Cultura

La storia di “Lascia entrare Ascanio”, uno degli inni dell’internet italiano

Aggiornamento: Nel febbraio del 2020, il musicista italo-spagnolo Walzer ha voluto omaggiare “Lascia entrare Ascanio”il brano “Pariya” del cantante iraniano Shahram Shabpareh, italianizzato” nel 2008sul palco di Persia’s Got Talent. Ne avevamo già scritto all’epoca; in occasione della ricorrenza di quest’anno, riproponiamo il nostro articolo sulla storia di uno dei più longevi meme dell’Internet italiano.

Oggi è l’8 gennaio. Se passate abbastanza tempo su internet, saprete già qual è il significato di questa data: è il giorno in cui bisogna “lasciar entrare Ascanio” per colpa di un video di YouTube diventato famosissimo diversi anni fa.

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Ogni anno, più o meno in questo periodo, Facebook e i social si riempiono di post sul tema. Alcuni sono semplicemente ironici, ma in qualche caso ci sono stati eventi reali a cui ha partecipato gente in carne e ossa.

Le origini di questa storia risalgono al 2008, quando un genio ha caricato su YouTube il video di una canzone pop iraniana a cui erano stati aggiunti dei sottotitoli che cercavano di italianizzare il testo del brano. Il risultato era stato particolarmente esilarante perché alcuni passaggi del brano sembravano davvero in italiano, con il risultato che la canzone si era diffusa e i due versi iniziali “Ehi lascia entrare Ascanio / all’otto di gennaio” erano diventati celebri. Due anni più tardi, nel 2010, il video era stato segnalato al Trio Medusa, che l’aveva mostrato durante il suo programma su Deejay Tv.

https://www.youtube.com/watch?v=3sCMMhHOmDQ

Il suo successo non ha solo trasformato in un genere di YouTube quello delle canzoni italianizzate, di cui esistono ormai innumerevoli esempi anche precedenti ad Ascanio, ma ha anche fatto nascere una vera e propria tradizione.

Il grande successo della canzone è dovuto a un particolare tipo di mondegreen—quel fenomeno per cui l’inesatta percezione di un testo in una lingua fa sì che venga scambiato per un testo omofono in un’altra lingua, portando alla creazione di un nuovo significato. In questo caso però l’errore era indotto nell’ascoltatore dai sottotitoli, redatti con quel preciso scopo, e il fatto che i parlanti di una lingua siano più propensi a interpretare i suoni in modo coerente con la loro lingua faceva il resto. Questo processo aveva trasformato la canzone in un’altra canzone, totalmente diversa e indipendente da quella originale.

Per molto tempo “Lascia entrare Ascanio” è girata senza che se ne conoscessero l’autore, il titolo e il significato originale, come se si trattasse di dettagli secondari. In realtà si tratta del brano “Pariya” di Shahram Shabpareh, una delle figure più interessanti della musica pop iraniana.

Stando alla sua biografia, Shabpareh è una sorta di padre nobile della musica iraniana ed è considerato da molti “il più grande batterista iraniano della storia.” A 17 anni ha fondato i Rebels, un gruppo rock di culto definito “la risposta iraniana ai Rolling Stones.” Tra gli anni Sessanta e Settanta ha inciso oltre 20 album, recitato in diversi film e lanciato numerosi musicisti divenuti poi famosi in Iran.

Dopo la rivoluzione islamica del 1979, la musica rock è stata bandita dall’Iran e numerosi musicisti sono fuggiti negli Stati Uniti. Molti si sono diretti a Los Angeles, soprannominata “Tehrangeles” per le dimensioni della sua comunità iraniana, dove la scena rock e pop ha continuato a sopravvivere in esilio, nel tempo libero. Tra questi esuli c’è anche Shabpareh, che vive tuttora in California. Anche se non ha una pagina Facebook, sul suo profilo personale Shabpareh è seguito da più di 9mila persone.

“Pariya,” la canzone a cui deve il suo successo in Italia, fa parte dell’album Madresseh, pubblicato nel 1986. Dev’essere abbastanza famosa visto che cercando su Amazon la si trova inclusa in diverse raccolte di grandi successi pop iraniani, raccolte che peraltro contengono praticamente tutte qualche brano di Shahram Shabpareh.

La traduzione italiana del testo di “Pariya” che si trova su Facebook mostra che si tratta di una canzone d’amore (“Amica dai bei capelli lunghi / che si veste di nero / alza le sopracciglia / con cui mi puoi schiaffeggiare / se un giorno venissi sulla terrazza per farti vedere in viso / coprirei il sole / se provasse a venir fuori”) e in un vecchio topic su Reddit un utente iraniano traduce così il ritornello in inglese: “You are beautiful my love Parya / don’t go outside alone / the neighbors might kidnap you / the neighbors might kidnap you.” Se conoscete il persiano, qui ci sono gli accordi e il testo originale.

Oggi la canzone originale conta numerose cover e reintrepretazioni e nel corso del tempo ci sono stati diversi tentativi di replicarne il successo italianizzando altri pezzi dello stesso artista, con risultati buoni ma mai in grado di eguagliare l’originale. Nel frattempo lo stesso Shabpareh ha fatto il processo inverso con un brano italiano, “T’amo e t’amerò” di Peppino Gagliardi—una canzone che l’artista ha detto di amare fin da quando era ragazzo. E che nella sua interpretazione diventa “Tamo tamero”.

Qualche anno fa, Shabpareh ha suonato a Milano per la prima volta nella sua carriera: nonostante il pubblico fosse composto per la maggior parte da appartenenti alla comunità iraniana in Italia, c’era anche una piccola schiera di adepti di Ascanio. Secondo le testimonianze dei presenti, Shabpareh sarebbe ben consapevole del successo riscosso in Italia dalla sua canzone, pur non avendo idea del motivo. Tuttavia, quando ho provato a contattarlo per questo articolo, non ho ricevuto risposta.

Ma al di là della storia della canzone, del suo autore e dei motivi di questo successo, la cosa veramente interessante è la persistenza particolare del culto che le viene tributato e il fatto che venga tirata fuori ogni anno. Il che mi fa pensare che si potrebbe considerarla ben più di un meme, e quasi una sorta di inno dell’internet italiano.

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