Il giorno in cui Lianne, 29 anni, di Londra, è andata a vivere con il suo ormai ex ragazzo, sei anni fa, ricorda di aver pianto. (Il suo nome è stato cambiato per la privacy, come quello di tante altre persone intervistate per questo articolo.) Il suo non è stato un pianto di emozione o di gioia: le è subito apparso lampante che da quel momento in poi avrebbe dovuto “prendere in carico tutta la gestione della casa.”
Nel corso di un anno di convivenza, questa paura è stata la realtà quotidiana. “Mi sono resa conto che fosse un bambinone quando è saltato fuori che non sapeva fare una lavatrice o rifare il letto,” ricorda Lianne. E, anche se lui ha fatto alcuni piccoli sforzi per “imparare” a fare i mestieri, sembrava “semplicemente incapace.” Ha rotto il suo coltello preferito, allagato la cucina, quasi scatenato un incendio “più di una volta,” e usava scomparire di tanto in tanto per sbronze epiche da tre giorni o più. “Aveva l’aria dispiaciuta, ma giustificava la sua ignoranza dicendo che i suoi genitori non gli avevano mai fatto fare alcun lavoretto di casa,” racconta. “Dettaglio importante: non viveva con i suoi da sette anni.”
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Questo comportamento, compresa la pletora di scuse che ne derivano, risulterà familiare a molte persone che hanno vissuto con uomini cisgender eterosessuali. Ma non è limitato a loro—tornerò su questo punto più avanti.
Soprannominati ‘bambinoni,’ queste persone adulte esibiscono tratti tipicamente infantili: ‘non si accorgono’ che ci sono i piatti da lavare o la spazzatura da buttare; usano la loro incompetenza come arma quando finalmente si decidono a fare qualcosa; rispondono con ingratitudine alle cure emotive e fisiche che l’altra persona nella coppia fornisce; e sono generalmente incapaci di prendersi cura di se stessi—e, talvolta, anche dei loro stessi figli.
Ora, questo fenomeno è stato ufficialmente confermato dalla scienza. Uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behaviour ha determinato che non solo i bambinoni esistono, ma la loro inettitudine è causa di un forte calo di libido nelle donne.
Ricercatori di università in Canada e Australia si sono posti il problema di quanto questo squilibrio possa spiegare perché molte donne in relazioni con uomini lamentino una diminuzione della libido. E hanno scoperto che quando le donne svolgono più lavori casalinghi del partner tendono a vederlo come un bambino dipendente dalle loro attenzioni. E ciò, come è lecito aspettarsi, riduce il desiderio sessuale nei confronti di quella persona. Le diseguaglianze nei lavori domestici sono state anche citate come motivo per cui più donne chiedono il divorzio rispetto agli uomini. (Recenti statistiche hanno rilevato che le donne svolgono il 60 percento in più di lavoro non pagato rispetto agli uomini.)
Secondo gli autori, fino a questa ricerca, la suddetta dinamica normativa non era mai stata studiata in relazione alla soddisfazione sessuale delle donne o del desiderio all’interno delle relazioni. Emily Harris, tra le firmatarie dello studio, lo spiega dicendo che “ci sono dei pregiudizi non detti” sul desiderio sessuale delle donne. “Uno di questi è che i cali di libido siano causati da fattori individuali, come ormoni e stress, o fattori generici legati al rapporto, come litigi e insoddisfazione. Ciò che sfugge a questi pregiudizi è il contesto generale della disuguaglianza di genere.”
La coautrice Sari van Anders aggiunge che molte persone trovano conforto in questi pregiudizi. “Cambiare gli ormoni o adottare metodi per ridurre lo stress sembra molto più facile che agire sulle disuguaglianze strutturali della società,” dice.
Il collegamento tra bambinoni e bassa libido non è passato inosservato alle donne che hanno frequentato—o convissuto con—questi uomini, tutt’altro. “Le nostre pulsioni sessuali sono totalmente morte dopo sei mesi di convivenza,” rivela Lianne. “Non ero più in grado di prenderlo sul serio ed ero arrabbiata per il mio ruolo nella relazione. Mi sembrava di essere sua madre.” Anche se ora ha una storia molto più felice ed equilibrata, Lianne dice che l’esperienza con questo uomo immaturo ha influenzato la sua idea di avere figli suoi. “Non riesco a immaginare di trascorrere diciott’anni e passa a pulire e mettere a posto per una persona che non apprezza il mio lavoro,” dice.
