Música

Il miglior album del 1997 nacque da un triangolo amoroso

Il 16 giugno 1997 sarà per sempre ricordato nella storia della musica come il giorno in cui i Radiohead diedero alla luce il loro terzo e più importante album OK Computer. Ma la sua lunga ombra finì per oscurare l’uscita di un altro grande album di un’altra band inglese innovativa: Ladies and Gentlemen We Are Floating In Space degli Spiritualized. E per quanto questi due album abbiano molte cose in comune, anzi, sembrino completarsi a vicenda (infatti gli Spiritualized fecero da supporto ai Radiohead nel tour nordamericano del 1998), Ladies and Gentlemen ha una connessione molto più profonda con un altro album che compie vent’anni: Urban Hymns dei The Verve.

Fin dai loro inizi, gli Spiritualized e i Verve erano fratelli celesti. Entrambe le band si formarono nel 1990, accomunate da un amore incontrastato per The Piper At The Gates Of Dawn dei Pink Floyd e per le droghe: Jason “J Spaceman” Pierce fondò gli Spiritualized dalle ceneri della sua band precedente, i campioni del trance-rock oppiomane Spacemen 3, mentre i Verve (allora ancora senza “The”), guidati dal carismatico Richard “Mad Dick” Ashcroft, erano una gang di adolescenti con la fissa dell’LSD. Entrambi producevano jam infinite, ma con stili diversi: Pierce preferiva lunghi droni effettati, mentre i Verve concepivano groove morbidi e riverberati. In seguito all’uscita del primo album degli Spiritualized, Lazer Guided Melodies, e il singolo di debutto dei Verve “All In The Mind”, nel 1992, le due band andarono in tour assieme. Nei due anni seguenti, sembrarono seguire un sentiero simile che conduceva all’adorazione di culto.

Videos by VICE

Gli Spiritualized sono sempre stati e sempre saranno Jason Pierce. Lo Spaceman magro dai capelli arruffati, come lo chiamavano, formò la band nel 1990 mentre gli Spacemen 3 crollavano a causa del suo rapporto conflittuale con l’altro Spaceman Pete “Sonic Boom” Kember, riconoscibile per il suo caschetto e gli occhiali da sole 24 ore al giorno. La colpa è da attribuire dalle direzioni diverse prese dai due songwriter e probabilmente alle droghe, ma non è da sottovalutare la presenza dell’allora fidanzata di Pierce, Kate Radley. Secondo Kember, Radley avrebbe rovinato i rapporti interni alla band seguendola ovunque, fosse lo studio, la sala prove o un concerto. Dopo l’implosione della band, Pierce reclutò i membri rimanenti degli S3 (a parte Kember) per la sua nuova band, Spiritualized. Dopo l’uscita del loro primo singolo, “Anyway That You Want Me”, Radley si unì alla band come tastierista, dando un volto a canzoni come “I Want You” e “If I Were With Her Now”. Dopo il suo ingresso nel 1991, Radley divenne sinonimo di Spiritualized quanto Pierce, comparendo in tutte le foto, anche senza il resto della band. Sembravano una coppia perfetta, concepita direttamente dal dio a cui lui faceva così spesso riferimento nelle sue canzoni.

Nel 1995, gli Spiritualized aggiunsero la dicitura “Electric Mainline” al loro nome e pubblicarono il magnifico Pure Phase, un album di R&B cosmico e trascendentale concepito per essere “ascoltato ad alto volume mentre si guida ad alta velocità”. I The Verve, nel frattempo, venivano costretti ad aggiungere il “The” al nome da una causa legale intentata dall’omonima casa discografica. A differenza di Spiritualized Electric Mainline, il nome The Verve fu per sempre. Anche loro pubblicarono un album, A Northern Soul, che seguiva il loro debutto del 1993 A Storm In Heaven. A Northern Soul segnò una svolta rispetto ai loro primi lavori di cavernoso psych-rock. Guidati dalla voce emotiva di Ashcroft, dal virtuosismo chitarristico di Nick McCabe e della produzione straordinaria del produttore degli Oasis Owen Morris, i The Verve raggiunsero la stratosfera del mainstream. Nonostante il disco fosse spiritualmente poggiato sulle spalle di Floyd e Zeppelin (vedi le roboanti vibrazioni basse di “Life’s An Ocean” o l’estasi festaiola di “This Is Music”), furono le ballate, “On Your Own” e “History”, ad aprire loro le porte della Top 30 e rivelare Ashcroft, a quel punto ribattezzato da Noel Gallagher “Captain Rock”, come uno dei più esaltanti autori di canzoni del Regno Unito.

