La società ci spinge a pensare che monogamia e amore siano un unicum imprescindibile a cui dover tendere. Ma se chiedeste a Google, a moltissimi ed eminenti studiosi e a Scarlett Johansson se la monogamia è naturale, la risposta sarebbe una sola: no, non lo è. Per niente.
Marilena Iasevoli, psicologa, consulente sessuologa all’istituto di Sessuologia Clinica di Roma e membro della European Federation of Sexology, mi conferma che Scarlett e i suoi colleghi non hanno torto a pensarla così. “Lo stigma nella società è ancora forte, spiegare di non avere una relazione non convenzionale è spesso complicato, ma la verità è che, proprio a livello fisiologico, l’essere umano è poligamo.”
Videos by VICE
E se è vero che biologicamente parlando siamo piuttosto simili agli scimpanzé, non esattamente un simbolo di esclusività relazionale, è più che legittimo chiedersi: come mi comporto se la monogamia inizia a starmi stretta, e a un certo punto non volendo tradire la persona con cui sto meditassi proporle una relazione aperta?
Per rispondere, ho chiesto aiuto alla stessa Marilena Iasevoli. Nessuno vuole convincervi a volere una “relazione aperta” (o una delle sue declinazioni), ma se siete arrivati fin qui, diciamo che i punti che seguono vi potrebbero tornare utili come potrebbero tornare utili a me.
ACCETTARE DI VOLERE UNA RELAZIONE APERTA
“La coppia aperta è una fantasia che hanno in molti, ma spesso non applicabile nella pratica,” esordisce Iasevoli. “Uno vorrebbe essere libero di fare ciò che vuole, ma allo stesso tempo non è in grado di accettare che poi pure l’altro possa avere altri partner sessuali.”
Spesso, infatti, la consapevolezza di dover accettare dei compromessi, con se stessi prima che con il partner, arriva lentamente—e, nel caso di una relazione già avviata, tramite segnali decisivi. “Magari si è sperimentato di tutto a letto col proprio partner, è sopraggiunta la noia, manca flirtare con altra gente; cose assolutamente normali: le esigenze cambiano col tempo,” mi dice Iasevoli.
Attenzione: differente è il caso del poliamore. “In quel caso non si tratta più di una coppia aperta, ma della possibilità di avere più fidanzate/i, ovvero più partner relazionali e sessuali, che di solito si conoscono fra loro e non hanno alcun problema con questa situazione.” In pratica è una possibilità più consona per chi non ama il sesso in sé, ma il sesso con persone con cui sente un legame.
A proposito di poliamore:
LA CONFESSIONE AL PARTNER
Una volta fatti i conti con se stessi, è il momento di parlare col partner—ovvero confessargli che vorreste una relazione non convenzionale. “Se si è all’inizio di una frequentazione, è meglio essere subito onesti e dire, ‘mi piace stare insieme, ma vorrei impostare la relazione così,’ mentre nel caso in cui la relazione è avviata è meglio sondare un po’ il terreno e introdurre molto ma molto gradualmente il discorso,” spiega Iasevoli.
È improbabile che riceviate subito un sì, ma anche in questo caso bisogna fare un distinguo tra i rifiuti netti e le titubanze iniziali. Se nel primo caso starà a voi, e solo a voi, capire se frequentare altre persone sia più importante della vostra relazione, “per quanto riguarda il rifiuto-non-vero-rifiuto, magari questo è soltanto una reazione iniziale, perché è possibile che il partner non abbia mai pensato a questa evenienza o è trattenuto da tabù culturali, e quindi deve ponderare un attimo prima di accettare,” chiarisce Iasevoli.
Ma c’è un rischio: non tutti i sì finali sono genuinamente sinceri. “Esistono casi in cui il partner ha acconsentito solo per far contento l’altro—per paura di perderlo o di essere tradito—ed è molto probabile che rimarrà scontento dell’esperienza.” (Ma questo lo vedremo meglio nell’ultimo punto). Insomma, “se ne deve parlare, parlarne, parlare fino allo sfinimento e valutare tutte le possibilità.”
LE REGOLE DA SEGUIRE
Impostare la nuova relazione è il punto più importante di tutti, perché “farla alla buona non è affatto un’ottima idea,” mi dice Iasevoli. Inoltre, le regole da seguire si devono concordare sempre in comune e non è detto che queste non possano mutare.
“Col partner bisognerà rispondere a diverse domande: Con chi? Dove? Quando? Tu ci sarai? La persona la scegliamo insieme; oppure ognuno esce per conto suo per fare le sue cose?,” spiega Iasevoli. “Questo perché in una relazione aperta si può optare per inserire una terza persona a letto, per lo scambismo, guardare il partner mentre è impegnato in un amplesso con un altro o avere altri partner sessuali e decidere quanto frequentarli.”
Un altro aspetto fondamentale poi—che vale per qualsiasi relazione che contempli più di due persone—è concordare quanto si può raccontare delle proprie esperienze sessuali extra-relazionali. “Se raccontare è uno stimolo ad aumentare il desiderio e a rinforzare il legame di coppia, allora quella è una cosa che si può attuare se concordata”, spiega Iasevoli.
Postilla importante: se col vostro partner avete deciso, per esempio, che potete andare a letto solo una volta con una persona, ma continuate ad andarci lo stesso è considerato tradimento—perché sgarrare le regole del vostro “contratto” equivale a un tradimento.
MI SONO PENTITO O STUFATO, POSSIAMO TORNARE INDIETRO O CAMBIARE?
“Dal punto di vista clinico, chi accetta di passare alla coppia aperta ma non ne è davvero convinto, dopo le prime esperienze, starà quasi sicuramente malissimo, sentirà il rimorso, e vorrà tornare sui suoi passi,” spiega Iasevoli. “Per cui se poi l’altro, che l’ha proposta, non accetta che il partner non voglia continuare, bisogna capire a che punto sta la coppia, se scricchiolava già da prima, se i problemi possono essere superati”.
Ma se in questo caso è quasi certo che la relazione possa concludersi, diverso è il caso in cui dopo un po’ di tempo la coppia decida di ritornare alla monogamia’. “Aprirsi per un certo periodo può essere considerato alla stregua di una terapia di coppia, magari per il calo di desiderio; ma se si pensa che la fase sia risolta e si vuole tornare alla monogamia, nessuno lo vieta.”
Segui Vincenzo su Instagram.