La nuova scena musicale più cool di tutte le altre, di cui sembra si faccia già un gran parlare a Londra, si chiama PC Music. Probabilmente avrete già avuto modo di ascoltare “Hey QT” e magari avrete pure visto il set di Sophie a Boiler Room e avrete fatto in tempo a chiedervi cosa cazzo voglia dire GFOTY (non è un nuovo tipo di porno, disgraziatamente). C’è anche il caso che siate riusciti a leggere un articolo approfondito e serio sull’argomento, anzi a darci un breve occhiata prima di chiudere la pagina sospirando per avere notato che, come tutti gli altri, anche quel saggio sulla PC Music la definiva un “argomento che ha generato opinioni contrastanti”. In effetti, proprio guardando tra i commenti del Guardian si trova sia chi la chiama “interessante novità” e chi la descrive come “roba tipo quella con cui i miei vicini di casa eroinomani mi tengono sveglio la notte”. Il bello è che hanno entrambi ragione: è roba incredibilmente catchy, ma pure fastidiosa ai limiti del sopportabile.
È proprio questa ambiguità di fondo ad avere generato un bel po’ di scetticismo e prese per il culo tra gli ascoltatori, considerato che anche chi la difende non ha ben capito se è il caso di prenderla sul serio o meno. È piuttosto comprensibile, considerato che in quest’epoca post-ironica ci sono intere sottoculture che nascono da scherzi poco divertenti e la sincerità è l’esatto contrario della coolness. il trolling è diventato uno strumento di linciaggio universalmente accettato: se I Vestiti Nuovi Dell’Imperatore fosse ambientato al giorno d’oggi, parlerebbe di una che si veste apposta da idiota per la fashion week e finisce su tutti i blog del mondo.
Videos by VICE
In generale, no c’è granché di nuovo in tutto questo: per dire, la no wave era nata come attacco diretto al rinnovato conservatorismo pop degli artisti new wave, rispondendo al fuoco con un suono violento, atonale e completamente astratto. Allo stesso modo, la PC Music potrebbe essere considerata una qualche forma di sberleffo alla seriosità macho di tanta parte della scena elettronica di oggi, oppure una satira delle dinamiche industriali della musica pop.
Ad ogni modo, abbiamo deciso di dare uno sguardo retrospettivo a tutta la musica che nel corso degli ultimi dieci anni ha provato a prendere per il culo l’opinione pubblica, riuscendoci.
WITCH HOUSE
La witch house era musica darkettona per gente bella e popolare, quella stessa gente che a scuola pigliava a sassate i darkettoni veri. Nota anche come Drag, haunted house o “rape gaze” (con tanti complimenti a chi ha partorito quest’ultimo nome), pare sia stata inventata da Travis Egedy AKA Pictureplane, o così almeno sostiene lui, affermando di avere iniziato a fare “house dai toni occulti” nel 2009 per “una specie di scherzo concettuale” che in breve tempo “si è trasformato in roba seria” perché “un bel po’ di gente ha iniziato a parlarne sui propri blog, rendendola un meme” dopodiché “hanno iniziato a considerarla un genere vero e proprio”. Molto recentemente, quell’inutile scarto mediatico di Fred Durst ha postato un video in cui scopre i Salem con tre anni di ritardo.
Probabilmente, comunque, la cosa peggiore ad essere venuta fuori da tutto questo sono gli Alt-J. Se vi state chiedendo cosa c’entrino, beh, pensate solo che il loro nome è la combinazione di tasti che bisogna premere per digitare un triangolo. Se gi artisti witch house avessero evitato di chiamarsi △△††△△ e cagate del genere, ci saremmo probabilmente risparmiati anche “Tessellate”
NEW RAVE
Non succede spesso che i generi musicali vengano battezzati dagli stessi artisti che ne fanno parte, d’altra parte chi vorrebbe mai ammettere di non produrre musica assolutamente originale e di fare parte di un qualche movimento? Di solito lo fanno i giornalisti, quando si accorgono di avere già scritto troppe volte la parola “eclettico” e coniano uno stupido nome a caso. Sono, per l’appunto, state le riviste di musica a inventarsi la new rave, a metà anni Duemila: il revival dance-punk era già roba grossa negli States, seguendo all perfezione la regola dei vent’anni, per cui un certo fenomeno tende a tornare in vita dopo non più di due decadi dalla sua origine. Ad ogni modo, in USA e UK, questo particolare revival ha preso direzioni completamente diverse, considerato che in America nessuno sentiva davvero il bisogno di vestirsi da drugo daltonico solo perché ascoltava i Rapture. Diciamo che la New Rave sta all’Inghilterra come la EDM sta agli stati uniti, anche se quest’ultima ha sicuramente ucciso più gente.
Come sempre, però, lo scherzo dei giornalisti si è trasformato in uno scherzo ai danni dei giornalisti. Il seguito ottenuto dalla new rave fu spropositato: la vedevano un po’ tutti come antitesi allo stile indie-casual che era andato di moda fino a quel momento, il che generò fenomeni come i rave-tour organizzati da NME, e le riviste specializzate come SuperSuper, che mettevano in copertina personaggi vissuti solo tra le loro ironiche paginette (Niyi, Namalee…). Quando la faccenda si era già fatta troppo seria e ne stava iniziando il declino, arrivarono i Klaxons a dichiarare che “era tutto uno scherzo, volevamo che i giornalisti prendessero sul serio una roba che non era mai esistita”, più o meno nello stesso periodo, il gruppo bandì l’uso di glowstick ai loro concerti.
