Ormai ce lo aspettiamo un po’ tutti: se a una manifestazione una persona fa qualcosa contro Salvini e la Lega, è quasi automatico che quella persona finirà dritta sulle pagine social del “Capitano.”
Oggi, per esempio, è il turno di una ragazza che tiene in mano un cartello con la scritta ”Meglio buonista e puttana che fascista e salviniana.” La foto, accompagnata dal commento “Che gentil signora” e dall’emoticon di una faccina che ride con le lacrime agli occhi, è stata pubblicata sui profili Facebook e Twitter di Salvini, e in breve si è riempita di commenti in cui la protagonista viene ricoperta di insulti.
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Come ha riportato la pagina Facebook “I sentinelli di Milano,” la foto è stata scattata sabato 2 marzo a Milano in occasione del corteo contro il razzismo e le discriminazioni.
Nel post viene spiegato che durante la manifestazione del 10 febbraio 2018, organizzata in risposta alla sparatoria razzista di Macerata, la ragazza aveva esibito un cartello con la scritta ”Stranieri, non lasciateci soli con i fascisti.” Anche quella foto era stata condivisa da Salvini, e anche in quel caso aveva scatenato una valanga di insulti.
La scritta sul cartello di questo sabato, insomma, era una risposta agli insulti e minacce ricevute proprio in quell’occasione (col paradosso che ora la ragazza viene attaccata proprio per l’uso di parole come “buonista” e, soprattutto, “puttana”).
Forse i commentatori delle pagine social di Matteo Salvini non si ricordano del precedente. Ma ricorderanno certamente che quella di pubblicare foto di questo genere è un’abitudine piuttosto consolidata delle pagine social del vicepremier. Giusto a febbraio, era stato messo alla gogna un gruppo di studenti che avevano manifestato contro Salvini in Sardegna, descritti come “La solita foltissima protesta incontrata stamattina in Sardegna, con pugno chiuso e ‘Bella Ciao’, perfetto duetto per il prossimo Sanremo! Un bacione anche a loro”
Anche in quel caso, i post erano stati riempiti di insulti da parte dei commentatori. Qualche mese prima, invece, erano state prese di mira tre studentesse che avevano partecipato al “No Salvini Day.”
Il problema, in tutti questi casi, riguarda lo squilibrio di poteri. Dove sta la differenza tra semplici cittadini (magari minorenni) che sfilano pubblicamente con cartelli contro Salvini, e il fatto che le pagine di Salvini riprendano le loro foto innescando una specie di linciaggio social? Semplice: nel fatto che vengono postati dal politico italiano che ha più seguito in questo momento. Lo squilibrio tra la visibilità che può avere un post dei social di Salvini e quella di un cartello esposto durante una manifestazione è enorme.
E se le parole con cui vengono accompagnati i post delle foto non sono apertamente denigratorie, di fatto attirano nei commenti e nelle condivisioni moltissimi insulti espliciti che gli admin non cancellano né nascondono—innescando così un circolo di legittimazione degli attacchi.
Come tutti gli altri post concepiti per alimentare la propaganda di Salvini, anche queste foto sono pensate per diventare virali alimentando gli istinti più bassi degli utenti. Ma allo stesso tempo, il loro potenziale è aumentato dalla capacità di triggerare gli oppositori di Salvini, che accorrono sulla pagina per commentare come questa pratica sia scorretta, spiegare il contesto della foto o, nel peggiore dei casi, insultare Salvini.
Il fatto è che anche questi ultimi post o ancora peggio le condivisioni non fanno altro che alimentare la famigerata ”bestia”. Che a questo punto andrebbe chiamata per quello che è: la pratica vigliacca di prendersela con chi è meno forte di Salvini, e di gettarlo in pasto ai propri seguaci.
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