I The Verve così sorpassarono gli Spiritualized ed entrarono nel jet set, ma non fu il loro successo a creare la separazione che poi avvenne tra le due band. Fu una questione personale. Nello stesso mese in cui i The Verve pubblicarono A Northern Soul, Richard Ashcroft sposò Kate Radley in segreto. Sì, avete letto bene: Ashcroft, non Pierce, sposò Radley. Questa bomba rimase nascosta fino al 1997, ma per due anni Radley continuò a suonare negli Spiritualized. Anzi, soltanto pochi giorni dopo il matrimonio, gli Spiritualized suonarono dopo i The Verve al Phoenix Festival di Stratford-Upon-Avon.

Nessuna delle due parti ha mai esplicitato se Ashcroft sia stato la causa della fine della storai tra Pierce e Radley. Forse è meglio così, lasciar stare i dettagli e godersi la musica che sembra essere scaturita dalla vicenda. Ma a quei tempi pre-social media, la storia di questo incredibile triangolo è riuscita a raggiungere la gente anche senza che i dettagli passassero per la stampa. Quindici anni dopo, Ashcroft ha offerto un raro momento di sincerità a Sirius XM, accettando anche la colpa per l’uscita di lei dagli Spiritualized. “Aprivo per il suo gruppo”, ha detto. “E ho visto questa ragazza saltare giù dal palco con quegli stivali e quella gonna corta. Mi sono detto: ‘Wow! Chi è quella? È bellissima’. E sono stato davvero fortunato perché era anche intelligente. È un bel bonus, lo dico ai ragazzi là fuori! Pensate di più a quell’aspetto. Io sono stato davvero molto fortunato. Dovreste ascoltare il suo gruppo, anche se lei non ci suona più. Probabilmente è stata colpa mia!”

La perdita di Radley dal punto di vista sentimentale sembrò allo stesso tempo devastante e ispiratrice per Pierce. Normalmente, avrebbe lasciato che le canzoni gli venissero spontaneamente, ma quando si mise al lavoro sulla scrittura di Ladies and Gentlemen nell’estate del 1995 raccolse 14 canzoni in 11 giorni. Secondo il membro della band Sean Cook, Pierce in quel periodo faceva uso di eroina, il che sembra confermato dal testo di “Home Of The Brave”: “A volte faccio colazione direttamente da uno specchio”. Altri versi come “C’è un buco nel mio braccio in cui finiscono tutti i soldi” (“Cop Shoot Cop”) e “Siamo solo io, l’ago nel mio braccio e il mio cucchiaio” (“Think I’m In Love”) insinuano che consumasse la polvere marrone per via endovenosa. Anche per uno che ha intitolato un album Taking Drugs To Make Music To Take Drugs To, sembra comunque un’ammissione piuttosto scioccante.

Naturalmente, col senno di poi, è l’angoscia sentimentale di Pierce e la sua presunta incapacità di guardare avanti che rende il disco un tale pugno nello stomaco. La prima voce che si sente in Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space non è quella di lui, ma quella di lei: Radley pronuncia le parole che compongono il titolo dell’album con una voce priva di emozioni. Si dice che la frase fosse un “messaggio d’addio” lasciato in segreteria per Pierce, anche se questa ipotesi non è mai stata corroborata, e sembra più una roba da gossip. Versi come “Sono fatto tutto il tempo, devo farti uscire dalla mia testa a forza di alcol” (“Broken Heart”) e “Tutto quello che voglio dalla vita è un po’ d’amore per scacciare il dolore” (“Ladies and Gentlemen We Are Floating In Space”) dipingono un’esplicita immagine di disperazione. Ma Pierce ha spesso negato che le canzoni parlassero della sua ex. A MOJO ha dichiarato: “Se non fosse per le interviste non ci avrei nemmeno pensato”. Ha anche sminuito ogni tipo di risentimento per essere stato lasciato per Ashcroft, come ha detto a NME: “Io le voglio bene e lei vuole bene a me. Questo è un fatto”.

Sorprendentemente, Radley rimase nella band ed è accreditata come suonatrice di organo, synth, piano e voce nell’album. Tuttavia, quando si trattò di suonare dal vivo, l’ufficio stampa degli Spiritualized dichiarò che soffriva di una “malattia misteriosa”.

