L’uomo che si credeva Mussolini e voleva fondare un impero in Romagna

[daily_motion src=’//www.dailymotion.com/embed/video/x3wslzu’ width=’560′ height=’315′]Pierino Brunelli enuncia i confini della Magna Romagna

Per quanto oggi possa riuscire difficile crederci, c’è stato un tempo in cui le tv locali e regionali hanno effettivamente vissuto un periodo d’oro. Era prima della diffusione capillare di internet in Italia, quando la televisione era ancora il mezzo di comunicazione per eccellenza e tra i vari ecosistemi locali c’era ancora una certa distanza.

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Proprio dal mondo chiuso e ripiegato su se stesso di queste tv è uscito Pierino Brunelli. Qualche anno fa, intervistato in un documentario sulla sua figura, Giorgio Gherarducci della Gialappa’s Band l’ha definito “un simpatico megalomane, un mitomane che crede di essere la reincarnazione di Giulio Cesare, di Mussolini e di Gesù Cristo,” aggiungendo anche che “in realtà, se vogliamo, ha anche un po’ precorso certi personaggi.”

L’opinione di Gherarducci è quella di un esperto dell’argomento: Brunelli è stato “scoperto” e presentato al grande pubblico dal neonato Mai Dire Tv, che in origine si dedicava a fare una sorta di blob con i personaggi più assurdi scovati sulle reti locali. Ed è stato proprio questo il tramite per cui anch’io come tanti altri sono arrivato a fare la sua conoscenza.

Prima di finire sotto i riflettori delle televisioni nazionali, Pierino Brunelli era solo un contadino cinquantenne proprietario di un podere di circa mezzo acro a Ponte Cucco, un paesino in provincia di Cesena. In Romagna era piuttosto noto perché da diversi anni utilizzava le frequenze della sua “TV Imperiale Universale” per divulgare uno strano progetto politico—che portava avanti anche con dei volantini e che più avanti avrebbe esposto anche in un sito ufficiale—il cui fine era quello di “togliere il male che affligge l’umanità.”

Dopo aver fondato due anni prima il cosiddetto “Movimento Autonomo Lavoratori,” nel 1989, tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata “al presidente degli Stati Uniti, al presidente dell’URSS e a sua santità il papa,” Brunelli aveva proclamato l’indipendenza di un nuovo stato confinante “a nord con il fiume Po, a nord-ovest con l’autostrada Padova-Bologna-Firenze, a sud con la cresta dell’Appennino Tosco-Romagnolo, e ad est con il mare Adriatico.” Il nuovo stato era stato da lui denominato Magna Romagna e Brunelli se n’era proclamato imperatore, provvedendo anche a disegnarne la bandiera e a battere moneta.

La proclamazione del nuovo stato era stata accompagnata da un appello dell’imperatore all’umanità. “Il vostro futuro è in pericolo, siete nella mani di esseri senza scrupoli, il PADRE ONNIPOTENTE CREATORE mi ha inviato sulla TERRA per salvare l’UMANITÀ,” esordiva Brunelli, passando poi a ricordare le tappe che l’avevano portato a proclamarsi imperatore e passando a enunciare il principio fondamentale del “brunellismo,” la “religione economica produttiva” da lui fondata tramite un telegramma al Segretario Generale dell’ONU e basata sulla libertà, la vita e il lavoro.

Fin qui potrebbe sembrare tutta una farsa o un delirio. Ma anche se in alcuni dei suoi video sembrava scherzare, la verità è che Brunelli era estremamente serio. Per quanto completamente avulsa dalla realtà, la sua follia conservava una grande lucidità che l’aveva portato ad approfondire la sua rivendicazione elaborando un progetto politico di incredibile complessità, influenzato dall’ambientalismo, dal socialismo e dal cristianesimo.

La home del sito del SUMFES. Grab via


Wayback Machine/Internet Archive

Nella sua teorizzazione, la Magna Romagna avrebbe dovuto essere solo il primo passo verso la creazione di un nuovo assetto politico globale denominato I.E.U. (Impero Economico Universale) o S.U.M.F.E.S.—Stati Uniti Mondo Federale Economico Spirituale. Come spiegava dettagliatamente Brunelli nei suoi manifesti, il SUMFES era una sorta di federazione su cinque livelli. Il mondo sarebbe stato suddiviso in 1.258.400 ministati grandi approssimativamente quanto il podere di Brunelli: 11 di questi ministrati avrebbero formato un medistato, 26 medistati un maxistato, due maxistati un superstato. In totale, quindi, il mondo immaginato da Brunelli sarebbe risultato diviso in 2.200 superstati, il primo dei quali—che sarebbe dovuto servire come esempio per la costituzione di tutti gli altri—era proprio la Magna Romagna. Tutta questa organizzazione complessa si basava sul numero 11, che era il numero preferito di Brunelli.

Nelle intenzioni di Brunelli, la capitale della Magna Romagna sarebbe stata Ponte Fine, una città da costruire da zero sul territorio del suo podere. Ponte Fine avrebbe compreso un “centro di accoglienza per persone anziane sole e bisognose di assistenza,” un’osteria, una piscina, un’infermeria da 50 posti letto, una serie di case per singoli e coppie, un emporio, un “Grand Hotel”, un porto e un faro da costruirsi sulla casa di Brunelli. Stando al progetto da lui elaborato, la città così costruita sarebbe stata “un nuovo centro abitato […] per soddisfare le esigenze della popolazione che lo abiterà vivendo un’esistenza serena e felice […] aperto all’umanità, in modo che i popoli possano visitarlo e vederlo con i loro occhi.”

