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Questa estensione di Chrome ti permette di trovare gratis gli articoli a pagamento

Il mondo delle pubblicazioni scientifiche è — più o meno come qualsiasi altra cosa nel triste universo in cui viviamo — governato dai soldi: pubblicare una ricerca ha un costo (alle volte elevato) per chi l’ha prodotta, ma anche per chi desidera usufruirne.

Il secondo meccanismo in questione è il cosiddetto paywall, un ostacolo nel senso letterale del termine, che prevede il versamento di una somma di denaro per poter accedere alla versione completa di uno studio.

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Un’estensione appena uscita del browser Chrome, chiamata Unpaywall e creata dal sito open-source Impactstory, vuole contrastare nel modo più legale possibile questo fenomeno, offrendo agli internauti uno strumento per trovare rapidamente (e gratuitamente) i testi di ricerche pubblicate su siti a pagamento.

Schermata della pagina dell’estensione per Chrome Unpaywall. Screencap via Unpaywall

I paywall sono un argomento più controverso di quel che si può pensare, rappresentando in teoria una tutela per la proprietà intellettuale dei ricercatori, ma, di fatto, una giostra strana di di prestigio pretestuoso e peer review sottopagate, nonché un limite enorme allo sviluppo di una conoscenza scientifica collettiva, che non discrimini il proprio pubblico sulla base di un mero criterio di disponibilità economica.

Pagare un singolo paper 40 euro può sembrare una spesa ragionevole quando accade una tantum, ma quando gli abbonamenti a siti di pubblicazioni scientifiche arrivano a costare migliaia di euro all’anno, la necessità di un’istituzione di supporto finanziario limita grandemente l’accesso alla conoscenza del singolo individuo.

Senza contare che, come esemplifica il drammatico caso di Aaron Swartz — l’attivista americano che si è suicidato nel 2013 a 27 anni, poco prima di essere condannato a 30 anni di carcere per aver scaricato troppi paper dalla piattaforma online a pagamento JSTOR —, è fin troppo chiaro che le leggi attuali non sono in grado di regolamentare con efficacia la questione.

I termini “pirateria” e “lotta per la libera informazione” finiscono in questi casi per confondersi, in uno scenario destinato a finire in modo tetro e profondamente inumano.

Certo, oggi giorno trovare un paper per vie traverse è possibile, ma l’estensione Unpaywall, come si legge nella sezione FAQ della pagina, vuole differenziarsi da siti come Sci-Hub proprio sul metodo di prelievo dei documenti: “ Unpaywall trova i PDF caricati online dagli autori stessi, mentre Sci-Hub utilizza PDF ottenuti con altri mezzi, tra cui lo scraping automatico dei siti di pubblicazioni,” che permette risultati più comprensivi, scrivono, “ma non è super legale.”

Il funzionamento di Unpaywall si basa principalmente sulla raccolta di contenuti da archivi open-access e fonti come PubMed Central, DOAJ, Crossref e via dicendo, con una percentuale media di successo dell’84 percento.

L’estensione, che è (ovviamente) gratuita e non conserva i dati dell’utente, rappresenta un interessante passo in avanti verso la creazione di una conoscenza collettiva libera. “Ora più che mai,” si legge sempre sul sito, “l’umanità ha bisogno di accedere alla conoscenza collettiva, non di accumularla. Molti accademici la pensano allo stesso modo; ecco perché caricano i loro paper su server online gratuiti e legali.” L’obiettivo di Unpaywall è di diventare un tramite efficace e rapido tra le persone e questi archivi, “sfruttando il sistema di distribuzione a pagamento per portare l’open access alle masse.”