No, il 4 gennaio non scompariranno i tatuaggi a colori

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Giovedì 16 dicembre alcuni quotidiani e giornali online hanno diffuso la notizia secondo cui a partire dal prossimo 4 gennaio 2022, in seguito a una nuova normativa dell’Unione Europea, non sarà più possibile farsi tatuare con inchiostri colorati.

“Quel giorno,” come si legge in un articolo di Fanpage, “scatta infatti un nuovo regolamento europeo che vieta i tattoo con inchiostri colorati: saranno consentiti solo quelli in bianco e nero. O meglio, quelli che non contengono isopropanolo, un solvente che l’UE ha deciso di vietare […] perché in grado di irritare gli occhi, seccare l’epidermide, causare danni al sistema nervoso e sono potenzialmente cancerogeni.”

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La questione ha chiaramente scatenato un’ondata di panico e dibattito infinito, sia fra persone del settore che appassionate. Fra poco più di due settimane non sarà davvero più possibile farsi un tatuaggio a colori? I tatuatori che fanno dell’uso del colore la loro caratteristica distintiva dovranno reinventarsi? La risposta, diciamolo subito, è no.

COSA DICONO LE NUOVE NORME PER GLI INCHIOSTRI DEI TATUAGGI

Come mi spiega Yuri Basso, membro del consiglio direttivo della Confederazione Nazionale Tatuatori e Piercer (di cui potete anche leggere il comunicato stampa), il 4 gennaio 2022 entreranno effettivamente in vigore le nuove restrizioni emanate dal regolamento REACH (Registration, Evaluation Authorization and Restriction of Chemicals), che di fatto vietano alcune sostanze utilizzate per la formulazione dei colori.

“La nuova normativa vieta 4000 sostanze, e tra queste ci sono 27 pigmenti di colore: 25 di questi sono facilmente sostituibili con altri; gli unici due per i quali non si trovano dei sostituti sono il Blue15 e il Green7. Per conoscere il destino di questi due colori, però, bisognerà attendere il 2023 (esiste una petizione per salvarli, Save The Pigments, che attualmente conta più di 170.000 firme). Fino ad allora, però, il mondo del tatuaggio a colori non subirà restrizioni.”

Quanto all’alcol isopropilico (o isopropanolo) menzionato in molti articoli, questo fa effettivamente parte delle sostanze sterilizzanti e conservanti che il regolamento REACH ha messo al bando. In realtà, come mi ha spiegato Yuri Basso, è però contenuto in quasi tutti i colori: anche nella maggior parte dei neri e dei bianchi. Da questo punto di vista non esiste alcun discrimen fra pigmenti, quindi, in vista del 4 gennaio.

COSA CAMBIA DAL 4 GENNAIO 2022 PER I TATUAGGI

Il problema nel breve termine, semmai, riguarda le tempistiche di produzione e distribuzione degli inchiostri che non contengano le sostanze incriminate. Come ha argomentato bene la divulgatrice Beatrice Maudino in un suo lungo thread su Twitter, questa normativa europea era nota da tempo; “i produttori di inchiostri però”, mi ha spiegato Yuri, “non sono riusciti ad adeguarsi velocemente alle nuove restrizioni. Perché un conto è stabilire che una sostanza base può essere sostituita a livello chimico, ma poi le aziende devono creare inchiostri che abbiano anche un certo risultato a livello di resa del colore e durata del tatuaggio. La ricerca e i test sono andati per le lunghe, e in vista del 4 gennaio è possibile che alcuni produttori siano in ritardo e non riescano a coprire la distribuzione dei nuovi colori a norma su tutto il territorio europeo.”

Il punto, aggiunge Basso, “è che l’Unione Europea non ha consentito ai produttori e tatuatori di poter esaurire le scorte: una soluzione più ragionevole sarebbe stata quella di impedire da gennaio l’entrata sul mercato europeo dei colori non a norma, consentendo però una fase di transizione più prolungata. Molti si trovano adesso a dover buttare scorte che avevano acquistato nei mesi scorsi—un paradosso se si pensa alla vena questione della sostenibilità. Mi metti nella posizione di sprecare materiali e disfarmi di sostanze che sono anche difficilmente smaltibili.”

L’impatto della situazione sul mercato, secondo Basso, non si limiterà a questo. