Tutti i cazzi del Cremlino

Si ringrazia Ilona Staller per le foto. 

Di Moana Pozzi e dei suoi misteri si parla più o meno un mese sì e un mese no, e la settimana scorsa c’è arrivato anche Mistero, che ha costruito l’intera puntata su un suo presunto incarico al KGB. Quello che tutti sanno è che Moana è stata LA pornostar italiana, ha fatto la scrittrice, la politica e la cantante, e poi è morta a 33 anni come Gesù, ma di carcinoma epatocellulare. Il suo pubblico non se n’è mai fatto una ragione, e come accade quando in ballo ci sono giovani, carini e famosi, c’è chi prova a superare l’oblio appellandosi a complotti, alieni e nazisti.

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Mistero ha fatto sua l’ipotesi dello spionaggio, e per indagare sulla cosa ha interpellato un misterioso ipnotista e Cicciolina, o Ilona, o come la chiama ognuno di noi nel profondo del proprio cuore. Ovviamente credere per fede a un programma nato sulle ceneri di un uomo con un piercing al pizzetto non è facile, e davanti a un’impostazione giornalistica standard del tipo “Chiedo a Cicciolina del KGB – Cicciolina ride – È evidente che Moana lavorasse per il KGB,” ho pensato di parlarne direttamente con la mia amica Ilona, un paio di persone dei servizi e l’ipnotista misterioso.



Cicciolina la conosciamo tutti, e il mio punto d’arrivo di tutta la vita è stato sei mesi fa, quando ho appuntato in agenda il suo numero di telefono. Quando oggi abbiamo parlato è stata cortese, come al solito, e precisa, inviandomi tutte le foto che trovate in questo post una per volta—18 mail una dopo l’altra, senza testo e con oggetto “Invio in corso posta elettronica” seguito dal nome del file allegato. Pura e semplice poesia. Si ricordava di me perché l’ultima volta non le avevo offerto abbastanza soldi per una comparsata in video. Stavolta di soldi non ne vuole, e parto con le domande pieno di buone intenzioni. Ma una cosa è subito evidente, la storia di Mistero non le interessa: i segreti che vuole rivelarmi sono altri, come la storia dei cazzi anestetizzati sul set. Io ascolto e prendo nota.

VICE: Qual era il tuo rapporto con Moana?
Cicciolina:
Moana era una delle mie migliori amiche. Di lei ho ricordi divertenti, tristi, scherzosi e malinconici. Poi quando è morta ho pianto, non riuscivo a credere che una donna di 33 anni potesse andarsene così in fretta. Avevamo girato dei film, a Hollywood, e dopo soli cinque anni le nostre strade si erano divise per sempre.

Che tipo era? Cosa vi univa al di là della professione?
Ci divertivamo, eravamo sfrenate, e bellissime. Facevamo shopping nella boutique di Madonna, compravamo tutto quello che ci piaceva, lingerie, intimo e costumi da bagno, coloratissimi. Poi andavamo in spiaggia e non li usavamo mai, ci piaceva stare nude.

Facciamo un passo indietro. Come vi siete conosciute?
Nel 1983 io e Schicchi eravamo soci al 50 percento di Diva futura, avevamo una scuderia di ragazze bellissime, c’erano Moana, Ursula Davis, Ramba, Barbarella, Petra Rockstar, Vampirella, Baby Pozzi, Rocco, Eva Orlowsky, Mercedes Ambrus, Blondy e Cornelia Oltean. Moana non era ancora conosciuta, ma era ambiziosa e venne con me a Parigi, e davanti ai fotografi impazziva. Poi nel 1987 mi ha accompagnato in campagna elettorale, e per tutti diventò la mia migliore amica.



Essendo molto legate immagino avrai una tua risposta a questa domanda: come mai a vent’anni dalla sua morte si continua a parlare di lei?
Moana voleva diventare famosa, voleva “arrivare”, e diventare come me, così cominciammo a fare spettacoli. Era forte e battagliera, curava il suo corpo con grande amore, e con le partecipazioni televisive è diventata il desiderio degli italiani. Nel tempo libero prendevamo gli stivaloni e andavano alla scoperta dei fiumi, dei boschi, e ci tuffavamo nella natura. Con la sua popolarità ha guadagnato tanto, e si è comprata casa, gioielli e macchine di lusso. Le piaceva vivere alla grande.

