Cibo

Questo rito alcolico galiziano prevede fuoco, zucchero e spiriti malvagi da scacciare

Queimada tradizione galicia

La scarpa di Marcos Roel sta andando a fuoco, così come il pavimento. Nemmeno la sedia si è salvata del tutto, una sottile fiamma blu la avvolge. Roel mi ha appena mostrato lo spettacolo pirotecnico e alcolico della Queimada, un punch spagnolo originario della Galizia. Mentre il liquido infiammato trabocca dalla ciotola e si riversa sulle sneakers di Roel, temo davvero che questa serata possa concludersi al pronto soccorso.

Per fortuna, Roel è esperto e sa cosa fare, in un attimo placa le fiamme; questa non è certo la sua prima queimada. Figlio di immigrati galiziani ed ex presidente di Casa Galicia, un club esclusivo sorto nel Queens, a New York, Roel ha già partecipato a tantissimi di questi riti tradizionali. Riservati generalmente ai giorni di festa o per celebrazioni storiche, oggi ogni occasione è buona per una queimada. Festa di compleanno? Queimada. Matrimonio? Queimada. Amico americano a caso che chiede di farsi spiegare le antiche tradizioni di stregoneria in Galizia? Presto, passatemi l’aguardiente [acquavite usata per la preparazione].

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Marcos Roel a Casa Galicia

Le origini della queimada risalgono alle tradizioni celtiche della regione, che si manifestano nell’incarnato pallido dei suoi abitanti, fino alla loro passione per le cornamuse. Gli antichi Celti hanno lasciato ai posteri le rovine di castelli fortificati, le pratiche druidiche, e anche la festa di San Juan, che corrisponde al solstizio d’estate, in cui tutti i galiziani accendono falò e saltano le fiamme nove volte per scacciare gli spiriti maligni.

Ogni città, mi spiega Roel, ha una strega— meiga in galiziano—che legge il tuo futuro e ti prescrive erbe curative. Roel mi racconta di quando la sua famiglia era andata a fare visita alla meiga del paese. Lui era rimasto a New York, ma come da richiesta della sorella, aveva spedito un capo indossato perché lei potesse portarlo alla maga. Quando la sorella l’aveva chiamato dopo la seduta, gli aveva raccontato che la strega aveva detto dieci cose su Roel. “Mia sorella era tipo, ‘non è ridicolo? Nemmeno una di queste cose è vera.” E io, ‘Haha, davvero, che stupidata.’ Erano tutte vere. Quella strega sapeva cose di me che non avevo mai detto a nessuno.”

La nostra conversazione sull’occulto è interrotta da un coro di voci che intonano un canto. Nella stanza vicina alla nostra, c’è un tavolone con una decina di veterani del club, mi spiega Roel, e stanno celebrando la loro cena del mercoledì: “Mangiano, bevono e cantano.” Molti dei cittadini di New York con origini spagnole sono galiziani e Casa Galicia è il cuore di questa comunità di expat. Gli uomini nella stanza accanto battono sul tavolo a tempo di “O Miudiño,” una canzone folk della tradizione galiziana, che dice qualcosa che si tradurrebbe tipo “Guarda, Maruxiña, guarda. Sono ubriaco marcio perché ho bevuto vino al posto dell’acqua.”

Roel inizia a preparare la queimada, scusandosi per non aver portato tutta l’attrezzatura giusta. Questo tipico punch in genere viene preparato in un recipiente di argilla, ma Roel mi spiega che ha rotto il suo mentre scendeva da un tetto di Williamsburg lo scorso 4 luglio (anche in quell’occasione probabilmente aveva bevuto troppo vino al posto dell’acqua), quindi oggi la faremo in una ciotola di acciaio inox. Il sostentamento delle popolazioni galiziane dipende principalmente da agricoltura e pesca, e nella preparazione classica l’argilla rappresenta la terra mentre la ciotola di alcol rappresenta il mare. In questo caso, utilizziamo una bevanda alcolica tipo grappa, da circa 40 gradi, disponibile in commercio, ma in Galizia la base della queimada è spesso un distillato fatto in casa, ottenuto dagli scarti della produzione di vino. Alla nostra base alcolica, poi, Roel aggiunge zucchero, scorza di limone e qualche chicco di caffè: ingredienti che rimandano alle influenze del Nord Africa, e del continente americano in Spagna.

Preparata la queimada, è giunto il momento di accendere il fuoco. Roel prende un mestolo del composto alcolico e dopo qualche falsa partenza, finalmente il liquido prende fuoco. A questo punto, riversa le fiamme nel contenitore, dando fuoco all’intera superficie. È uno spettacolo straordinario; le fiamme scoppiettano, e Roel inizia a giocarci, con il mestolo, a fare palle infuocate che rischiano a ogni movimento di fuoriuscire dal contenitore. Cosa che a un certo punto, ovviamente, accade. Nella mia testa, cerco di fare un rapido ripasso del corso di primo soccorso, ma per fortuna Roel sta già prontamente gestendo la situazione.

A questo punto, lo zucchero nel contenitore si sta caramellando, lascia un residuo marrone ai lati, e un profumo di tostatura dolce nell’aria. Ora, secondo la tradizione, bisogna recitare la “Conxura da queimada”—l’incantesimo della queimada. Si tratta del momento più magico di tutto il rituale, e la parte conclusiva recita così:

Con questo mestolo solleverò le fiamme di questo fuoco che assomigliano a quelle dell’inferno,
e scacceranno le streghe a cavallo delle loro scope, che andranno a fare il bagno sulle spiagge dalle sabbie grasse.
Udite! Udite! Le grida che emettono loro che non possono smettere di bruciare nel liquore diventando così purificate.
E quando questo intruglio scenderà nelle nostre gole, saremo liberi da ogni male della nostra anima e da ogni stregoneria.
Forze di aria, terra, mare e fuoco, a voi faccio questa chiamata:
se è vero che avete più potere dell’umana gente, qui e ora, fate che gli spiriti
degli amici che non sono con noi, si uniscano per questa Queimada.

Dopo aver spento le fiamme, Roel versa la bevanda ancora calda nei bicchieri. Ha un gusto dolce di limone e, ora che un po’ di alcol è evaporato, non è poi così forte come me la immaginavo. “Dicono,” mi spiega Roel, “che al primo sorso, allontani gli spiriti cattivi.” Non posso dire di avere percepito immediatamente l’assenza di spiriti malvagi, ma di certo mi sono sentito immediatamente a mio agio in questo avamposto galiziano nel cuore del Queens, con le mani che odorano di limone e un gusto dolce e alcolico in bocca. Le foto delle ex Miss Galicia ci guardano con un sorriso dolce, nei ritratti alle pareti, mentre i canti continuano nella stanza accanto. “ Mira, Maruxiña, mira…”

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