Daniel Fino Galvan, il pedofilo condannato graziato dal re del Marocco. (Documento della polizia)
Quando il pedofilo spagnolo Daniel Fino Galvan, condannato, ha ricevuto la grazia dal re del Marocco il mese scorso, in tutto il Paese sono scoppiate feroci proteste. Il molestatore—che ha scontato solo un anno e mezzo dei 30 a cui era stato condannato per avere violentato 11 bambini nel Nord Africa—era tra i 48 cittadini spagnoli rilasciati su richiesta del re di Spagna Juan Carlos durante la sua ultima visita ufficiale.
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Dopo lo scoppio di indignazione da parte della popolazione marocchina, e dopo che le proteste sono state sedate dalla polizia a suon di manganellate, il re ha revocato la grazia, e qualche giorno dopo Galvan è stato nuovamente arrestato in Spagna. Le proteste contro la decisione reale hanno scosso profondamente le autorità, facendo riaffiorare la sfiducia di lungo corso tra la monarchia e i funzionari eletti, nessuno dei quali sembrava disposto ad assumersi la responsabilità per il rilascio di Galvan.
Il re sostiene che non aveva idea dei crimini di Galvan, e che non l’avrebbe mai graziato se ne fosse stato informato. Potrebbe essere una difesa a prova di bomba per re Mohammed, ma in realtà peggiora quasi le cose; come può una popolazione sostenere un re che con nonchalance scarcera pedofili senza neanche verificare i loro crimini, per poi lavarsene le mani? Il capo delle carceri, licenziato in risposta alle proteste, è stato preso dalla larga maggioranza del pubblico come un capro espiatorio, ma non credo che le rivendicazioni siano una dimostrazione totale del fatto che abbia perso il suo lavoro per un errore altrui.
Scritte che recitano “Mohamed VI, assassino, Spagna complice.” (Foto via)
Purtroppo, quello di Galvan non è l’unico caso. Poco più di un mese prima della sua scarcerazione, un inglese era stato arrestato a Tetouan, nel Marocco del Nord, per aver sequestrato una bambina di sei anni; un mese prima ancora un sessantenne francese era stato condannato a 12 anni nel carcere di Casablanca per avere abusato sessualmente di diversi minorenni. I report riguardo entrambi i casi hanno dipinto il Marocco come un porto franco per i pedofili, essendo più facile arrivarci dall’Europa (è l’unica meta fuori dall’Europa su cui vola Rayanair) piuttosto che le destinazioni per il turismo sessuale nel Sud Est Asiatico, popolate da bambini che versano in condizioni difficili, facile bersaglio per i turisti pedofili.
Il Marocco è stato l’angolo cieco del mondo per decenni. Malgrado le rigide leggi contro l’omosessualità, era la meta di fuga più gettonata per gay abbienti prima che l’ Europa cominciasse a essere più aperta alle relazioni omosessuali; gli interventi per cambiare sesso, prima che fossero legalizzati, si facevano tutti in Marocco, e l’abbondanza di hashish nelle strade della nazione è un cliché che però rispecchia del tutto la realtà.
Sfortunatamente, per tutti i vantaggi di questa autorità relativamente lassa, ci sono anche i contro, libertà disgustose che scivolano via irritando i marocchini, che prima hanno protestato a Casablanca nel mese di maggio per ottenere una maggiore tutela per i bambini e poi in modo più accanito nei giorni che hanno seguito la scarcerazione di Galvan.
Una manifestazione di fronte all’ambasciata marocchina di Bruxelles in seguito alla grazia concessa a Galvan dal re.
Al suo processo il giudice chiese a Galvan perché fosse arrivato in Marocco per stuprare bambini. Galvan rispose “Perché è economico, e con i soldi puoi avere tutto quello che desideri.” La risposta cruda di Galvan mi è stata riproposta da tutte le persone che ho contattato.
Ho chiesto a Bhati Patel, amministratore delegato di ECPAT UK, un’organizzazione che si muove per fermare lo sfruttamento sessuale e il traffico di bambini, perché il Marocco stesse soffrendo così tanto. Mi ha spiegato che “c’è molta povertà, la disparità è alta e stanno constatando che il governo non sta facendo niente per salvaguardare i bambini […] cercano le regioni dove sanno che possono non pagare per le loro malefatte, e dove è facile avvicinarsi ai bambini.”
Ci sono un paio di cose che rendono difficile affrontare il problema. Per prima cosa non si sa chi potrebbero essere questi pedofili, poiché come mi spiegava Patel, “Non esiste un identikit del pedofilo—potrebbe essere chiunque. Potrebbe essere un politico, una persona del posto che viaggia all’estero, anche perché viaggiare è diventato abbastanza economico adesso. Non c’è un singolo profilo caratteristico.” Il riferimento ai politici di Patel si riferisce al ministro del governo francese che un po’ di anni fa era stato accusato di avere preso parte a orge con ragazzi minorenni a Marrakech.
Najat Anwar, presidente dell’associazione Touche pas à mon enfant.
In secondo luogo non esistono statistiche sull’argomento. Mi sono messo in contatto con Najat Anwar, presidente dell’associazione Touche pas à mon enfant [Non toccare mio figlio]. “Le statistiche ufficiali sul turismo pedofilo praticamente non esistono,” mi ha detto. “Un po’ di anni fa avremmo potuto fornire alla popolazione qualche statistica sull’anno in corso, ma erano esclusivamente basate sulle denunce ricevute dalla nostra organizzazione. È per questo che il controllo dei bambini svolge un ruolo così essenziale nel calcolo e nella diffusione delle statistiche, ma si scontra contro insormontabili ostacoli legali, e quindi possiamo solo considerare i casi dichiarati di pedofilia che rimangono comunque una parte insignificante.”
Touche pas à mon enfant ha avuto un ruolo attivo nella prima manifestazione di Casablanca. Ho chiesto a Najat che cosa pensasse delle recenti proteste sul rilascio di Galvan; “Se questo significa un risveglio, come pensiamo, è meraviglioso!” mi ha risposto. L’avversione del popolo ha fatto capire ai marocchini che un grave problema minaccia i loro bambini. Speriamo semplicemente che questa mobilitazione duri a lungo e che non si tratti una scintilla passeggera”.
Cosa ha pensato della scarcerazione di Galvan? “Per prima cosa devo ricordarti che, come organizzazione, Touche pas à mon enfant—attiva da più di dieci anni in quest’area—siamo rimasti basiti molte volte e abbiamo denunciato dozzine di Galvan di tutte le nazionalità, francesi, tedeschi, danesi e molti altri.”
La vicinanza del Marocco all’Europa, il fatto che costi poco arrivarci e la tendenza delle autorità a chiudere un occhio hanno lasciato il Marocco in balia di un problema serio che colpisce soprattutto i bambini delle zone più povere. Sebbene esistano alcune organizzazioni come Touche Pas à mon enfant, che è composta soprattutto da genitori che affrontano la realtà dei fatti, le autorità hanno un lungo percorso da fare per fronteggiare la povertà, la mancanza di regole e la corruzione che hanno reso i bambini del Marocco così vulnerabili.
Come mi ha spiegato Najat, “C’è ancora molto da fare per i bambini che sono vittime di questo turismo schifoso, noi abbiamo una speranza, abbiamo un sogno. Spero che questa protesta del popolo possa far pensare due volte altri potenziali pedofili stranieri. Il sogno è che la nostra nazione venga visitata per le sue spiagge, per le sue montagne, non per i suoi bambini. “
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