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La nuova frontiera del rap cristiano italiano

Devo essere proprio fortunata perché i miei amici di Facebook mi mandano link interessanti come quello che vedete qui sopra, il videoclip di “Salvo x Miracolo” di Luca Maffi Dj Feat. Giovanna Schimmenti. Dj Luca Maffi è attivo da qualche anno e dubstep, jungle, drum’n’bass, ma soprattutto lo Spirito Santo animano le basi del suo #RAPGESÙCRISTICO. Il suo ultimo singolo parla di come la sua vita sia stata rivoluzionata dal pane consacrato aka il #corpodicristo. La voce angelica di Giovanna Schimmenti sottolinea con grazia il miracolo avvenuto quel giorno, il 27 maggio 2007, a Brescia, nella chiesa di San Luca.

La storia personale di Luca (il DJ, non il santo) è molto travagliata, caratterizzata da una famiglia disunita, da molestie sessuali all’età di 11 anni da parte di un laico consacrato, ma soprattutto dalla terribile tentazione della nightlife e dei demoniaci BPM, che DJ Luca Maffi ben descrive nella bio del suo website: “Il lavoro in discoteca come dj mi dava la possibilità di far entrare gratis gli amici, di avere il tavolo più importante e tutto ciò che ne consegue. Poi salivo in consolle e lì mi sentivo un dio. Decidevo i tempi, portavo le persone al punto che diventassero ritmo, ritmo frenetico da poter controllare. Quanti ragazzi si eccitavano e mi incitavano quando riempivo la pista con la hit del momento! Era uno sballo e io spingevo sempre più bpm, sempre più ritmo, meno musica e più ritmo”.

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Il nostro DJ ci tiene comunque a spiegare meglio la sua conversione e la posologia dello Spirito Santo, nella hit drum&bass “È lo spirito che scende”, sapiente descrizione dell’immateriale che si incarna nella materialità, di due entità così ontologicamente opposte che si compenetrano, come la voce aggraziata di Silvia Bacherini che accompagna il rap onesto e amaro di DJ Luca Maffi.

Ma non vogliamo farci mancare anche i rapporti con l’estero, in questo caso il Vaticano, il cui uomo di punta ora, come i più aggiornati di voi sapranno, è di lingua ispanica. Dalla volontà di unione e superamento delle barriere geografiche, memore delle imprese di evangelizzazione in America Latina, DJ Luca decide di aprire il proprio rap alla commistione culturale con Fresh Sanchez, nella hit “Una Chiesa / Una Iglesia”. Ma le sonorità di DJ Luca Maffi vanno oltre quelle dei Paesi che già hanno abbracciato il cristianesimo, infatti nella peculiare cornice del christian rap si inseriscono echi mediorientali in questa struggente ballata intitolata “Dolore Atroce”, l’urlo di Gesù appeso sulla croce. Il mio verso preferito è “Per vivere bene non è complicato, c’è bisogno che il ginocchio venga piegato”.

Ma ora abbandoniamo il dolce rap di DJ Luca Maffi (potete trovare la sua intera discografia, scaricabile in creative commons, qui) e muoviamoci verso altre frontiere del christian rap italiano, in particolare del King del Rap con la croce al collo, il durissimo Shoek. Questo ragazzo, della zona di Pescara, ha una storia complessa alle spalle, anche lui, di droga e degrado familiare, che ha superato, grazie a Dio. La sua ultima hit, “Faccio la differenza”, parte da un registro decisamente più “street” rispetto a quello del suo collega DJ Luca Maffi, tanto che Shoek sembra pronto a dissare il demonio, e lo fa in versi come “Assassini di problemi / noi cristiani siamo ready” o “Inferno per il diablo / che con noi si piglia male” o “Rubo al demonio come Al Capone al fisco”, anche se non mancano i riferimenti alla politica: “Torno sempre, come Silvio”, anche se il mio verso preferito è “Mi vedi senza soldi mentre predico il Vangelo / Ti sbagli ho una mansione che mi aspetta su nel Cielo” (per il significato di Mansione, controlliamo insieme cosa dice il dizionario). Il colpo da maestro, però, arriva sul finale, quando Shoek si lancia in un anatema contro l’evoluzionismo, illustrato da questi versi: “Cercando di ridare vera vita a queste mummie / Che credono al Bing Bang e ai parenti come scimmie / ascolta ma davvero tu non credi che sia sciocco?! / Credere a uno scoppio che ha creato ogni cosa”.

Grazie alla dedizione del grande Shoek ho scoperto che esiste un pezzo di Emis Killa che si chiama “Lettere dall’inferno”, un pezzo contro-dio, che, anche già solo per costituzione, per non parlare dell’interprete, risulta più comico dell’intera discografia dei P.O.D. In ogni caso, Shoek ha deciso di rispondere pan per focaccia (dove per pan si intende il pane consacrato, ved. DJ Luca Maffi) con la contro-hit “Lettere dal Paradiso” che inizia con una precisazione: “Emis Killa, questa canzone l’ho scritta per te, non per attaccarti ma per dirti che Dio vive.” Credo di trovarmi di fronte all’episodio di botta e risposta tra rapper più assurdo della storia. Alta qualità, davvero ragazzi.

C’è da dire che Shoek ci mette un certo impegno, mica solo nel confezionare le proprie rime e nel battersi contro il Bing Bang, a cui, grazie alle sue parole non credo più nemmeno io. L’ultimo video che vi segnalo è quello di “Infastidisco”, i miei versi preferitissimi, forse dell’intera discografia rap-cristiana, sta proprio in questo brano, ho dovuto riascoltarlo un po’ di volte per rendermi conto che Shoek l’aveva composto e inserito davvero in un suo brano, ed è per questo che, sono seria, lo rispetto. Eccolo qui: “Sono fuso come Homer ma ho lo spirito di Flanders”. Chapeau.

So che sarà traumatico, ma per quest’ultima digressione christian-rap passeremo dal top gamma Shoek all’outsider, alla nicchia del rap cristiano italiano, rappresentata da Salvo Raffaele di Catania, che ha cinque follower su SoundCloud (chiamatemi Claudio Cecchetto). Il suo progetto si chiama infuocati da SpiritoSanto e purtroppo è fermo da circa un anno, ma voglio comunque rendere omaggio a questo grande autore, anche perché nessun altro prima di lui è mai riuscito a scrivere un “Rap Della Mangiatoia”, in cui Gesù Bambino parla in prima persona, anzi rappa in prima persona, e ci ricorda che lui è in ogni casa, in ogni carcere, in ogni ghetto.

Accompagnati dal fuoco dello Spirito Santo, siamo pronti ad affrontare addirittura il reggae-ska di “La Nostra Gioia”, in cui “il fuoco scende scende / il male fugge fugge / e tutti insieme lodiamo il Signor”.

Nel caso, poi, foste a corto di ritmi caraibici, original ragamuffin style, arriva “Manda il fuoco Signor”, in cui Peter Tosh chiede al Signore di passargli l’accendino.

Ecco, dopo essermi fatta una certa cultura sulla musica cristiana italiana, io credevo che il rap fosse il mezzo con cui i nostri amici cattolici si sentono più a proprio agio, invece poi scopro che la poliedrica produzione di infuocati dallo Spirito Santo è arrivata anche alla dance, e allora scusate, ma eleggo a inno definitivo del cristianesimo italiano la loro “Apri i miei occhi Signore – remix”.

Andiamo in pace. @virginia_W_