Da quel che dici sembrava avere uno stile di vita molto trasparente, ma ovviamente non è mai così. C’è chi, per esempio, parla di un suo coinvolgimento nel KGB. Ne avete mai discusso?
Lavoravamo, viaggiavamo ed eravamo sempre assieme, e non ho mai visto niente che potesse collegarla ai servizi segreti. Sono solo voci, invenzioni, almeno credo. E poi francamente le date non coinciderebbero, e non ne parlò mai, né con me né con Riccardo [Schicchi]. Moana lavorava tantissimo, sempre, e lo faceva per i soldi.

Perché allora nel servizio di Mistero non ne hai parlato?
Scusa, ma no comment.

Ma anche tu hai avuto a che fare con i servizi segreti, no?
Non ne voglio più parlare, sono passati tanti anni. Fa parte del mio passato, a quei tempo non ero Cicciolina ma una “Hari”.



Mistero parla di fantasmi e di un presunto “messaggio segreto” che lo spirito di Moana ti avrebbe affidato post-mortem. È vero?
Moana mi confidò dei segreti, ma lo fece prima di morire. Io non ne ho mai parlato, e non lo farò mai, ero la sua migliore amica. Spesso rivive nei miei sogni, sorridente e piena di vita, e a volte in casa mi sembra di percepire la sua presenza.

Qual è il ricordo più bello che hai di Moana?
Dovevamo girare un film, eravamo a Los Angeles, e i due attori erano molto simpatici. Nella scena eravamo a letto, con i sederini all’aria, e loro dovevano sodomizzarci. A noi non andava… Così a Moana venne un’idea, “Ilona, ho della crema anestetizzante, l’ho presa a Parigi, non è solo un lubrificante, ma addormenta anche il buchetto, così non sentiamo niente.” Mi sembrò geniale, andammo in bagno, ci mettemmo la crema lì e la spalmammo anche sui ragazzi. All’inizio andò alla grande, noi non sentivamo niente, poi i loro cosi cominciarono ad ammosciarsi. Il regista non sapeva cosa fare, noi ridevamo come matte ma nessuno sapeva perché.

Ora finalmente lo sappiamo. Che persona sarebbe oggi? 
Casa sua è proprio di fronte alla mia, oggi l’hanno comprata altri, una famiglia benestante, e ogni volta che esco sul mio grande terrazzo il mio sguardo vola verso di lei. Immagino che se oggi fosse viva Moana sarebbe una bellissima 51enne, piena di energia, impegnata nel sociale.



Primo punto a chi non crede al complotto. Ora tocca all’”esperto”. Quello che Mistero chiama “Mister G.” è un uomo-ipnotista che nella vita fa altro—il cosa evito di dirlo. Negli anni ha lavorato nei servizi segreti come consulente e “persona informata dei fatti.” Per arrivare a lui ho parlato con il mio contatto Riccardo, che prima di darmi il suo numero mi ha rimesso al posto come lo studente che non ascolta mai, “Hai visto che fine ha fatto il papa? Te l’avevo detto no? Era ovvio.” Bene, i cali dell’attenzione mi perseguitano. L’ipnotista “Mister G.” è romano, si spiega senza troppi problemi ed è il tipo d’uomo che ti dice “non posso parlarne” ma che poi ti tiene al telefono 20 minuti.