Pierce ha detto che buona parte dell’album è stata registrata spontaneamente e che la maggioranza di quello che ascoltiamo sono prime take. Quindi la maggior parte del tempo l’ha passata a mixare l’album, un totale di 18 mesi. In origine, aveva chiesto a Brian Eno di fare un tentativo, ma lui era troppo occupato. Così Pierce cominciò una ricerca simile a quella, epica, di Kevin Shields per Loveless dei My Bloody Valentine, una ricerca della perfezione. Qualcuno potrebbe dire che l’abbia anche raggiunta. Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space non sarà venerato come Loveless, ma se lo meriterebbe. Questa è la visione di un uomo: un’odissea space rock orchestrale con tanto di divini cori gospel, eruzioni free jazz noise, blues paludoso e sfuriate garage rock, per comunicare il dolore che ha patito.

Quando Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space uscì, la stampa ancora non sapeva nulla del matrimonio tra Radley ed Ashcroft. Pierce dovette sostenere domande sulla loro relazione, considerando i testi, ma nessuno capì. E come avrebbero potuto? Per quanto ne sapevano, lui viveva ancora con i genitori di lei in quel momento. Mesi dopo, quando la stampa scoprì la storia, Radley ed Ashcroft divennero carne da tabloid e le loro vite si trasformarono in una soap opera (di nuovo, visto che questo è successo ai tempi del 56k, di Angelfire e di film come questo, tutto questo gossip non è mai arrivato online).

Pierce fece tutto quello che poté per sfruttare quest’attenzione con lo scopo di spingere il proprio capolavoro. Nonostante non avesse una vera hit che lo trascinasse, l’album fu un successo commerciale, arrivando al quarto posto della classifica UK e raggiungendo risultati considerevoli negli USA. Aiutò le vendite anche il bizzarro packaging a forma di medicinale, con tanto di blister di carta stagnola e bugiardino. Anche il concerto dal vivo al 114.mo piano della CN Tower di Toronto, riconosciuto dal Guinness dei Primati come il concerto più alto della storia, probabilmente vendette qualche copia.

Il packaging promozionale di ‘Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space’. Via Farrow Design.

I The Verve, nel frattempo, erano a un livello di fama quasi-Oasis. Dopo essersi sciolti (per la prima volta) nel 1995, Ashcroft cominciò a lavorare sulla musica che pensava avrebbe composto il suo primo album solista. Invece i The Verve si riformarono e pubblicarono la hit mondiale “Bitter Sweet Symphony” nel giugno 1997 (per la probabile soddisfazione di Pierce, la band fu costretta a pagare il 100 percento delle royalties della canzone a Mick Jagger e Keith Richards per aver campionato una versione orchestrale di “The Last Time” dei Rolling Stones). Questi inni nuovi, ottimisti—forse segnale della pace domestica raggiunta insieme a Radley—andarono a formare il loro terzo album, Urban Hymns.

I The Verve non riuscirono a sopravvivere (anche se si riformarono poi nel 2007 e incisero un quarto disco che più di merda non si può, per poi sciogliersi di nuovo), ma Ashcroft finì per tenersi sia la ragazza che la gloria. “Le droghe non avranno funzionato” per lui, ma vendersi invece gli è venuto benissimo. Facendo leva sul minimo comune denominatore—che ai tempi era stato chiamato Noelrock—invece di continuare con il loro catartico space rock, Urban Hymns divenne un album numero uno che vendette oltre dieci milioni di copie in tutto il mondo e rese Ashcroft una rock star.

Per lo più, Urban Hymns è ancora considerato un classico moderno, ma in retrospettiva sarebbe dovuto essere accreditato a “Richard Ashcroft & The Verve”. Perlomeno così fu trattato dalla stampa. Forse nel 1997, quando il britpop era ancora sulla bocca di tutti e gli Oasis erano—parole loro—il più grande gruppo del mondo, canzoni come “The Drugs Don’t Work” e “Lucky Man” erano candidate al posto di Singolo della Settimana, ma due decenni dopo di sicuro non suonano tanto diverse da questo. Forse trovare il vero amore non è stata la cosa migliore per Ashcroft, perché le cose non fecero altro che peggiorare quando i The Verve tornarono nel 2008 con Forth.

Lo stesso non si può dire di Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space. La creazione di Pierce è senza tempo; un coinvolgente, incontaminato e puro capolavoro che i critici non hanno mai potuto rimettere in dubbio. Questo può avere a che fare con il fatto che Pierce, a differenza di Ashcroft, non ha mai lasciato la propria strada.

OK Computer avrà conquistato i critici, e Urban Hymns avrà anche venduto un fantastiliardo di copie, ma Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space è la vera grande opera del 1997. È il suono di un uomo che racconta nel dettaglio come ha perso il suo cuore, il suo corpo e la sua anima nel corso di 69 ammalianti minuti.

Segui Noisey su Twitter e Facebook.