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L’agenzia nazionale antidroga nigeriana ha annunciato di aver smantellato il primo laboratorio di crystal meth su larga scala dell’Africa occidentale — costruito grazie all’aiuto dei messicani.
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“I nigeriani hanno invitato i messicani a mettere in pratica le loro capacità [nella costruzione] di queste produzioni su scala industriale e ad alto rendimento,” ha detto ai giornalisti Mitchell Ofoyeju, portavoce dell’agenzia.
Ofoyeju ha dichiarato che durante l’operazione per smantellare il laboratorio – in cui il mese scorso è stato portato a termine un test di produzione – sono state arrestate otto persone, tra cui quattro messicani.
La stampa nigeriana riporta che il “super laboratorio,” costruito nello stato del Delta, poteva produrre fino a quattro tonnellate di crystal meth a settimana, e il programma era di vendere il prodotto in Asia.
“La metanfetamina nigeriana è in competizione con altre nei mercati asiatici e sudafricani. Il super-laboratorio non ha bisogno di efedrine, perché usa il metodo della sintesi,” avrebbe detto Ofoyeju al sito di informazione locale Naija.com. “I cartelli della droga stanno passando da un metodo di produzione di metanfetamine semplice a un processo più complesso.”
Il funzionario non ha voluto fornire informazioni riguardo l’organizzazione di trafficanti a cui sembrano appartenere i quattro messicani arrestati. Il Ministero degli Esteri messicano, nel frattempo, ha rilasciato un comunicato in cui afferma che sta ancora cercando di confermare se sono davvero messicani, prima di “verificare la loro condizione fisica e legale.”
L’Africa occidentale è considerata un’importante rotta di traffico per la cocaina proveniente dal Sud America e diretta in Europa. Alcuni studi recenti suggeriscono che la regione stia diventando un centro sempre più importante anche per la produzione della metanfetamina, che viene poi venduta in Asia.
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Un’inchiesta condotta dall’agenzia Reuters nel 2015 ha evidenziato il ruolo dei cartelli della droga messicana in questo contesto.
“Non sono solo laboratori amatoriali, sono laboratori molto grandi,” ha detto a Reuters il portavoce della Drug Enforcement Agency americana (DEA). “I messicani non vanno lì ad addestrare le persone se non si ritrovano a gestire quantitativi importanti.”
Il coinvolgimento dei messicani nella produzione di droga in Africa e in Asia è diventata cosa nota in Messico nel 2012, quando una corte malese ha condannato tre fratelli all’impiccagione per aver trafficato metanfetamina.
L’alta corte malese ha ratificato la sentenza un anno fa, anche se i tre hanno ancora un’ultima possibilità: quella di ottenere la grazia dal sovrano. I fratelli, originari dello stato di Sinaloa noto per essere la “culla” dei traffico di droga messicano, hanno sempre sostenuto di essere innocenti. Dicono di essere stati assunti per pulire il magazzino dove è stata ritrovata la droga, ma non sapevano nulla delle sostanze stupefacenti.
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