In sintesi: una cazzata detta da Jamie Reynolds e un paio di giornalisti di VICE a una festa, ha portato un album fatto con i preset “dance” di una tastiera Yamaha a vincere il mercury prize. Se non è trolling questo…
CHILLWAVE
Il principale luogo di gestazione dei generi contemporanei è Tumblr, ma la chillwave è più tipo il rantolo di morte di uno studente di graphic design che carica la sua ultima foto su instagram. Per farsi un’idea di come suona basta raggruppare tutti gli aggettivi standard usati in ogni singola recensione di artisti legati al “genere”: “sognante”, “luminosa”, “eterea”, “dilatata”. La chillwave era un classico caso di gente nostaglica di un’era in cui non era nemmeno nata, perlopiù bianchi quasi-trentenni che smanettano al computer in camerette arredate secondo il feng shui.
Il genere fu inventato da Hipster Runoff, un sito che di solito si occupa di trollare tutta la gente più scema del mondo della musica. La particolarità della chillwave, però, non è tanto nel suo essere stata inventata per scherzo, quanto nel fatto che gli artisti che ci stavano dentro hanno fatto credere a tutti che si trattava di uno stile di vita. Da questa convinzione sono venute fuori cose bellissime, tipo un sociopatico rumeno che stalkava i suoi eroi online.
SEAPUNK
Se doveste fare una lista di tutte le cose che i punk odiano, è assai probabile che il mare sarebbe almeno in top 10. L’avete mai visto un punk in spiaggia? Neanche io. Come cazzo ce la cuci una toppa dei Varukers su un costume da bagno? Immagino sia proprio per via di questa contraddizione che il seapunk è diventata una roba di moda al’inizio del 2012 e un sacco di ex-pancabbestia ripuliti hanno iniziato a tingersi i capelli di azzurro o turchese perché, ecco, c’entra tipo l’acqua, credo… Per il resto, seguire questa moda significava anche ricoprirsi di smile, $, tao e vari simboli orientali a caso.
La cosa più bella è che, almeno sulle prime, il mare non c’entra un cazzo di niente, ma è stato tirato in mezzo solo perché qualcuno aveva capito male “c-punk”, che doveva essere un modo giovane di dire cyberpunk. Il new-york times ha definito il genere “uno scherzo musicale nato su internet“, e ci pare una definizione piuttosto accurata, anche se gli unici exploit musicali generati da questa faccenda sono Unicorn Kid e Ultrademon, e pure loro sembrano averla accannata coi delfini virtuali. Non che, comunque, questa estetica non abbia avuto una qualche influenza sul mainstream: Rihanna ne ha preso in prestito lo stile per una performance al Saturday Night Live, e Azealia Banks ha provato ripetutamente e in vari modi a montare sul carro.
VAPORWAVE
La Vaporwave è forse l’unico tra questi inesistenti sotto-generi ad avere sfiorato una qualche consistenza musicale e concettuale. Nato su Tumblr, 4chan e Bandcamp, sembrava una parodia della cultura yuppie, dell’estetica new age commerciale e del retrofuturismo anni Ottanta, realizzata realizzando una versione post-social network, adatta a riempire dei non-spazi come gli ascensori o l’attesa del call center di una banca, della musica ambient. Pionieri di questo stile sono stati James Ferraro, Daniel Lopatin, Sean Bowie e Macintosh Plus, la cui musica conteneva una specie di atmosfera distopica pop-digitale, incentrata sulla solitudine del mondo postmoderno. Una colonna sonora per l’era dell’austerity, se vogliamo.
Il nome era preso dal “vaporware”, un software annunciato ma mai messo sul mercato, allo stesso modo in cui certi intenti satirici—o perlomeno analitici—nei confronti del consumismo cognitivo di oggi che questa scena aveva mostrato, non hanno mai portato a niente di concreto. Un’occasione sprecata, perché alla fine si tratta solo di un mucchio di ragazzini ricchi del 2013 che giocano a fare i ragazzini ricchi del 1988.
ACQUACRUNK
Abbiamo capito che ai blogger piace un sacco dare nomi ai generi musicali. C’hanno fatto anche una maglietta. L’acquacrunk è nato da un promoter di Glasgow che l’ha messo sun un flyer per fare i coglione, senza volere indicare niente in particolare. Poi sono arrivati i blogger, e gli immancabili saggi critici e articoli sul Guardian che cercavano di infilare Rustie, Zomby, Flying Lotus e Hudson Mohawke dentro una stessa inesistente vasca da bagno piena di schiuma.
Sfortunatamente per loro, nessuno usa questa parola orrenda, anche se gli artisti chiamati in causa ne hanno trovata una ancora più orrenda: “wonky“, il che prova che non dovrebbe essere permesso ai musicisti di costruirsi da soli il proprio ghetto.
FLUTEDROP
Il flutedrop è nato dalla mente del producer spagnolo Edmundo Van Osteban III, anche noto come DJ Detweiler. Anche se sembra uno che ci prova con tua madre sull’autobus, Dettweiler ha avuto la geniale idea di manipolare classici della dance con la sua incredibile tecnica al flauto dolce, creando degli ibridi davvero originali e indimenticabili. Oggetto del suo trattamento #flutedrop sono già stati Miley, TNGHT e Vangelis. Chissà chi sarà il prossimo…