Obama potrebbe graziare Chelsea Manning prima di lasciare la Casa Bianca

C’è un piccolo barlume di speranza per Chelsea Manning.

In carcere dal 2010, Manning è stata inserita nella short list di persone che potrebbero ricevere una commutazione della pena. A riportarlo è l’NBC, che cita fonti del Dipartimento di Giustizia americano.

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“Continuo a essere ottimista,” ha spiegato Manning a VICE News, attraverso un contatto. “A prescindere da come andrà a finire, sarò sempre grata a chi sta supportando la mia causa.” L’avvocato di Manning, tuttavia, non è stato in grado di confermare la notizia diffusa da NBC.

Fra i vari reati a suo carico, l’ex analista dell’intelligence militare è accusata di spionaggio per aver fornito a Wikileaks migliaia di documenti sensibili. La sua pena è di 35 anni, da scontare presso la struttura militate di Fort Leavenworth, in Kansas.

Nel novembre scorso, l’avvocato di Manning aveva presentato una petizione per chiedere la grazia al presidente Obama. Nel comunicato allegato, Manning accettava di assumersi “piena e completa responsabilità” per le sue azioni.

“Non ho mai cercato scuse per quello che ho fatto. Quello che so è che sono una persona diversa rispetto al 2010. Non sono Bradley Manning [il suo nome prima della transizione], e non lo sono mai stato—in effetti. Sono Chelsea Manning, una donna orgogliosa che è transgender e che, attraverso questa richiesta, chiede rispettosamente le sia data una nuova, prima opportunità.”

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Nel corso della sua detenzione, Chelsea Manning ha dedicato molto del suo tempo al tema della condizione di transgender in carcere, isolati da un mondo che—al di là delle mura di cinta—sta lentamente cominciando ad accettare persone come lei.

“Mi sento esclusa dai cambiamenti che stanno avvenendo fuori di qui,” scriveva.

Manning ha già trascorso sei anni in prigione ed è stata sottoposta per due volte al regime di isolamento—più di quanto qualsiasi altro whistleblower abbia mai dovuto scontare per aver passato informazioni governative riservate.

Nei mesi scorsi ha cercato di togliersi la vita, dopo aver capito che l’esercito—stando alla sua ricostruzione—non sarebbe stato in grado di rispondere alle sue necessità mediche e psicologiche post-operazione—come, per esempio, portare i capelli lunghi.

Nel settembre del 2016, Manning aveva spiegato a VICE News che pensare ai suoi cari, al suo gatto e al sapore della pizza le stava dando la forza per andare avanti.

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Tra i documenti forniti da Manning a Wikileaks, c’era anche un video in cui veniva ripreso un bombardamento su Baghdad effettuato da due elicotteri Apache dell’esercito americano.

L’attacco aveva poi causato decine di morti, tra i quali due uomini di cittadinanza irachena che stavano lavorando per conto dell’agenzia di stampa Reuters.

Il video ha sollevato dubbi sulla condotta dell’esercito americano in Iraq, spingendo a un dibattito sul concetto di “crimine di guerra”.


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