Emme Witt, scrittrice 48enne di stanza a Los Angeles, sa cosa significa crescere dei bambini e contemporaneamente avere una relazione con un bambinone. In realtà, le abitudini infantili dell’ex marito—in particolare il fatto di non aiutare con i lavori domestici—hanno iniziato a infastidirla soltanto dopo la nascita dei figli. “Improvvisamente mi sono resa conto che non soltanto dovevo occuparmi di tutte le faccende di casa, ma anche dell’educazione dei figli,” racconta. “Dovevo rimproverarli da sola—il mio ex arrivava addirittura a nascondersi in camera quando facevano i capricci. È stato estenuante.”
Come Lianne, Witt ha constatato che il comportamento dell’ex aveva l’effetto di azzerare il suo interesse sessuale per lui. Prima del divorzio, erano arrivati al punto del “matrimonio bianco,” cioè senza rapporti sessuali. “Ora che sto con un uomo capace non vedo l’ora di fare sesso con lui, perché sono piena di gratitudine per come mi tratta,” dice. “Lo vedo come un vero adulto, non come un ragazzino di cui mi devo prendere cura.”
Una caratteristica chiave del comportamento da ‘bambinone’ sembra essere lo schema per cui si ascoltano le lamentele della partner, si cambia atteggiamento per un breve periodo, e poi si torna alla situazione precedente.
“Quando gli facevo presente le mie critiche, si scusava tantissimo e si sentiva in colpa per avermi fatto portare tutto il peso delle faccende domestiche,” dice Katie, 24 anni, dal Nevada, del suo oggi ex ragazzo. (Il nome di lei è stato cambiato per proteggere il fragile ego di lui.) “Penso che il senso di colpa riuscisse a spingerlo a tentare di darmi una mano per un paio di settimane. Ma quando capiva che il lavoro non era finito lì e richiedeva uno sforzo continuativo, si arrendeva. Mi ha promesso che sarebbe cambiato un milione di volte, e non l’ha mai fatto.”
È il momento della domanda da un milione di dollari: perché succede? Jordan Dixon, psicoterapeuta londinese, ci spiega: “Molti umani faticano a prendersi cura di sé emotivamente e fisicamente. Questa fatica si manifesta in primis nella relazione con noi stessi, e poi—indovina un po’—si allarga alle nostre relazioni intime.” Le origini possono essere ricondotte a schemi imparati durante l’infanzia e nei primi rapporti.
Dixon respinge l’idea che i ‘bambinoni’ possano essere solo uomini. Secondo lei, chiunque può comportarsi da bambino in una relazione, indipendentemente da orientamento di genere e sessuale. Eppure, ammette di osservare che questa dinamica spesso scaturisce da aspettative di genere eteronormate. Dixon spiega che gli uomini spesso affrontano una pressione maggiore a conformarsi ai ruoli di genere convenzionali—che, nel loro caso, storicamente non includono i lavori domestici.
Allo stesso tempo, molti studi hanno dimostrato che le donne sono più propense ad assumere il ruolo di chi si occupa di prendersi cura degli altri. Questo deriva dall’aspettativa sociale che pende su di loro “di esistere per gli altri invece che per se stesse”—come scrive Simone de Beauvoir nel Secondo Sesso. Dixon spiega che ciò può portare a “burnout emotivo e fisico, anche conosciuto come ‘sindrome del donatore umano’”—che spinge chi ne soffre a svuotarsi emotivamente e, potenzialmente, a provare risentimento verso il partner.
Per quanto associamo l’idea del ‘bambinone’ con gli uomini cis etero, Dixon asserisce che il fenomeno si verifica regolarmente anche nelle relazioni omosessuali e non conformi al binarismo di genere. È questo il caso di Charley, 26enne di Londra, che ha vissuto questa dinamica in una recente relazione queer masc-femme. (Il nome è stato cambiato per sicurezza.) Andando a convivere durante il lockdown, Charley ha capito che l’altra persona non aveva idea di come prendersi cura di sé. Non puliva né cucinava, nonostante avesse “gusti molto particolari,” e faceva in continuazione i “capricci” o usava la sua incompetenza come scusa per non alzare un dito.
