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Perché un satellite militare russo sta continuando a sfiorare altri satelliti?

Ultimamente il satellite militare russo Kosmos 2501, noto anche come Luch o Olymp, si è comportato in modo molto strano. Lanciato nello spazio il 28 settembre 2014, ha trascorso i primi mesi in orbita geostazionaria svolazzando tra le navicelle russe, un comportamento insolito, ma non così tanto da generare particolari allarmismi.

Ma durante i primi giorni di aprile Luch ha ricominciato a causare qualche grattacapo, questa volta introducendosi pericolosamente fra i percorsi orbitali di due satelliti gestiti da Intelsat, un provider di comunicazioni con sede in Lussemburgo e a Washington DC. In seguito, il 25 settembre, è giunto a 0,1 gradi ad ovest in prossimità di un altro satellite della società, Intelsat 905.

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Questi avvenimenti lasciano supporre che qualcosa stia bollendo in pentola. In primo luogo, cambiare rotta senza preavviso è pericoloso perché richiede variazioni nei percorsi programmati di altri satelliti. Avvicinarsi a pochi chilometri di distanza da un altro satellite, senza notificarlo ai suoi operatori, è una pratica da guardare con sospetto.

“Questo genere di comportamento non è regolare e noi ne siamo preoccupati,” così ha commentato le recenti manovre di Luch, Kay Sears, presidente della Intelsat General, durante un’intervista concessa a SpaceNews. “Chi manovra i satelliti deve essere più responsabile. Lo spazio è un dominio da proteggere”.

“Se ci comportassimo tutti così, causeremmo un sacco di incidenti”, ha aggiunto il presidente.

Inoltre, dato che Intelsat amministra un hub di comunicazione importantissimo, utilizzato anche da governi e forze armate, la società ha molte ragioni di restare in allerta.

Le manovre di Luch potrebbero implicare che la Russia stia sperimentando con manovre di avvicinamento (RPO) o che stia cercando di dimostrare le sue capacità in un campo ancora poco definito a livello giuridico. In teoria, i satelliti in orbita potrebbero avvicinare altri veicoli spaziali per danneggiarli, hackerarli o distruggerli.

Una simulazione grafica di satelliti e detriti in orbita geostazionaria. Immagine: NASA Orbital Debris Program office

Come ho già scritto, è difficile sorvegliare questo tipo di operazioni spaziali, perché sia le manovre RPO che le armi anti-satellite (ASAT) possono essere mascherate dietro a degli obiettivi pacifici, come la riparazione dei satelliti stessi. La Russia non è l’unica nazione a testare gli spazi orbitali con queste tecnologie “a doppio uso”. Secondo un recente articolo di The Space Review scritto dall’esperto di sicurezza satellitare Brian Weeden, la Cina e gli Stati Uniti hanno già condotto operazioni simili in passato.

“Ci sono forti motivazioni per credere che le attività RPO di russi e cinesi, che oggi generano tanta preoccupazione, rappresentino una reazione diretta alle politiche statunitensi portate avanti da più di un decennio a questa parte”, ha scritto Weeden nel suo pezzo.

“Anche se è importante che gli Stati Uniti difendano le proprie attività e interessi e nello spazio, una risposta aggressiva potrebbe generare più problemi a lungo termine di quanti ne riuscirebbe a risolvere, trascinando tutti in uno scenario da mobilitazione generale, una crisi quasi impossibile da fare rientrare scongiurando i rischi di una ‘guerra nello spazio’ che le forze armate statunitensi sostengono di voler prevenire,” ha spiegato l’esperto di sicurezza.

Alla luce di ciò, come si collocano la Intelsat o una qualsiasi altra società che potrebbero ritrovarsi nella situazione di essere “pedinate” da misteriosi satelliti stranieri? Secondo un comunicato inviatomi dall’azienda, quest’ultima ha cercato di contattare gli operatori del Luch, senza alcun risultato.

“La recente individuazione di un satellite non appartenente ad un membro della SDA [Space Data Association] in prossimità di due dei nostri satelliti ha comportato il nostro intervento immediato,” si legge nella dichiarazione.

“Abbiamo contattato le autorità competenti e le agenzie governative per esprimere la nostra preoccupazione e chiedere di contattare l’operatore, chiarire la situazione in modo da garantire la sicurezza dei nostri satelliti. Ma nonostante le indagini ufficiali condotte direttamente e indirettamente, i russi non hanno risposto dei loro comportamenti.”

Per il momento, questo è più o meno quanto la società è disposta a rivelare sulla questione. Ma a prescindere da nuove eventuali azioni sospette di Luch, il caso rappresenta solo l’esempio più recente del perché sono sempre più indispensabili delle leggi che regolino l’ambito spaziale per arginare attività aggressive di RPO.