Sì, c’è un libro interamente dedicato agli #artselfie

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Drake l’ha fatto al LACMA, Bey e Jay al Louvre. E non è un fenomeno che riguarda soltanto le celebrità; in questi giorni è una pratica comune documentare le nostre visite presso gallerie d’arte sotto forma di Art Selfie. Ma perché vogliamo vedere i nostri riflessi sul retro del Balloon Dog di Koons, o stare in fila per ore per scattare una foto all’interno di una delle istallazioni di Kusama?

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Nel suo post “Let Us See You See You” che risale al 2012, lo scrittore e curatore Brian Droitcour ha lanciato l’hastag virale #artselfie come “metodo di aggregazione per il turismo artistico e la documentazione di opere d’arte.” Droitcour ha scritto: “i social media danno alla vita una forma libera e mutevole, con i profili, i ritratti e gli aggiornamenti che verbalizzano e mostrano i numerosi cambiamenti nella vita di ognuno. Se lo specchio riflette un’immagine di noi, allora i social media sono uno specchio collegato a un telefono, che comunicano l’immagine di sé agli altri e creano nuove forme di dialogo a distanza.” Il fatto è: siamo davvero felici di immortalare il nostro profilo in un contesto culturale, o è piuttosto un esempio di FOMO artistica?

 

In ogni caso, l’#artselfie è diventato un fenomeno culturale abbastanza rilevante da essere documentato su un libro.

Pubblicato dall’editore parigino Jean Boîte, il libro #artselfie è un artefatto del presente che documenta per i posteri alcune caratteristiche della nostra generazione. Seguendo l’aggregatore di hashtag #artselfie online di DIS Magazine, il libro contiene selfie riflessi negli specchi di Christian Merget della mostra “ZERO: Countdown to Tomorrow” presso il Guggenheim, fino alla retrospettiva su Whitney Koons; da una serie di #artselfie che includono autoritratti illustrati, fino agli artistici meta-selfie, come quelli pubblicati su Instagram da Richard Prince.

In un estratto dall’introduzione, Coupland afferma, “I selfie sono specchi che possiamo bloccare […] I selfie ci permettono di vedere come gli altri guardano se stessi in uno specchio dal loro punto di vista.” L’idea di una “generazione selfie” solleva questioni circa i confini tra opere d’arte e il loro pubblico. Se un selfie contiene arte, non è allora arte anche il selfie stesso?

Scopritelo voi stessi nel libro di 128 pagine dedicato agli #artselfies, disponibile sia in francese che in inglese, che potete pre-ordinare cliccando qui.