“Guarda, in realtà non posso parlartene, però posso dirti che il collegamento tra Moana e i servizi segreti non è uno scoop. Si sa da tempo. A quei tempi poi lo spionaggio era un po’ ovunque e le pornostar erano molto usate dai servizi. È qualcosa di cui si è a conoscenza, così come si sa del caso Moro.” Io di Aldo Moro mi ricordo le foto della macchina distrutta, la sua faccia e il tendone sullo sfondo firmato “Brigate Rosse”. La storia ufficiale dice che Aldo Moro è stato rapito dalle BR per destabilizzare lo strapotere della DC e battere ai punti il partito ideologicamente rivale, il PCI, da poco sceso a patti con la DC con il compromesso storico e l’aiuto di Moro. Quello che non si dice, e che invece sostengono Mister G. e il ricordo ipnotico di Moana, è tutta un’altra cosa. “Moana disse che Moro se ne andò accompagnato dei servizi, di sua volontà. Non lo dico io, non solo io, ma se cerchi un po’ in giro troverai molto materiale su questa cosa.”

VICE: Partiamo dalla domanda più ovvia: come faceva Moana a sapere tutte queste cose?
Mister G:
È stata l’amante di Craxi, e Craxi sapeva tutto. Gli uomini in certi frangenti parlano. Evidentemente deve esserne venuta a conoscenza in uno di quei momenti.

E tu che ruolo hai avuto nella faccenda?
Sono un ipnotista, io e Moana ci siamo conosciuti nel1982, o nell’83, al Jackie O’ di Roma, c’erano un po’ di amici dei servizi e lei voleva provare a fare una seduta di ipnosi.


Niente di ufficiale.
No, figurati, una cosa tra amici. Moana era un’appassionata di esoterismo ed era una donna molto curiosa.

E cosa è successo?
Niente, la ipnotizzai e durante una di queste sedute mi parlò di Moro. Io non posso dirti molto, ma se fai uno più uno puoi trovare tutto quello che ti serve. Esistono interviste e documenti che ripetono tutti la stessa cosa, Aldo Moro non è stato rapito, ma si è allontanato di sua volontà con alcuni agenti dei servizi, e alcuni Gladiatori.

E perché?
E chi lo sa. Si sta valutando di farne un film inchiesta.

Chi lo farebbe?
Ci sono diversi gruppi interessati. Il progetto sarebbe un po’ alla Michael Moore. Si chiamerà The Experiment.

Se c’è un titolo il progetto è già abbastanza concreto.
Abbastanza. Si sta pensando ad alcune collaborazioni importanti, con alcuni giornalisti d’inchiesta di grosso calibro, per fare un film-documentario a metà tra storia d’Italia e voce narrante, capito no?

Sì be’. Qual è il tuo legame con i servizi segreti?
Negli anni mi è capitato di averci a che fare spesso, la polizia segreta, cose così… Diciamo che i servizi segreti mi hanno coinvolto in più occasioni, e che qualche conoscenza me la sono fatta.

E tra pornostar e spionaggio?
Be’ quello è un rapporto che c’è da sempre. I servizi usavano molto le pornostar, e lo fanno tutt’oggi. D’altra parte è normale, no? Chi meglio di una pornostar può riuscire a tirar fuori i segreti di un uomo? Ilona Staller l’ha detto apertamente. Le pornostar erano e sono delle armi semplici ed efficaci.

Ce n’erano altre?
Certo, come adesso. L’intelligence vero è fatto soprattutto di donne.

Perché i segreti ce li hanno gli uomini.
Soprattutto, e le donne in mezzo alle gambe hanno l’arma con cui aprire tutte le porte.

Mi puoi fare qualche nome? Girano voci su qualche pornostar di oggi?
No be’ non saprei, non posso sbottonarmi troppo. È una cosa molto diffusa.

Quindi mi confermi che Moana lavorava per i russi?
È meglio se non scendiamo troppo nei dettagli.



Ci fermiamo qui?
Sì è meglio, non ti conviene andare troppo in là.

Poi Mister G. attacca a parlarmi di pressione geopolitica a colpi di Pop Art tra blocco sovietico e blocco occidentale. Mi dice che gli Stati Uniti si sono inventati i vari Lichtenstein e Pollock per dimostrare alla Russia la loro superiorità intellettuale ed evolutiva, perché “più ti astrai, artisticamente, più ti rivolgi all’élite, che conta veramente.” Io qui un po’ mi perdo e lascio il filo del discorso in un mucchio di nozioni sull’arte e i colori a olio. Però la domanda resta, e di Moana e del KGB non so ancora niente di certo. Allora riprovo con Riccardo, lui sa sempre tutto quello che c’è da sapere, oltre al papa.

