Le smart drugs ci renderanno davvero più intelligenti?


Immagine di Alex Horne.

Fino ad oggi, la maggior parte delle attenzioni che i media hanno rivolto ai nootropi—o “smart drugs”, sostanze che aumentano le capacità cognitive dell’essere umano—è stata diretta al loro abuso, dato che molte delle più popolari sostanze di questo tipo, come il Ritalin, l’Adderall e il Modafinili, sono nate per combattere disturbi specifici, come i deficit di attenzione o la narcolessia. Ma c’è anche stato un grande aumento nell’uso di sostanze studiate per aumentare le capacità cerebrali di adulti sani sul lungo periodo, in opposizione al valido ma breve effetto che si ricava dall’uso dei farmaci testati sul breve periodo. 

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Questi integratori sono noti come nootropi, e hanno nomi che vanno dall’ordinario (il ginseng) all’impronunciabile (la fenilalanina). Come per i farmaci di cui sopra, si sa poco dei loro effetti collaterali a lungo termine. 

È difficile fare una distinzione chiara tra i nootropi e le altre sostanze che migliorano la capacità cerebrale, ma se come molti anche voi condividete le opinioni di John Harris—professore di bioetica all’università di Manchester—c’è anche poco bisogno di fare una distinzione di questo tipo. “Mi interessano le sostanze che aumentano le capacità cognitive,” mi ha detto. “Come si definiscano i nootropi non mi interessa.” 

Ovviamente, non tutti sono d’accordo. Corneliu E. Giurgea, psicologo e chimico rumeno, ha sintetizzato il Piracetam—il primo nootropo—nel 1964, e da allora ha stabilito un insieme di criteri per determinare se una sostanza si può definire in questo modo o meno. Per Giurgea, un nootropo deve incrementare la capacità di apprendimento, aumentare l’interazione degli emisferi cerebrali e migliorare le funzioni esecutive (per elaborare attività come il pianificare, il prestare attenzione e la consapevolezza spaziale). Fatto più importante, queste sostanze devono anche non essere tossiche e non dare dipendenza. 

A causa del vasto numero di integratori classificati come nootropi, non c’è un solo modo per spiegare come funzionano. A grandi linee, comunque, i nootropi fanno effetto alterando i livelli neurochimici, di enzimi o di ormoni nel cervello. Il Piracetam sintetizzato da Giurgea, per esempio, aumenta le capacità di memoria di chi lo usa alterando i livelli di un neurotrasmettitore, l’acetilcolina, che, di riflesso, modifica la plasticità delle sinapsi (entità tramite le quali intere strutture cerebrali, e il cervello stesso, possono cambiare in base alle esperienze). Sappiamo che i nostri ricordi sono composti da matrici complesse di sinapsi, e le nostre possibilità di accedervi sono collegate a quanto bene queste matrici sono collegate tra loro. Una maggiore plasticità delle sinapsi permette loro di collegarsi più facilmente. 

I tre siti principali per la vendita di nootropi in Gran Bretagna (nootropics.co.uk, intellimeds.co.uk e smartnootropics.co.uk) sono apparsi negli ultimi due anni, per cui è chiaro che l’aumento di popolarità di queste sostanze è piuttosto recente. I benefici connessi ad alcune delle sostanze impiegate nella produzione invece sono noti da anni. Sappiamo tutti dell’aumento di produttività legato alla caffeina, ad esempio, e gli effetti di potenziamento delle capacità cerebrali dell’olio di pesce vengono promossi da ché siamo in grado di ricordare (con o senza l’aiuto di nootropi). Per tutte queste ragioni, la caffeina e l’olio di pesce stanno alla base di molti “cocktail” nootropici—combinazioni super-efficaci di nootropi. 


Immagine di Johnny Mellor.

Sean Duke è un neurofarmacologo americano specializzato nel concepire questo tipo di miscele. Si riferisce a coloro che prendono nootropi con il termine “noonauti” e dice che sono “l’equivalente mentale dei bodybuilder”. Nella sezione di Reddit dedicata ai nootropi, così come in quelle di molti altri forum, noonauti provenienti da ogni contesto sociale si incontrano per parlare delle sostanze che prendono e ottimizzare i dosaggi. 

