Ecco che impatto hanno le rivelazioni dei Panama Papers sulle nostre vite quotidiane

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Non c’è dubbio che i Panama Papers siano uno scandalo di proporzioni globali.

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Gli 11 milioni e mezzo di documenti fuoriusciti da Mossack Fonseca rivelano come lo studio legale panamense abbia aiutato presidenti di stato, dittatori, criminali di ogni tipo e stelle delle sport a evitare di pagare le tasse, riciclare denaro sporco o evitarsi anni di carcere.

Grazie al “più grande leak della storia” abbiamo scoperto, per esempio, che il primo ministro dell’Islanda avrebbe utilizzato una compagnia offshore intestata alla moglie per nascondere milioni di dollari di investimenti nelle principali banche del paese. O che uomini vicini a Vladimir Putin, tra cui un famoso violoncellista, sarebbero stati al centro di numerosi accordi commerciali e prestiti – dal valore di circa due miliardi di dollari – riconducibili allo stesso presidente russo.

Al di là degli entusiasmi giornalistici, però, una domanda può sorgere spontanea: qual è l’impatto che le attività finanziarie di un paese caraibico possono avere su di noi, normali cittadini?

Panama Papers. Tutte le rivelazioni del leak “più grande della storia”

Per capire se e perché tutti dovremmo essere preoccupati dalle rivelazioni di Panama Papers, VICE News ha parlato con John Christensen, direttore di Tax Justice Network—un gruppo di avvocati, economisti e consulenti finanziari con sede a Londra che da anni indaga sulla finanza offshore.

Prima di impegnarsi come attivista, Christensen ha lavorato come insider per una società di consulenza a Jersey, isola e paradiso fiscale a pochi chilometri dalla costa inglese, dove ha potuto vedere in prima persona gli elaborati meccanismi del mondo offshore.

VICE News: Perché le rivelazioni di Panama Papers dovrebbero interessare tutti noi?

John Christensen: Se i ricchi e i potenti decidono di non pagare più le tasse, tutti gli altri si trovano davanti a una scelta comunque dolorosa: dover pagare più tasse o perdere i servizi pubblici. C’è un collegamento diretto tra l’uso della finanza offshore da parte dei ricchi e potenti e la perdita di efficacia della nostra società.

Mentre i nostri sistemi fiscali si adattano al fatto che i miliardari non contribuiscono, la disuguaglianza aumenta minacciando la stabilità sociale e la sopravvivenza economica dei nostri paesi. La questione è veramente grave.

Quindi, secondo lei, se queste pratiche non vengono controllate ci possono essere conseguenze disastrose per la nostra società?

Senza dubbio. Possiamo già vedere i sintomi di questo meccanismo in molti paesi. Penso che stiamo raggiungendo il punto in cui gli stati democratici si troveranno ad affrontare una crisi economica e sociale causata in buona parte dalla decisione dei potenti di non rispettare più la legge.

Basta guardare alla polarizzazione dell’opinione politica in corso in diversi paesi come Stati Uniti e Regno Unito. Quella è una delle conseguenze dirette della forte disuguaglianza che si è venuta a creare anche grazie alla finanza offshore.

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Mossack Fonseca sostiene di aver agito nel rispetto delle leggi e di aver soltanto fornito un servizio ai propri clienti. Secondo lei, qual è il ruolo che queste società giocano nel sistema offshore e quali responsabilità hanno?

Gli studi legali come Mossack Fonseca, una delle compagnie offshore più grandi al mondo, sono l’epicentro dell’economia dei paradisi fiscali. Sono loro che consigliano i clienti, amministrano le società fittizie, forniscono i prestanome.

Non possono sostenere di non sapere ciò che i loro clienti stanno facendo. Le prove raccolte dal team di Panama Papers dimostrano che Mossack Fonseca era a conoscenza delle attività criminali di alcuni dei suoi clienti.

Una parte interessante della storia è il fallimento colossale della professione legale. Dobbiamo ricordarci che questi sono avvocati. Ricoprono una posizione privilegiata nella nostra società, ma, in questo caso, la sfruttano per minare le fondamenta della società stessa proteggendo queste attività criminali.

Quali sono le loro motivazioni? È una questione puramente economica?

Alcuni possono anche avere delle ragioni ideologiche, ma per la stragrande maggioranza sono i soldi a fare gola. Quando lavoravo offshore per un certo periodo sono stato in costante contatto con Mossack Fonseca. Ti posso dire con certezza che le loro commissioni sono altissime, così come i guadagni dei suoi associati.

“Trent’anni fa era già chiaro che Mossack Fonseca si trovava all’estremità più sporca di questo business.”

All’epoca le era già venuto il sospetto che Mossack Fonseca fosse coinvolta in questo tipo di affari?

Sia io che la maggior parte dei miei colleghi sapevamo che Mossack Fonseca era un’organizzazione estremamente riservata che facilitava attività criminali come l’evasione fiscale. Sto parlando di trent’anni fa, ma per noi era già chiaro che Mossack Fonseca si trovava all’estremità più sporca di questo business. Però, non è successo niente finora. Anzi, da allora, Mossack Fonseca è diventata sempre più potente e ha aperto filiali in decine di paesi.

Negli ultimi anni si è parlato molto di finanza offshore, paradisi fiscali e di tutti i modi in cui i potenti cercano di non pagare le tasse. È cambiato qualcosa o dopo lo sgomento iniziale tutto viene dimenticato?

Secondo me alcune cose sono cambiate. Ci sono stati dei progressi verso una migliore trasparenza. I meccanismi che permettono ai paesi di scambiarsi informazioni sulle società sono migliorati. Ci sono stati tentativi di rendere le società offshore più trasparenti e di obbligarle a rivelare i loro veri proprietari. Però, c’è un intensa attività di lobbying per bloccare qualsiasi iniziativa di questo tipo e i nostri politici si stanno dimostrando troppo deboli nell’affrontare veramente questo problema.

Quali sono le riforme che secondo lei dovrebbe essere introdotte per garantire più trasparenza?

Noi chiediamo che tutti i paesi redigano un registro pubblico con i nomi dei veri proprietari delle società offshore. Se Panama, per esempio, fosse costretta ad avere un registro simile, Mossack Fonseca dovrebbe chiudere i battenti e il suo paradiso fiscale sarebbe finito.

Però questa misura deve essere applicata a tutti i paesi del mondo. Deve essere uno standard globale, se no tutti semplicemente si sposterebbero in un altro paradiso fiscale. Secondo me, non esiste un motivo legittimo per cui il nome di un amministratore o un azionista di una società non debba essere pubblico.

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Foto di apertura di Joris Louwes via Flickr in Creative Commons [modificata]