Viviamo in una società che si considera liberata, ma che della sessualità non conosce ancora molti aspetti. E che scopre solo ora alcuni meccanismi fondamentali: di poche settimane fa, per esempio, è la notizia che l’‘ormone del bacio’—la kisspeptina—sarebbe responsabile a livello biologico del desiderio sessuale nelle donne. Questo, secondo gli studiosi, potrebbe permettere di sviluppare le prime terapie per ovviare a una scarsa libido femminile.
Ma la concezione stessa di desiderio sembra ancora un po’ confusa—non si tratta solo di ormoni e impulsi. E se c’è una sfera in cui questa confusione è particolarmente evidente, è quella della sessualità di coppia: è qui che si concentrano molte delle stereotipizzazioni e dei miti che permangono dal passato, dagli uomini che vogliono continuamente fare sesso alle donne con la ‘scusa’ del mal di testa.
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Ma come cresce, cambia e si gestisce nel migliore dei modi il desiderio, quando si è in relazione? E come agisce sugli equilibri di una coppia, nel 2018? Ne abbiamo parlato con Chiara Simonelli, psicoterapeuta, sessuologa e professoressa di psicologia alla Sapienza di Roma.
VICE: Che funzione ha la componente sessuale all’interno di una relazione, in generale?
Chiara Simonelli: Nella costruzione di un legame ha tantissima importanza. Il desiderio dell’altro conferma la tua identità: non è solo un’esigenza biologica di vivere il piacere, ma è la riconferma della validità del rapporto, di essere apprezzato. Dalla tentata rivoluzione sessuale degli anni Sessanta-Settanta, la sessualità e il corpo si sono affermati come valori importanti. Oggi, in una coppia in cui si sia perso il desiderio sessuale, non è strano che si senta di aver perso il senso della coppia stessa: ‘Cosa si sta insieme a fare?’ È una domanda che prima nessuno si sarebbe mai posto.
Quali sono i più comuni equivoci sul desiderio sessuale, soprattutto quando inteso all’interno della coppia?
Per un lungo periodo, anche nella scienza, si sono confusi erezione e desiderio, tanto da dare per scontato che l’uomo desideri sempre, e che al massimo ci può essere un problema tecnico con l’erezione. In realtà, sono due fenomeni diversi, ma questa concezione è ancora molto diffusa, tanto che una donna può sentirsi ‘sbagliata’ se il partner non ha subito un’erezione. In realtà, il desiderio maschile può essere molto diverso da quello femminile, ma ha una complessità simile—e può portare all’erezione.
Rimanendo agli stereotipi di genere, se sei un uomo ci si aspetta che tu abbia sempre desiderio; se sei una donna molto meno, e solo in un legame affettivo. Questo è il vecchio mandato sociale: agli uomini veniva attribuito il compito della conquista della donna, che doveva essere appetibile, graziosa e giovane. L’uomo doveva avere potere, prestigio e denaro, per essere interessante. Poi si sono mescolate un po’ le carte, ma siamo ancora ben lontani da un rapporto paritario. Dalla tentata rivoluzione sessuale in poi, c’è la paura che l’avvicinamento del maschile e del femminile porti alla caduta del desiderio. Cosa che non è mai stata più falsa.
Come si evolve il desiderio insieme alla coppia?
Dati sulla frequenza dei rapporti sessuali nella coppia esistono, ma la frequenza è più legata alla fase in cui si trova il rapporto che all’età. Con il tempo c’è solitamente una diminuzione fisiologica [per la coppia]. Il desiderio è un po’ un mondo autonomo, non è come mangiare o dormire: pensiamo ai grandi mistici che sono riusciti a mantenerlo inespresso, o agli asessuali che dicono di non provare desiderio, ma di non voler essere ritenuti patologici. Insomma, la realtà attuale fornisce ulteriori spunti sullo stereotipo che per stare insieme ci voglia un’attività sessuale frequente. Alla luce della mia esperienza clinica l’assenza di desiderio, anche all’interno di una coppia, diventa patologica solo se e quando una persona la vive come un problema.
Ma cosa succede se questa diminuzione fisiologica non avviene negli stessi tempi per entrambi? Che ripercussioni può avere in una relazione l’eventuale differenza di desiderio?
Anche molto drammatiche. Passato il periodo dell’innamoramento, si è visto che in quasi tutte le coppie c’è una divisione di ruoli: quello che desidera di più e quello che desidera di meno. Quello che emerge è che ci sono delle sofferenze specifiche dell’uno e dell’altro: il portatore di desiderio lotta contro una frustrazione ripetuta, non si sente amato. La persona che ha minore desiderio si sente in colpa perché di solito sa che la sessualità è un po’ un bene comune, da gestire ed esprimere insieme, però si sente anche oppressa. Il tutto è antierotico.
Il sesso è anche significativo strumento di potere—in che modo sposta le dinamiche di potere nella coppia?
Devo chiarire che lo sbilanciamento di desiderio è quasi sempre presente—e molto spesso ben gestito, quindi non c’è motivo di consultare uno specialista. Però questo sbilanciamento è spesso anche una questione di potere: chi sente di avere meno potere è quello che dice no, che è una forma inconsapevole di cercare potere. Tempo fa le donne, non avendo potere, amministravano questo, come potere contrattuale all’interno della coppia. Il famoso mal di testa era una forma di potere.
In teoria, nel piacere sessuale c’è sì un piacere personale del proprio corpo, ma c’è anche il piacere di vedere il piacere dell’altro. Il problema dello sbilanciamento di potere nasce allora da una mancata legittimazione del diritto al piacere della donna e dalla centralità della sessualità maschile. Si potrebbe pensare che la prostituzione goda ancora oggi di ottima salute anche perché va incontro allo stereotipo che gli uomini non vogliono rapporti paritari, in cui si devono occupare di fare avere un orgasmo a lei. Tu paghi una persona che si occupa del tuo piacere, e non hai complicazioni.
Le dinamiche di coppia cambiano per le relazioni omosessuali, immagino. Come?
[In questo campo] dobbiamo ancora fare un po’ di strada nella ricerca. C’è lo stereotipo che nel mondo gay la sessualità sia più importante e centrale, sia rispetto alle lesbiche che rispetto al mondo degli etero. Questo va capito contestualmente: in un mondo fatto per gli etero, i gay si devono incontrare in luoghi virtuali o reali dove è meno faticoso, diciamo.
In questi luoghi spesso si è concentrata una sessualità intensa. Per le donne lesbiche è stata isolata la controversa ‘sindrome del letto bianco’: dopo un po’ la sessualità può scemare o sparire, come a confermare che nelle donne la coppia viene prima del sesso. Quindi gli stereotipi su questa comunità dipendono in gran parte dai tradizionali stereotipi di genere. Ma le cose stanno cambiando, e la diffusione dell’idea di unione e famiglia LGBTQ non può fare che bene per abbattere gli stereotipi.
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