La metafora degli steroidi fatta da Duke funziona anche per descrivere gli aspetti legali della questione. Come per tutte le sostanze, i metodi utilizzati dal governo per regolamentare le sostanze che aumentano le capacità cognitive sono quantomeno inefficaci. Nel Regno Unito, per esempio, il Modafinil, una sostanza creata per trattare la narcolessia, può essere venduto solo dietro prescrizione medica, ma è legale importarlo per uso personale. Lo stesso vale per il Piracetam. Questo fatto crea una situazione illogica, per cui i nootropi sperimentali possono essere venduti senza ostacoli, mentre ciò non vale per il Piracetam, una sostanza che è stata testata a fondo e che è ritenuta sicura da più di 40 anni.

Secondo Duke “tutti siamo noonauti, e alcuni lo sono un po’ di più.” Considerando la nostra storia, questa frase si rivela efficace sotto ogni aspetto: molti grandi passi avanti nell’evoluzione sono stati accelerati da piccoli aggiustamenti nella dieta. Il cervello è diventato più grande quando abbiamo iniziato a mangiare carne 2.3 milioni di anni fa. Poi, un milione di anni dopo, la capacità di cuocere i cibi ha permesso l’avvento dell’Homo Erectus, che ha sviluppato un apparato digerente più piccolo del 20 percento e un cervello più grande del 20 percento rispetto ai suoi predecessori. 

Negli anni Cinquanta, la Gran Bretagna e l’America hanno sperimentato tecnologie per l’alterazione della mente a scopi militari. L’MKUltra sviluppato dalla CIA studiava gli effetti di sostanze psicotrope, terapie shock e ipnosi su cavie umane, alcune volontarie e altre no. Gli scienziati cercavano di rendere i soggetti più propensi a dire la verità e volevano “incrementare l’efficienza del loro pensiero e delle loro capacità percettive”. In ogni caso, gli sforzi dell’agenzia le si sono ritorsi contro e i suoi tentativi di controllare la mente umana hanno avuto effetti notevolmente controproducenti. 

Ken Kesey e Robert Hunter hanno partecipato come volontari all’esperimento MKUltra presso il Menlo Park Veterans Hospital, un centro di igiene mentale in California. Kelsey ha passato molto tempo a parlare con i pazienti e ha deciso che erano più mentalmente emarginati che pazzi. La sua esperienza l’ha portato a scrivere il romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo. Hunter, più avanti, si è unito ai Grateful Dead, e si dice che fosse sotto l’influenza del progetto MKUltra quando ha scritto il testo di “China Cat Sunflower”. 

Entrambe queste figure hanno avuto un ruolo chiave nel più grande movimento culturale del ventesimo secolo, un ruolo che ha promosso l’uso di sostanze psichedeliche per la loro capacità di ampliare gli orizzonti di chi le usa e di produrre un nuovo tipo di società. 


Immagine di Johnny Mellor

Timothy Leary, un caro amico di Kesey, ha affrontato l’argomento dell’espansione della coscienza con un approccio più scientifico. Nel 1964 ha pubblicato The Psychedelic Experience, che ha gettato le basi pratiche per la sperimentazione con gli allucinogeni. Nello stesso anno, in Romania, Giurgea pubblicava The Fundamentals to the Pharmacology of the Mind, in cui scriveva: “L’uomo non starà ad aspettare passivamente per milioni di anni che l’evoluzione gli offra un cervello migliore.”

Molti studi hanno mostrato i benefici dei nootropi, ma il loro impatto sulla società è stato meno forte di quello che ha avuto il lavoro di Leary. Questo, in parte, perché l’efficacia dei nootropi dipende dalla neurochimica del singolo individuo, che è strettamente legata al peso, ai ritmi di sonno e persino all’umore, per cui i risultati del loro uso possono essere molto vari. 

Più invecchiava, più l’interesse di Leary si spostava dalle sostanze alla tecnologia. È sua la frase “il PC è l’LSD degli anni Novanta” ed è stato lui a dare il via al movimento poi conosciuto con il nome di cyberpunk. Molti membri di quella sottocultura sono poi andati a lavorare nella Silicon Valley, ed è da lì che è partita l’Era dell’Informazione.

