Quanto sono nella merda se Ryanair cancella il mio volo?

Tra le tante cose che odio, volare si posiziona indubbiamente tra le prime cinque: ogni turbolenza mi dà la certezza che morirò, la pressione durante l’atterraggio mi fa credere che le ossia del cranio mi stiano scoppiando (è una vera malattia, con un nome) e gli aeroporti mi deprimono.

Così tendo a usare questa tattica: il giorno della partenza arrivo in aeroporto il più in ritardo possibile, e penso al viaggio il meno possibile nei giorni che lo precedono. Sfortunatamente per voi, se avete in programma un volo con Ryanair questa tattica di rimandare tutto all’ultimo momento potrebbe risultare in un incubo molto peggiore di quello che è per me volare.

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Perché di recente è successo questo:

Ovvero: nella giornata di sabato, Ryanair ha annunciato che per le prossime sei settimane la compagnia annullerà circa 50 voli al giorno (2mila in tutto), in un’operazione che potrebbe andare a coinvolgere circa 400mila passeggeri in tutta Europa. La lista dei voli cancellati da qui al 28 ottobre è stata pubblicata in queste ore, e il titolo della compagnia è crollato in borsa.

All’origine di questa scelta c’è l’obiettivo di Ryanair di “migliorare la puntualità e riportarla ai livelli precedenti”—che, a quanto si legge in una nota ufficiale, sarebbe diminuita dal 90 all’80 percento nel corso dell’ultimo mese. Questo, insieme alle troppe ferie accumulate dai dipendenti, ha fatto sì che l’azienda abbia deciso di prendersi sei settimane per risolvere un po’ di intoppi e ripartire da zero.

Adesso, capisco che a chi ama volare, a chi ha aspettato stoicamente fine settembre per prendersi le ferie o anche a chi aveva in programma un weekend culturale ad Amsterdam nel prossimo mese questa notizia possa far girare molto le scatole. Ma di fatto, cosa rischia e cosa deve temere il viaggiatore che vede il suo volo comparire sulla lista nera?

A detta della compagnia, nessuno rimarrà fregato. Oltre a scusarsi per il disagio, Ryanair ha infatti dichiarato che “i clienti saranno contattati direttamente in merito alle cancellazioni e verranno offerti voli alternativi o rimborsi completi.” Per ottenerli, basterebbe recarsi sul sito della compagnia e riempire determinati moduli.

Ma si sa che quasi nessuno crede nel “ti richiamo io”, e un viaggiatore impanicato ha sicuramente bisogno di più rassicurazioni. Quindi, di nuovo, cosa può succedere?

Abbiamo provato a rispondere con “AirHelp“, portale di reclami per disservizi di volo.

Nel comunicato stampa rilasciato da AirHelp si legge che “meno del 2 percento degli aventi diritto richiede e ottiene risarcimento.” Contattato per mail, Lorenzo Asuni, Country Manager Italia di Airhelp, mi ha spiegato che la percentuale così bassa si riferisce al fatto che ben pochi conoscono e cercano di far rispettare questi diritti. Su questo punto, ha aggiunto, è importante sapere che la comunicazione di Ryanair non esenta la compagnia aerea dal dover riconoscere ai passeggeri i risarcimenti, e a doverli informare individualmente su eventuali modifiche.

Ma una volta superato lo scoglio della disinformazione, le prospettive migliorano—per i passeggeri. “Il caso di RyanAir è emblematico, dato che le persone stanno procedendo a chiedere rimborsi quando avrebbero diritto a risarcimenti nettamente superiori ai prezzi pagati, visto che vanno da un minimo di 250 euro a fino 600.”

In altre parole, tutti i passeggeri coinvolti, al di là di quanto hanno pagato il biglietto, possono avere diritto a un rimborso fino 600 euro, se la compagnia aerea ha fornito meno di 14 giorni di preavviso sulla cancellazione.

Il consiglio è quindi di stare molto attenti al giorno in cui si riceve la notifica per iscritto dell’annullamento del volo. Se invece si sceglie l’opzione di un volo alternativo, l’obbligo per la compagnia è “che non superi le due ore precedenti l’orario iniziale e che arrivi meno di 4 ore dopo il volo originale.”

Quindi, in pratica, al di là dello shock emotivo di dover rimandare un viaggio perché c’è chi deve smaltire ferie che voi dovrete rimandare, la situazione non sembra poi malaccio: sembra anzi ci sia la possibilità di uscirne con qualche soldo in più, o comunque di stabilire un’altra data in cui trovarvi con le ginocchia in bocca e il cranio che scoppia in mezzo alle turbolenze.

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