Dato che la realtà è sempre troppo complessa per poterla manipolare direttamente, nel corso della storia abbiamo costruito una serie di modelli per ipotizzare il suo funzionamento. A seconda della loro complessità e della nostra capacità di verificarne la validità, questi modelli possono rivelarsi più o meno accurati.
Oggi, ad esempio, vi segnaliamo una simulazione dell’universo che modella l’evoluzione di milioni galassie all’interno di in un’area cubica dell’estensione di quasi un miliardo di anni luce. Si tratta del lavoro di questo tipo più accurato svolto fino ad ora, ed è opera di Illustris: The Next Generation (IllustrisTNG), ed il lavoro è stato trattato all’interno di tre paper pubblicato nell’ultima uscita del Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
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Per eseguirla sono stati necessari due mesi di lavoro di uno dei computer del High-Performance Computing Center Stuttgart che ha prodotto la simulazione per due volte producendo più di 500 terabyte di dati la cui analisi terrà impegnati gli studiosi per anni.
Non è la prima volta che segnaliamo simulazioni dell’universo. Tuttavia se le previsioni fornite dal modello su come i buchi neri influenzano la distribuzione della materia oscura nell’universo e la nascita di altre strutture cosmiche, e su come si svolge la formazione delle galassie e dei campi magnetici dovessero rivelarsi accurate, il tutto sarebbe di enorme aiuto per comprendere fenomeni che non siamo ancora riusciti ad osservare direttamente — oltre ad ipotizzare il loro sviluppo futuro.
Tanto per capirci, uno degli aspetti notevoli di questa simulazione in particolare è che gli ammassi di galassie riprodotte risultano assimilabili a quelli realmente osservati dai telescopi più potenti della Terra quando li si confronta, e questo porta a supporre che si tratti di un modello accurato.
Uno degli aspetti previsti dalla simulazione ancora da verificare, invece, è che le collisioni di galassie che portano alla formazione di galassie di dimensioni maggiori emettano luce stellare debole. Per verificare la bontà di questa supposizione, i telescopi dovranno andare in cerca proprio di questo tipo di segnali.
Insomma, due mesi per simulare una porzione di universo, diversi anni per capire la sua validità. E per oggi è tutto dal meraviglioso mondo dei modelli sulla formazione dell’universo.