Nel 2010, Eric Schmidt, CEO di Google, ha detto: “Dall’alba della civiltà al 2003 sono stati creati 5 exabyte di dati, ora questa quantità di informazioni è creata ogni due giorni.” Anche se i dettagli di questa sua frase si sono rivelati falsi, è fuor di dubbio che viviamo in un mondo in cui la quantità di informazioni è soverchiante. Abbiamo a che fare con una quantità sterminata di dati, e la nostra risposta naturale è stata inadeguata; non abbiamo il tempo di mettere in discussione le rappresentazioni che collimano con la nostra visione del mondo—il primo paragrafo di una pagina di Wikipedia è tutta la conoscenza di cui abbiamo bisogno riguardo a un argomento.


Immagine di Alex Horne.

Nonostante la nostra naturale incapacità di gestire questo volume di dati, in molti aspetti della vita siamo sempre più simili a processori di informazioni. Obiettivi, livelli d’efficienza e margini d’errore calcolati sono diventati i parametri entro cui lavoriamo. Nell’istruzione, anche le materie più astratte e creative sono state ridotte ad un esercizio mnemonico. Così, nel tentativo di pianificare e organizzare la società veniamo trattati come macchine dai comportamenti prevedibili. Contrariamente all’idea di Leary secondo cui i computer ci avrebbero liberati, stiamo diventando noi stessi i computer. 

Una tecnologia indossabile come i Google Glass è l’estensione logica di questo concetto, la riduzione ai minimi termini della distinzione tra noi e i nostri strumenti. Ci alimenta con un flusso costante di informazioni e si assicura che non siamo mai offline. Ma siamo in grado di adattarci ad un’esistenza di questo tipo?

Forse i nootropi possono aiutarci a chiudere il cerchio. 

Le smart drugs possono essere viste come la chiave per sbloccare il nostro pieno potenziale all’interno degli stretti confini di una società dipendente dalla tecnologia. Ad esempio, in un articolo comparso sul Daily Mail, “James”, studente di Cambridge, dice che quando prendi il Modafinil, “Il cervello processa informazioni proprio come un computer.” E anche se il governo non sa ancora bene cosa fare con i nootropi, John Harris pensa che possano rivelarsi fondamentali per il futuro dell’educazione: “Potrebbero addirittura venire inseriti tra i materiali del corso,” ha detto. 

Rimane comunque il fatto che non siamo processori di informazioni, e che il funzionamento del cervello umano non può essere compreso appieno in termini chimici. Duke ha detto: “Se è solo una questione chimica, come si spiega il libero arbitrio? Il libro arbitrio ignora le restrizioni energetiche della chimica.” Alla fine, il libero arbitrio è più forte dei nostri equilibri chimici. La plasticità cerebrale stimolata dal Piracetam viene consciamente suscitata ogni volta che prendiamo la decisione di imparare a parlare una nuova lingua o a suonare uno strumento. 

Per cui, mentre le smart drugs possono darci qualche vantaggio in un mondo dove il potere computazionale è di primaria importanza, vederle come la panacea universale rischia di ridurre gli esseri umani a degli automi. Come sostiene Duke: “La giuria deve ancora deliberare se queste sostanze siano evolutive o meno. Quanto stiamo costringendo i nostri cervelli a creare connessioni che non possono essere rivisitate senza l’aiuto dei nootropi? Di certo ora non possiamo saperlo, e non sono sicuro che potremo mai.” Quel che vuol dire Duke è che se iniziamo a fornire ai bambini sostanze che migliorano le loro capacità cognitive, potremmo limitare le loro capacità future, dando la priorità alla funzionalità rispetto a cose come la creatività e l’individualità. 

William Gibson, un altro esponente del movimento cyberpunk, ha detto: “Le tecnologie sono moralmente neutrali finché non le usiamo.” Molti noonauti in questo momento stanno modificando le loro vite per mezzo di integratori che potenziano le funzioni cerebrali, ma se queste sostanze venissero liberalizzate cosa succederà, diventeremo una società piena di intellettuali e di esperti? O la nostra nuova capacità di lavoro ci porterà a dover sostenere carichi di lavoro maggiori? 

Gli smartphone hanno portato l’ufficio nelle nostre tasche. Le smart drugs potrebbero portarlo nelle nostre menti. Che non è proprio la migliore delle conseguenze possibili. 


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