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​La mappa interattiva degli armamenti nucleari nel mondo

War Games del 1983 è sicuramente uno dei film simbolo dell’estetica nerd. Per chi non l’avesse visto, nel blockbuster diretto da John Badham, il mondo sfiora per un pelo la catastrofe a causa di un liceale che nel tempo libero si diverte come hacker finendo inavvertitamente per introdursi nel sistema informatico di controllo dell’arsenale nucleare americano.

Il protagonista, interpretato da un giovanissimo Matthew Broderick, crede di stare giocando a un semplice videogame, in realtà rischia di scatenare una guerra termonucleare. Per fortuna, con l’aiuto dell’informatico che ha creato il sistema, il dottor Dottor Stephen Falken, interpretato da John Wood—un uomo amareggiato ritiratosi a vita privata perché la sua creatura è stata utilizzata per scopi bellici—il ragazzo riesce a ingannare il sistema, evitando il peggio. L’intelligenza artificiale esprime quindi una considerazione diventata mitica: “strano gioco, l’unica mossa vincente è non giocare,” dopodiché propone al suo creatore di dedicarsi ad una ben più rilassante partita a scacchi. E tutti vissero felici e contenti. Fine dello spoiler.

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Anche se il film trasmette un messaggio pacifista universale—pensate che il ruolo di Falken, personaggio liberamente ispirato a Stephen Hawking, secondo i piani originali avrebbe dovuto essere interpretato niente di meno che da John Lennon—oggi viene apprezzato soprattutto per la grafica spudoratamente anni Ottanta del super-computer governativo. Del resto la guerra nucleare è una paranoia tipica degli anni della Guerra Fredda che non dovrebbe riguardarci più, giusto? Non del tutto, molte nazioni del nostro pianeta non si sono ancora liberate delle loro testate nucleari—in effetti il compito è piuttosto complicato.

Screenshot della riproduzione del dashboard via.

Allora quale modo migliore di realizzare i pericoli che corriamo anche in questo stesso istante e sentirci così come dentro War Games, visualizzando la mappa mondiale popolata con i dati open source più aggiornati riguardo la localizzazione degli armamenti nucleari? E`stata proprio questa l’idea dei cartografi Anya A’Hearn e Allen Walker, qui potete ammirarne i risultati realizzati con Mapbox. Il team ha ricreato anche il prompt dei comandi e il dashboard che consentono di comunicare con Joshua, il computer del film. Le fonti per i dati sono tratte dal Bulletin of the Atomic Scientists e dalla Federation of American Scientists.

Il grande pregio di questo progetto è quello di presentare in maniera intuitiva informazioni che risulterebbero troppo astratte se visualizzate attraverso una semplice tabella. Grazie a questi accorgimenti, dati come l’estensione del raggio della portata dei danni causati dall’eventuale esplosione di un ordigno assumono tutt’altra consistenza. Un conto è apprendere dalla ricerca condotta dalla Federation of American Scientists che l’Italia custodisce il numero più alto di ordigni nucleari statunitensi di tutta l’Europa—a quanto pare 70 su un totale di 180, un altro è capire quali sarebbero le conseguenze in caso di incidenti visualizzandole direttamente dalla mappa interattiva.

Screenshot via.

Ecco l’Italia, le armi atomiche note si trovano nella base statunitense di Aviano (Pordenone) e nell’aeroporto militare di Ghedi (Brescia), in caso di incidenti nella base lombarda, saremmo costretti a dire addio, ad occhio e croce, alla parte sudorientale della Lombardia, vale a dire le provincie di Brescia, Cremona e Mantova, al Veneto occidentale—Verona, Padova, Rovigo per intenderci—la zona di Rovereto nel Trentino e a praticamente tutta la povera Emilia Romagna, Rimini esclusa. Anche se non siamo messi male come l’Est Europa, che registra una presenza fittissima di ordigni e viene visualizzato come un’unica estesissima zona rossa, si tratta senz’altro di un prezzo troppo caro da pagare.