Il Veneto ha finalmente dato il suo ‘ok’ all’annessione della Crimea alla Russia

Da tempo i legami tra il Veneto e la Russia di Putin risultano abbastanza stretti: dalla leggenda che vede il Presidente russo nato in provincia di Vicenza, ai legami con la Federazione rivendicati da una schiera di indipendentisti veneti, dal Veneto Serenissimo Governo alla stessa Lega Nord.

Ma il punto più alto dell’amicizia tra il Veneto e la Russia potrebbe essere stato raggiunto oggi: la regione è infatti la prima in Europa a spingere per il riconoscimento della Crimea come stato autonomo e annesso alla Federazione Russa, seguendo le orme di altri paesi come la Corea del Nord, la Siria e il Venezuela.

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Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato mercoledì pomeriggio una risoluzione per spingere la Regione a promuovere “il diritto di autodeterminazione della Crimea” e “la costituzione di un comitato contro le sanzioni alla Federazione Russa.”

Nel dettaglio, il provvedimento – che vede come primo firmatario il consigliere Stefano Valdegamberi, eletto con la lista Zaia – invita il Governo italiano a condannare le politiche dell’Unione Europea nei confronti della Crimea.

Allo stesso tempo, la mozione chiede di riconoscere il risultato del referendum del 16 marzo 2014 — con cui la popolazione della Crimea ha espresso la volontà di costituirsi come soggetto federale della Federazione Russia, ma il cui esito è considerato illegittimo, tra gli altri, dall’OSCE e dagli stati del G7.

Il voto in Veneto ha suscitato l’attenzione di diverse testate giornalistiche russe, come l’agenzia governativa Tass, e secondo alcuni giornalisti presenti sul posto, alcune troupe televisive russe hanno addirittura assistito al dibattito del Consiglio Regionale sulla risoluzione.

Secondo quanto si legge nel documento, i promotori sostengono che l’Italia e l’Unione Europea abbiano violato il diritto all’autodeterminazione della Crimea, e che abbiano adottato “due pesi e due misure” tra la Crimea e altre nazioni che hanno portato avanti istanze simili, a seconda dei loro interessi geopolitici.

Di conseguenza, il Consiglio Regionale del Veneto chiede anche che siano rivisti i rapporti tra l’Unione Europea e la Russia, soprattutto per quanto riguarda le sanzioni economiche applicate dai paesi occidentali alla Federazione Russa in seguito all’annessione della Crimea.

In particolare, vengono contestati i danni economici riportati dall’Italia a causa delle sanzioni contro la Russia e il conseguente embargo russo sui prodotti occidentali. Citando i dati della CGIA di Mestre, la risoluzione parla di una riduzione dell’export italiano da 10,7 miliardi di euro nel 2013 a 7,1 miliardi nel 2015, un calo del 34 per cento.

“È giunto il momento di dire basta alle assurde, ingiuste e inefficaci sanzioni a cui Mosca ha reagito con un embargo che sta provocando danni gravissimi all’economia veneta,” ha detto il promotore della risoluzione Stefano Valdegamberi.

“La questione della Crimea, poi, è paradossale: l’Europa per la prima volta nega il diritto di autodeterminazione a un Paese la cui storia e cultura è da sempre legata alla Russia.”

Di diverso avviso ovviamente è l’Ucraina, che tramite il suo ambasciatore in Italia Yevhen Perelygin ha espresso il suo disappunto. “Dovrei ricordare all’autore della Risoluzione che la Crimea è parte integrante del territorio dell’Ucraina, occupata e annessa due anni fa alla Federazione Russa in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale e degli accordi bilaterali,” ha scritto in una lettera indirizzata ai Consiglieri della regione Veneto e pubblicata dal Corriere del Veneto.

“Comprendo le ragioni legittime dei rappresentanti del popolo del Veneto di accrescere gli scambi commerciali della regione, ma, a mio parere personale, una tale Risoluzione provocatoria non contribuirà certo ad aumentare le capacita d’esportazioni delle imprese venete,” aggiunge l’ambasciatore.


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Foto dal profilo Facebook del Consigliere Stefano Valdegamberi