker e Rampling hanno visitato Ibiza per la prima volta e hanno portato il rave nel Regno Unito. Forse gli dei ci stavano davvero insegnando a ballare, dopotutto.

@dhillierwrites