Alcuni “progetti” per la costruzione di Ponte Fine: la prima pagina e una mappa della città. Immagine via Facebook

Per proteggere la città utopica di Brunelli e per garantire a tutta l’umanità la possibilità di raggiungere la felicità sarebbe stato creato una specie di esercito del SUMFES, un corpo scelto composto da 138.424.000 boscaioli che si sarebbero anche occupati di rimboscare e difendere un terzo del territorio mondiale. Questo “esercito ambientale” sarebbe stato al comando dell’IRAP (Istituto Ricostruzione Ambientale Planetario), un istituto a sua volta dipendente dall’UMB (Unione Mondiale Buongustai), un ente che si sarebbe occupato principalmente di “promuovere l’apertura nel mondo di osterie, enoteche e stuzzicherie.”

Il calendario di Pierino Brunelli. Immagine


via Facebook

Accanto a questo sforzo organizzativo tanto gigantesco quanto arzigogolato e palesemente assurdo, Brunelli si era anche preoccupato di creare un nuovo calendario, simile a quello della Francia rivoluzionaria, in cui i mesi avevano nomi di derivazione meteorologica. Anche i nomi delle quattro stagioni erano stati cambiati: nel calendario di Brunelli, l’anno risultava diviso in “pre-carnevale,” “carnevale,” “post-carnevale” e “spensieratezza in mezzo all’acqua ed in mezzo al sole.”

Brunelli si era anche premurato di fornire prescrizioni religiose e regole di comportamento da seguire. Lo scopo di tutto sembrava garantire ai suoi sudditi “un’esistenza felice” e i suoi consigli sembrano un compendio di saggezza popolare di campagna: “trascorrere almeno due sere alla settimana in compagnia di amici in balera e ballare lisci,” “costruire con le proprie mani tutto quello che è indispensabile alla sopravvivenza quotidiana” e “mangiare almeno una volta al giorno piadina […] per contorno radicchio del proprio orto.”

In un volantino, inoltre, c’è una teorizzazione piuttosto precisa di quale dovrebbe essere l’organizzazione politica dell’Impero Economico Universale di Brunelli. Il posto di primo ministro è occupato da Mikhail Gorbaciov e il consiglio dei ministri è formato da “2 bianchi d’Europa, 2 rossi d’America (pellerossa), 2 gialli d’Asia, 2 neri d’Africa, 2 mulatti d’Oceania.”

Un volantino dell’IEU/SUMFES di Brunelli, datato 1994. Immagine per gentile concessione di Magnaromagna.it

Il volantino in questione è firmato da Brunelli con la dicitura “figlio prediletto di Dio, supremo fra gli uomini.” La cosa non stupisce più di tanto, dal momento che le influenze cristiane e le tendenze escatologiche sono ben presenti nel suo programma politico.

Già nel suo appello all’umanità del 1989, Brunelli si era proclamato “il Cristo” affermando di aver chiesto un faccia a faccia con il papa che sarebbe dovuto essere trasmesso da tutte le reti tv mondiali. “In occasione di quel vertice,” aveva scritto, “accuserò SUA SANTITÀ Il PAPA di essere l’ANTICRISTO, poi lo sfiderò ad intraprendere con me un duello di sguardi davanti agli occhi del genere umano, ci guarderemo l’un l’altro negli occhi, colui che non saprà reggere lo sguardo dell’altro sarà falso.”

Eccessi di megalomania come questo non sono casi isolati: oltre ad aver proclamato più volte di essere la reincarnazione di Romolo, Giulio Cesare, Gesù e Mussolini, Brunelli ha affermato spesso di comunicare con Dio e che tutte le regole da lui scritte gli sarebbero state dettate da Dio “a tutte le ore, soprattutto in sogno.” In un’intervista ha addirittura detto di aver letto tutti i principali testi sacri e che Gesù e Maometto “non erano bene informati.”

Ci sono però anche casi in cui la sua megalomania scompare e viene sostituita da inviti alla rinuncia d’ispirazione quasi francescana. “Per essere accolti nel SUMFES,” scrive a un certo punto Brunelli sul suo sito, “occorre pagare la SUMFES Tassa, equivalente a al 100 percento dei beni immobili, mobili, liquidi e gli effetti personali che l’aspirante a entrare possiede.” Bisogna donare al SUMFES tutto ciò che si possiede e si riceverà dal SUMFES quello che si merita. Secondo Brunelli “bisogna arrivare alla socializzazione mondiale del capitale” perché “questa è l’unica strada per salvare il Pianeta Terra dalla catastrofe ecologica e portare l’umanità alla vera socializzazione mondiale, il che significa alla fratellanza planetaria.”

Il video più recente in cui compaia Pierino Brunelli, fatto a un suo comizio del 2014

Dopo un breve periodo di ribalta, la figura di Brunelli sembra sprofondata nell’ombra e tornata a essere poco più che un fenomeno locale. I suoi messaggi televisivi sono scomparsi da YouTube, dove ora si trovano soltanto una manciata di video amatoriali fatti da chi l’ha incontrato e l’ha sentito parlare. Guardarli mette tristezza, perché in quasi tutti Brunelli sembra trattato come una specie di fenomeno da baraccone. Per quanto riguarda il sito del SUMFES, non è più attivo dal 2010.

Oltre a questi video, le ultime notizie sull’attività politica di Brunelli risalgono a diversi anni fa e lo vedono impegnato a trovare un erede del suo grandioso progetto. Anche in questo caso la successione assume connotati mistici, visto che a suo dire il suo successore è “un bambino nato tra il 1996 e il 2001,” “uno dei tanti giovani che mi avvicinerà nei prossimi anni” e che Brunelli saprà riconoscere al momento opportuno.

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