Lo chef e acclamato autore di libri di cucina, vincitore del James Beard Award, J. Kenji López-Alt, ha parlato delle cozze come del“modo più semplice per fare un’avventura gastronomica, con un piatto unico che puoi trovare ovunque”.
Ora, il tipo di “avventura” a cui Kenji si riferisce, spazia tra l’uso di burro, della crème fraîche, o dell’ajoli nella versione che lui fa delle cozze marinate. Ma la vera questione è: e se venissero accompagnate con del Narcan ?
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A quanto pare, come riferito dal Puget Sound Institute(PSI), sono state rinvenute delle tracce di ossicodone nelle cozze prese dalla baia dell’omonimo luogo (Puget Sound è un luogo, non c’entra nulla col suono). Ogni due anni, gli scienziati del Dipartimento della Pesca e della Fauna di Washington, prendono delle cozze da un sito con acqua incontaminata sull’isola di Whidbey, e le piazzano in vari punti della baia di Puget Sound: usano i piccoli molluschi come test per valutare il grado di inquinamento nelle acque della città. (Funziona così: per nutrirsi, le cozze aprono i loro gusci e acchiappano acqua, filtrando i loro pasti microscopici con le microscopiche branchie; in conseguenza, alcuni contaminanti dell’acqua possono accumularsi nei tessuti).
Dopo due o tre mesi, le cozze vengono tirate su e analizzate per cercare eventuali sostanze chimiche o inquinanti. Sebbene già, generalmente, l’istituto afferma che i suoi ricercatori trovano di tutto – dai farmaci, agli antibiotici, agli antidepressivi, alla cocaina – nei piccoli soggetti, questa è la prima volta che hanno rilevato degli oppioidi.
“Abbiamo trovato dell’ossicodone solo in 3 dei 18 blocchi di cozze analizzate”, ha detto la biologa Jennifer Lanksbury a KING5.
“La concentrazione di ossicodone nelle cozze variava da 100 e 500 punti in meno rispetto a quella che si può trovare in una normale dose terapeutica per l’uomo. Quindi dovresti mangiarti una cosa come 68 chili di cozze di quella zona contaminata per raggiungere una dose minima”.
Andy James, un ricercatore del PSI, ha affermato che nessuno raccoglierà o mangerà alcun pesce trovato in queste aree, perciò forse non avremo bisogno del Narcan come contorno.
Oltre all’ossicodone, nelle cozze erano però presenti anche alti livelli di un farmaco usato per la chemioterapia, il Melphalan. E il Melphalan, che è considerato piuttosto cangerogeno (ehi, abbiamo dell’ironia fresca fresca, qui per te), è stato trovato in quantità tali da “dover esaminare bene quale sarà il suo impatto biologico”.
E questo cosa significa? Che un sacco di persone nella zona di Puget Sound stanno assumendo oppioidi o sono sottoposti a chemioterapia e stanno pisciando quei farmaci. “La contaminazione è probabile che provenga dagli impianti di trattamento delle acque di scarico”, ha spiegato la Lanksbury a KIRO7.
Purtroppo, il caso delle cozze non è affatto unico: nel 2016 gli stessi ricercatori hanno testato i livelli di inquinanti anche con il salmone Chinook. Una volta ripescato, gli hanno trovato in corpo “tipo una cassa intera di medicinali”, inclusi Prozac, Advil, Benadryl, Lipitor, Flonase, Aleve, Tylenol, Paxil, Valium, Zoloft, Tagamet, OxyContin, Darvon, nicotina, caffeina, Cipro e cocaina. Ma un tossicologo ambientale che ha lavorato a questo studio ha detto di non preoccuparsi: le persone, in genere, non mangiano questi Chinook migratori).
“C’è un trattamento dell’acqua, che fa il possibile per rimuoverle, chimicamente e biologicamente; ma non si tratta solo della qualità del trattamento: è la quantità di droghe che ingeriamo giorno per giorno, che rende difficile lo smaltimento completo“, ha detto Betsy Cooper, uno degli amministratori dei permessi per la divisione del trattamento delle acque reflue della contea, al Seattle Times. “Purtroppo, non tutto va via con i trattamenti.”
L’anno scorso, con un altro studio si sono trovati antidepressivi nel cervello e in altri tessuti di pesci pescati nel fiume Niagara, nel tratto che collega il lago Erie con il lago Ontario.
Nel 2009, l’Environmental Protection Agency ha condotto il suo primo studio importante sui “farmaci umani ritrovati nei tessuti dei pesci”, analizzando i pesci catturati vicino agli impianti di trattamento delle acque reflue nelle cinque principali città degli Stati Uniti. Quei risultati – in cui si sono trovati anche piccole farmacie all’interno di ciascun pesce – hanno spinto l’EPA a espandere la sua ricerca in più di 150 località. Di quei pesci, gli unici liberi da qualsiasi tipo di droga o prodotti chimici, sono stati catturati nel New Mexico rurale.
E niente, tutto questo per dire che forse noi esseri umani abbiamo un piccolo problema di droghe e farmaci.
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Quest’articolo è originariamente apparso su Munchies US.