“Ad alcune persone mancano proprio le capacità e va insegnato come fare il minimo indispensabile passo dopo passo, ma altre si approfittano del fatto che tu sei disponibile a occuparti di certi lavori al posto loro,” dice Charley. “Gli uomini cis etero lo fanno sempre, ma si parla meno di quando persone di altro genere si comportano così. Se non vivi all’interno di una fantasia eteropessimista, ti renderai conto che queste tecniche manipolatorie vengono messe in atto da chiunque sia in condizione di farlo.”
Questo non significa che tattiche come questa non derivino da ruoli di genere eteronormativi o che non siano più comuni in relazioni eterosessuali.
“Chi raccoglie i frutti delle norme in vigore è meno propenso a metterle in discussione, anzi, spesso le appoggia attivamente,” dice van Anders. Ciò significa che gli uomini cis etero, avvantaggiandosi della convenzione sociale per cui le donne devono sobbarcarsi gran parte del lavoro domestico e di cura della famiglia, sono meno inclini a fare uno sforzo per cambiare lo stato delle cose. Le persone LGBTQ+—più frequentemente oppresse dall’eteronormatività—sono invece più propense a sovvertire questo copione.
Allora, qual è la soluzione per chi frequenta un bambinone, in particolare se—nonostante tutto—non vuole troncare la relazione? Questa è la posizione in cui si è ritrovata la 22enne inglese Annie. Dopo essere andata a vivere con il suo fidanzato a inizio anno, ha scoperto che non solo gioca ai videogiochi fino alle prime luci dell’alba, ma è incapace di fare i mestieri. E, peggio ancora, è permaloso, anche quando si tratta di critiche costruttive volte a migliorare la sua vita e la relazione.
“Lo prende come un attacco personale,” dice Annie, che ha provato ad affrontare l’argomento diverse volte. Ha anche suggerito metodi per gestire la divisione dei compiti—ma senza ottenere alcun risultato. “Mi fa sentire davvero a terra,” dice. “Io ci tengo a lui e lo amo, ma sento che sta passando. Sento che mi sto allontanando.” Per ora, Annie ha trovato una soluzione di fortuna, evidentemente non definitiva: “Proverò a non pulire quello che sporca lui per un po’ e vediamo cosa succede.”
Dixon avverte che vale la pena pensare se questa dinamica relazionale sia in parte facilitata dall’assunzione del ruolo di genitore/tutore da una delle due parti, che in questo modo rende più accettabile il comportamento da bambinone. In questo caso, rivalutare con sguardo imparziale ogni aspetto della relazione—compreso il rapporto con se stessi—potrebbe aiutare. Non dovesse funzionare—come è successo a tante persone intervistate per questo articolo—potrebbe valere la pena rivolgersi a un terapeuta. Se il problema è radicato troppo in profondità, forse è il caso di ripensare alla relazione completamente.
Per quanto riguarda il bambinone stesso, c’è una soluzione abbastanza semplice. “Gli uomini dovrebbero sobbarcarsi una porzione equa di lavori domestici,” dice Harris. “Il che vuol dire pensare criticamente alle cose per cui contano sui propri partner, compresa la pianificazione di eventi sociali e il sostegno emotivo per sé e per i figli.”
Van Anders aggiunge anche che gli uomini devono incoraggiare questi cambiamenti negli altri uomini. “Ciò porterà a relazioni più equilibrate, il che rifletterebbe valori che dovrebbero guidare tutti noi,” fa notare. “Con il potenziale bonus di esperienze sessuali migliori.”
Insomma, il bambinone non è solo dannoso per la società, ma anche per la sessualità. “I preliminari cominciano quando ci si sveglia la mattina. Se ti svegli con un milione di lavori domestici da fare e il partner si gira dall’altra parte, sarà difficile che ti ecciti,” conclude Katie. “I preliminari non servono soltanto a preparare il corpo, ma anche a preparare la mente. Se il tuo partner compie azioni che dimostrano che ha rispetto per te e vuole essere un compagno attivo nella tua vita, non c’è niente di più sexy.”