Quattro ragazze raccontano com’è fare sesso con adulti vergini

La porta era sbarrata, io ero incazzata. Dopo qualche preliminare promettente e due spinte di numero è stato chiaro che era tutto finito. Avevo il vestito arrotolato in vita. Lui era ancora sopra di me, con una luce strana negli occhi, come se avesse visto il mondo per la prima volta—e con esso il casino nella mia stanza—dopo una vita intera di cecità.

“Non l’avevo mai fatto,” mi ha detto. All’inizio ho riso. Poi è venuto il dubbio, poi la confusione, poi un terribile gelo mi ha preso tutto il corpo.

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Dopo quella notte, per qualche motivo avrei inavvertitamente fatto sesso con molti altri uomini vergini. Uomini di venti e trent’anni. Uno che lavora con me, un paio conosciuti su Tinder, uomini adulti con un lavoro e un gruppo di amici; non uomini che al primo sguardo avresti potuto pensare, ‘Sicuro che non ha mai scopato.’

Ecco la croce di questa dinamica: non c’è modo di sapere chi è vergine e chi no. La persona seduta di fianco a te potrebbe essere vergine. Anche quella che hai baciato sabato sera. Anche tu. E va bene così—le persone perdono la verginità al momento giusto per loro. Ma è strano che, in quanto persona che si prende la verginità di qualcuno, tu sia all’oscuro di quello che sta succedendo finché non è tutto finito.

Ogni volta me lo dicono solo a giochi fatti: davanti al caffè del mattino o una settimana dopo, ubriachi ed emotivi. Quando lo scopro, sento sempre un mix di emozioni, e questo potrebbe dare l’idea che io sia una bella persona. Mi hanno mentito, anzitutto. Mi hanno affibbiato una bella responsabilità, con l’inganno. È difficile, e lo comprendo, per un uomo etero o gay che sia, superata una certa età, nel mondo in cui viviamo così pieno di input sessuali, dove la promiscuità è quasi venerata, ammettere che non hai mai fatto sesso.

Quando l’ho raccontato alle mie amiche, mi hanno detto che sono fortunata. Per quei ragazzi sarò sempre la prima, sospiravano. Le donne poi sarebbero andate e venute, ma io sarei sempre stata la prima. Non condivido la loro opinione.

La maledizione mi ha lasciato, grazie a dio, ma non sono la sola che senza saperlo ha dovuto reggere un tale fardello. Anzi. Ecco alcune donne che raccontano le loro esperienze.

DEFLORAZIONE POCO ROMANTICA

Era un’estate bellissima, l’ultima che avrei passato a Londra prima di trasferirmi. Ho cominciato a vedermi con questo ragazzo grazie ad amici in comune. Siamo usciti e poi gli ho chiesto di andare da me. Sul bus mi ha detto che non era solito fare cose simili. Gli ho detto che era ok, pensando si riferisse al sesso al primo appuntamento.

Siamo arrivati da me e abbiamo fatto sesso, e poi lui ha detto che non l’aveva mai fatto prima. Non è stato così tremendo, e non penso di essermi accorta che fosse vergine finché non me l’ha detto. Non era particolarmente in imbarazzo, ma forse pensava che fosse una cosa grossa—comprensibilmente, peraltro.

Mi ha chiesto se avrebbe dovuto dirmelo prima, ma a me non importava molto. Tutto quello che pensavo era che per lui sarebbe rimasta un’esperienza molto più importante rispetto a come l’avevo vissuta io. Speravo che per lui fosse stata una cosa speciale—ma non avevo fatto niente di speciale, come accendere le candele o mettere su un po’ di musica. La settimana dopo ho scoperto che tutti i suoi amici non vedevano l’ora che succedesse, quindi anche per loro ero stata importante. Non ci penso quasi mai, ma è un bel ricordo.

—Anoushka, 26

IMMEDIATA DIPENDENZA

Ero a una festa a casa di un ragazzo; ci siamo baciati in giardino, poi l’ho aiutato a pulire casa e siamo andati in camera sua. Qualche indizio che lui fosse un novellino c’era—non sapeva slacciare un reggiseno, e ogni volta che mi baciava mi riempiva di saliva. Alla fine abbiamo fatto sesso vecchia maniera, sempre nella posizione del missionario, ma ci ha messo comunque secoli a trovare il buco giusto. Questione di qualche secondo ed era tutto finito.