VICE: Moana era veramente del KGB?
Riccardo:
Sono anni che nell’ambiente si dice che i suoi servizi abbiano giovato al blocco sovietico, quel che posso dirti io è che è una voce più che fondata.

E se ti chiedessi se l’hai mai conosciuta?
Ti direi che da ragazzo ci si vedeva ogni tanto a Milano, in San Babila, si beveva un aperitivo e si chiacchierava un po’.

Perché faceva parte del KGB e non dei servizi italiani?
Te l’ho sempre detto, il mondo è diviso in due e per molti anni i blocchi sono rimasti quelli. A quel tempo l’Italia era una roccaforte strategica e in molti erano sul libro paga del KGB, qualcuno lo sapeva, qualcun altro no. Prima di perdere tutto il suo potere, l’Italia era il punto d’incontro di occidente e Unione Sovietica, e spesso, proprio in Italia, i due blocchi lavoravano insieme, per convenienza. Come in Via Fani.

Me ne ha parlato anche Mister G., cos’è successo durante il rapimento Moro?
Be’, è abbastanza semplice. Al caso Moro hanno lavorato CIA e KGB, insieme, e quel giorno, il giorno del rapimento, c’è chi dice che fossero presenti entrambi. A far fuori Moro non è stata la CIA, il KGB o le BR, ma tutti, tutti assieme, sia per toglierselo di torno che per far esplodere la questione del terrorismo in Italia.



E come Moana esistono tanti agenti operativi per così dire “insospettabili”?
Be’ sì, ma purtroppo di questo non ti posso parlare, se ci pensi è abbastanza ovvio, “intelligence” è ricerca di informazione, e certe attività sono più efficaci di altre.

E del legame tra porno e spionaggio cosa mi dici?
È sempre esistito! Il sesso fa parte dell’uomo e i vecchi detti non sbagliano mai, hai presente “Tira più un pelo di fica…” ecco. Oggi è ancora così, ci sono i pedofili e gli omosessuali, certo, ma i tradizionalisti sono ancora tantissimi. Pensa che anche la polizia usa i trans e le puttane come informatori, figurati i servizi.

E funziona?
Ma certo! Quando tu parli di servizi segreti parli del braccio armato della politica, e automaticamente, tutti i dossier dei vari organi di intelligence come quelli di Pineta Sacchetti o di Via Lanza a Roma servono a chi vi può accedere in un preciso momento storico, e non solo per studiare un fenomeno, ma anche, e soprattutto, per i peggiori tramacci. Alla fine, più porcate ci sono e meglio è, e con questo si fottono gli ufficiali, i politici e via dicendo.

E con il sesso vai sul sicuro.
Be’ chiaro, l’intelligence è informazione, e l’informazione è potere e con quel potere ci fai quello che vuoi, altro che denaro. Se uno non canta devi essere disposto a tutto per raggiungere l’obiettivo e ottenere quello che vuoi, e le donne in questo campo sono un’arma micidiale a disposizione del potere. Alla fine il sesso è una debolezza di tanti uomini.



Ed è questo che è successo tra Moana e Craxi.
Esattamente. Craxi non era di sicuro un omosessuale, e le donne gli piacevano eccome.

Ok, adesso ho capito.

Secondo le spie Moana era una spia, secondo Cicciolina no. Io a Cicciolina credo a priori, però sono anche cresciuto con il complottismo da scantinato di Mulder e i doppigiochismi automobilistici di Michael Knight, e quindi non posso fare a meno di pensare che il tracollo della CIA sia imputabile tanto all’infittirsi di quell’intreccio burocratico altresì noto come “diritti umani” quanto al malaugurato pensionamento di Jenna Jameson e di tutte quelle professioniste che un tempo credevano veramente in quello che facevano, per sé e per la patria. Poi c’è il caso Moro, e tutto quello che si può dire di complotti e macchinazioni in politica e nella storia, ma questo, ai fini di palinsesto, interessa meno di Moana.
 

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