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Questo WC a energia solare brucia la cacca

Un test sul prototipo. Immagine: University of Colorado

Tra tutti gli sforzi ammirevoli per risolvere i problemi del mondo — dallo sconfiggere la malaria, al migliorare l’accesso all’istruzione fino all’abolizione del digital divide — c’è un semplice bisogno che tende ad essere dimenticato: noi umani, ogni tanto, dobbiamo fare la cacca e circa 2,5 miliardi di noi non dispongono delle strutture adeguate per farlo.

Pensateci un attimo: al di là del fattore comfort, a circa un terzo della popolazione planetaria mancano i servizi igienico-sanitari, così le loro comunità sono esposte alle malattie e problemi di igiene. Come mi ha raccontato qualche anno fa Jack Sim, il fondatore della World Toilet Organization, una parte importante del problema è che la questione dei sanitari non viene percepita come particolarmente glamour, ciò fa sì che la sua esposizione mediatica e i sostegni che riceve siano limitati. Questo significa che, a livello globale, ci sono più persone con un telefono cellulare rispetto a quante possano usufruire di servizi sanitari adeguati.

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“Perché qualcuno dovrebbe spendere soldi per un telefono cellulare e non per un bagno in casa propria?” mi ha spiegato Karl Linden, professore di ingegneria ambientale dell’Università del Colorado. “Dobbiamo pensare ai servizi igienico-sanitari come a un’opportunità di business e rendere le toilette uno status symbol”.

Il team di ingegneri di Linden spera di realizzare proprio questo proposito. Con l’aiuto dei finanziamenti della Reinvent the Toilet challenge promossa dalla Bill e Melinda Gates Foundation, hanno sviluppato un WC che concentra l’energia solare per bruciare e disinfettare le deiezioni umane, trasformando le feci in un sottoprodotto battezzato biochar.

I CAVI di FIBRA OTTICA che pompano il calore SOLARE NEL REATTORE DEL wc che brucia la cacca.

L’obiettivo è quello di costruire un blocco autonomo di servizi igienici, simili a quelli sviluppati da Coca-Cola che forniscono acqua potabile e corrente per caricare i telefoni — in modo da trasformare i servizi igienici in un luogo rilevante per la comunità.

“Credo che sia difficile rendere i servizi igienico-sanitari attraenti come i telefoni cellulari, ma integrandoli nelle comunità e rendendoli una sorta di punto di ritrovo, possono diventare più popolari,” ha spiegato Linden.

La toilette, battezzata Sol-Char, è uno splendido esempio di ingegneria. Per sterilizzare i rifiuti senza l’ausilio di impianti di trattamento di massa, il team di Linden ha fatto in modo che i rifiuti vengano bruciati in una camera riscaldata da cavi in fibra ottica che pompano il calore raccolto dai pannelli solari disposti sul tetto della toilette.

“Un concentratore solare fa in modo che la luce venga concentrata su un centimetro di superficie. L’ideale sarebbe se riuscissimo a concentrare la materia fecale di tutti in quel unico punto, per bruciarla come con una lente d’ingrandimento,” ha spiegato Linden. “Ma non essendo una soluzione pratica, abbiamo pensato ad altri modi di concentrare la luce.”

 COME si legge sul contenitore tenuto in mano da Linden, quella nelle sue mani è autentica cacca, ed è completamente igienica da maneggiare. IMMAGINE: University of Colorado

Secondo quanto spiegato da Linden, la chiave è capire come far raggiungere alla luce i cavi in fibra ottica — lunghi circa quattro metri — ad angolo retto in modo che si propaghi uniformemente. Linden ha raccontato che la produzione di calore con gli otto fasci di fibre ottiche non è difficile, ma imballarli strettamente senza che si fondano era una sfida che ha richiesto una grande quantità di lavoro a stretto contatto con i produttori di materiali. Il risultato è una macchina per la combustione delle feci ad alta efficienza.

“L’efficienza di trasmissione è molto alta, tipo del 90 per cento, dal momento che non si verificano molte perdite,” ha spiegato Linden.

Il prodotto finale si chiama biochar, è una specie di carbone completamente igienico ideale per le coltivazioni. Con la conversione dei rifiuti solidi in biochar (i rifiuti liquidi vengono deviato altrove, essendo più facili da trattare), la toilette consente di svolgere lo smaltimento dei rifiuti sanitari, senza il bisogno di investimenti ingenti in infrastrutture.

Il progetto ha ricevuto 777.000 dollari (circa 733.000 euro) come finanziamento iniziale da parte della Fondazione Gates, con un altro milione di dollari (circa 943.000 euro) per la seconda fase. Attualmente, il team si trova a Nuova Delhi per la seconda seconda Reinvent the Toilet Fair annuale, un evento promosso dalla Fondazione Gates a cui partecipano 16 team che si sfidano per sviluppare una toilette. Il team di Linden presenterà il suo prototipo funzionante, su cui hanno lavorato per 18 mesi.

IL PROTOTIPO in tutto il suo splendore incendia-feci.

Il passo successivo è quello di costruire un sistema plug-and-play pronto da essere utilizzato sul campo, che richieda costi minori di produzione. Linden ha dichiarato che hanno già tagliato i costi del 90 per cento e che stanno cercando di aumentare l’efficienza oltre a diminuire la lunghezza dei loro fasci di fibre — che rappresentano una voce importante nei costi del progetto.

“Al momento, il nostro sistema non è ancora pronto per la prova sul campo. Funziona e tutta la nostra tecnologia può lavorare in modo integrato ma dobbiamo essere presenti in loco perché funzioni,” ha precisato. “La prossima fase della ricerca è prendere quello che stiamo facendo ora e renderlo pronto perché funzioni sul campo.”

Con il procedere del lavoro, Linden spera che il WC ideato dal suo team possa raggiungere le varie comunità per rilanciare il dibattito intorno agli investimenti nel settore dei servizi igienico-sanitari. Di per sé, il modello di punto di ritrovo per la comunità potrebbe fornire una fonte di reddito per aiutare a mantenere il sistema, con il risultato di aumentare la consapevolezza in merito alla questione e la domanda di miglioramento delle infrastrutture igienico-sanitarie.

“Bisogna trovare un governo interessato a investire nella salute dei suoi cittadini e una comunità disposta ad investire non solo in termini di lavoro ma anche di denaro,” ha concluso Linden.