La mattina dopo quando mi sono svegliata mi stava fissando, accarezzandomi i capelli. Mi ha detto “buongiorno, sexy” e mi ha baciato la testa (che mi faceva un male boia per tutto quello che avevo bevuto). Mi ha sussurrato, “Non è stata male come prima volta, forse per la seconda potremmo provare una posizione diversa?”

Mi ha sganciato la bomba chiedendomi contemporaneamente di fare sesso di nuovo. Poi mi ha chiesto se potevamo vederci ancora, promettendomi che sarebbe stato una persona fantastica. Ho provato tenerezza—era la sua prima volta, chiaramente era eccitato, ma non ce la potevo fare. Così mi sono scusata e me ne sono andata il prima possibile.

È seguito un vero e proprio assedio di messaggi e telefonate, in cui mi chiedeva di vederci, di aprire il mio cuore a lui (Gesù) e di credergli: non voleva che “una delle notti più belle della sua vita” non avesse seguito. Dopo un paio di settimane che lo ignoravo ha mangiato la foglia e mi ha lasciato perdere, ma non dimenticherò mai com’è stato svegliarsi davanti a quegli occhi da labrador. Ho imparato la lezione: sempre stare attente, perché il sesso crea dipendenza.

—Amelia, 25

LA ROTTA TRANSATLANTICA

Ero single e cercavo un modo per passare il tempo in attesa di momenti migliori. Avevo chattato con un tipo che suonava in un gruppo americano che stava per venire in tour in Inghilterra. Ho pensato, “Suona in una band, quindi è una cosa disimpegnata. Perfetto.” Sono andata al concerto e poi siamo rimasti soli io e lui. Abbiamo bevuto un sacco e gli ho chiesto esplicitamente di venire a casa mia. Ha accettato ed è successo l’inevitabile. Mi è sembrato strano fin dall’inizio, si comportava in modo strano e impacciato. Ho semplicemente pensato che fosse un timidone. Non è andata male però—anzi, piuttosto bene.

La mattina, mentre ero in preda a postumi lancinanti, mi ha detto di essere straight edge e che le birre che l’avevo visto bere erano analcoliche. Ma sembrava che morisse dalla voglia di dirmi altro, e dopo qualche esitazione l’ha fatto: era vergine fino alla sera prima.

Mi sono arrabbiata molto, ma ancora oggi non so bene perché. Mi ha solo fatto incazzare. Immagino sia perché avrebbe potuto dirmelo: ne aveva avuto tutto il tempo, avremmo potuto discuterne. E poi, se fosse successo il contrario, se una ragazza fosse stata sobria e il ragazzo ubriaco e avesse deflorato la ragazza, anche senza saperlo, sarebbe stato un bel problema—quindi ho iniziato a pensare che potevo finire nei guai.

Quando è tornato negli Stati Uniti ha iniziato a tartassarmi di messaggi. Dopo qualche giorno mi ha detto che voleva prendere il volo per tornare e passare due settimane insieme. Ho dovuto rendergli chiaro che non sarebbe successo.

—Becky, 25

FARE COSE NON È FARE SESSO

Il bar manager del locale in cui lavoravo in quel periodo, Jay, aveva più o meno la mia età. Dopo qualche mese di flirt, e dopo un pompino mentre cambiavamo i fusti di birra, abbiamo deciso di vederci fuori dal lavoro. Così è stato, poi siamo andati a casa dei suoi—fatto che avrebbe dovuto farmi insospettire, ma chi sono io per giudicare? Anche io in quel periodo ero tornata a vivere dai miei.

Una volta in camera sua, non ce l’ha fatta. Ho pensato che fosse perché era ubriaco. A posteriori, probabilmente era nervoso. Non era durato molto, ma dato che era ben dotato riponevo la più alte speranze in futuri appuntamenti. Dopo un altro paio di incontri dai quali sono uscita delusa perché lui veniva subito, ho deciso che era il caso di parlarne e lui mi ha confessato che non aveva mai fatto sesso con nessuno, prima di me. Aveva “fatto cose” con molte ragazze, ma dopo essersi innamorato di una donna fidanzata—un amore a senso unico durato addirittura anni—non si era mai trovato nella situazione di fare sesso.

Non sono più riuscita ad andare a letto con lui dopo quella confessione—mi ha fatto sentire una stronza, l’ho presa in modo strano. Aveva dei problemi col sesso penetrativo e io non volevo che un rapporto disimpegnato come il nostro diventasse uno strazio—non volevo doverlo aiutare a superare tutti i suoi traumi. So che sembro una persona orribile, ma è vero. Ho già i miei problemi.

—Tara, 29

I nomi sono stati cambiati, tranne quello di Hannah. Seguila su Twitter.

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