“Secondo uno studio, gli amminoacidi e i minerali negli asparagi pulirebbero le tossine dal fegato”
Ho una perversione per gli asparagi. Non è solo che mi piacciono. Li mangerei dalla mattina alla sera, mi piace andare a raccoglierli e, soprattutto, amo alla follia l’odore che danno alla mia urina. Un po’ come chi va pazzo per quello della benzina, con la differenza lo associo all’idea che i miei reni si stiano ripulendo da tutto lo schifo che ho ingerito.
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Immaginate il mio stupore quando ho saputo di uno studio, pubblicato nel Journal of Food Science, secondo cui gli asparagi sarebbero in grado sia di prevenire una sbronza, sia di aiutare a superare l’hangover. Secondo lo studio dell’Institute of Medical Science e della Jeju National University in Corea, gli amminoacidi e i minerali presenti negli asparagi riuscirebbero ad aiutare i sintomi dell’hangover e a proteggere le cellule del fegato da tossine (vedi: alcol). E addirittura le “foglie” sarebbero più potenti degli asparagi stessi.
Ora, capirete che pensare di dimostrare con un articolo tutt’altro che scientifico la validità dello studio non ha alcun senso—e non è nemmeno il mio obiettivo. Ma siccome gli asparagi—come ho detto—mi piacciono, e al momento ci sono anche gli ultimi della stagione, ho pensato di introdurli in maniera massiccia nella mia alimentazione e provare a capire se avrei avvertito una qualche differenza.
L’esperimento è coinciso con un paio di giorni di intensa maratona alcolica (è per lavoro). Il primo giorno il programma prevedeva di assaggiare la nuova cocktail list di Freni e Frizioni a Roma, seguita da una serata a base di Martini Cocktail; il secondo giorno, invece, si prospettava un altro evento con fiumi di alcol.
Giorno uno: aperitivo di asparagi
Dopo aver avvisato chi mi stava intorno che quella sera avrei potuto essere molesto, ho cucinato i primi asparagi saltati in padella con burro e limone. Non avevo idea di quale fosse la quantità da ingerire per prevenire l’ubriachezza, così ho puntato sul mangiatene quanti più possibile. Ne ho mangiati cinque o sei, ho chiuso il resto in in un Tupperware e sono approdato da Freni e Frizioni, dove ho tirato fuori i miei begli asparagi da usare come aperitivo.
“Mi aspettavo un piccolo troll dentro la testa che cominciasse a martellarmi l’occhio dall’interno e invece niente”
Tra un asparago e un altro c’erano di mezzo molti sorsi, prima di un americano e poi della nuova drink list: almeno altri quattro drink, che alle 17 non è male come numero. Alla fine della piccola maratona, tra drink giganti, drink blu, drink rossi e drink ambrati, tutto era limpido: non ero minimamente brillo.
Ma per capire se gli asparagi stavano facendo il loro dovere, bisognava alzare l’asticella. Alzare l’asticella per me significa Martini Cocktail. Un intruglio magico di gin e vermouth che può farmi molto molto male. Per tenere fede all’esperimento avevo anche deciso non solo che avrei mangiato degli asparagi, ma che avrei mangiato solo asparagi. Dopo il primo Martini e il secondo Martini ho bevuto un terzo Martini nutrendomi con qualcuno degli asparagi rimasti (e un raviolo cinese, lo ammetto). A quanto mi hanno detto ho cominciato un po’ ad alzare la voce, a chiedere cose un po’ indiscrete, ma ero cosciente di quello che dicevo e facevo. La prima giornata per evitare l’ubriachezza possiamo dire che ha funzionato abbastanza. Ma la prova vera sarebbe stata il giorno dopo. La prova dell’hangover.
Giorno due: l’hangover
Essendo il secondo giorno in mezzo alla settimana, la sveglia è suonata abbastanza presto. Qui ringrazio il coprifuoco per avermi regalato preziose ore di sonno: la paura, prima di addormentarmi, era molta. Infatti ho aperto gli occhi, il soffitto ha cominciato a girare su se stesso, e mi sono detto “Eccoci che arriva”. E invece no. Mi aspettavo un piccolo troll dentro la testa che cominciasse a martellarmi l’occhio dall’interno e invece niente. Non ero proprio umano, ma non ero nemmeno uno zombie.
Rincuorato, ma un po’ nauseato, ho preparato la seconda dose di asparagi. Spadellata veloce e via, pronti per accompagnare il caffè. Dopo tre/quattro asparagi l’effetto è stato, devo ammettere, abbastanza potente: giusto un po’ meno di quelle pasticche anti hangover che avevo provato tempo fa. La testa era chiara, i grugniti mattutini secondo la norma e nessuna traccia di mal di testa all’orizzonte.
“Al settimo Martini Cocktail sono riuscito a tenere dei discorsi e le gambe funzionavano ancora”
A pranzo, con gli asparagi già cotti, un risotto era d’obbligo (anche per raggiungere una quota decente di carboidrati). Non sapendo la durata dell’effetto, ho deciso di rischiare e di non portarmi ancora in giro gli asparagi, anche perché la tappa di quel giorno era il The Court per un evento dedicato alla stampa: un posto abbastanza fighetto con vista Colosseo dove il mio Tupperware non sarebbe stato visto come una cosa accettabile. La serata, dalle 19 alle 23, è stata completamente all’insegna dei Martini Cocktail. Di svariati Martini Cocktail. Roba che appena ne finivo uno ne appariva magicamente un altro.
Quel cocktail funziona così: il primo va giù come niente. Il secondo comincia a farti diventare brillo, dal terzo in poi la scala va da molesto a “non ci sto capendo più niente.” Bene, non so se fossero state le enormi quantità di asparagi o l’aiuto divino, ma le coppette si svuotavano a una a una, per un totale di 8 coppette svuotate, e io sapevo ancora di essere vivo. Al penultimo la mente ha cominciato ad annebbiarsi, ma sono riuscito a tenere dei discorsi, a litigare furiosamente con una persona (per motivi validi, non per aver bevuto) e le gambe funzionavano ancora.
Mi sono ritrovato a tornare a casa a piedi in una Roma deserta e non accompagnato dalle guardie, il che equivale a una condizione mentale magari un po’ instabile, ma decisamente gestibile. E la mattina dopo, senza asparagi a colazione, il troll dell’hangover ha cominciato a martellare. Ma penso l’avrebbe fatto comunque stavolta.
Sono stati gli asparagi? Non lo so. Questa moderna versione del metodo scientifico, di scientifico, nella mia persona, non aveva niente. Quello che so è che dopo essermi nutrito per due giorni quasi solo di asparagi e alcol, sono ancora qui per raccontarlo. E non potete capire la soddisfazione ogni volta che andavo a fare la pipì.
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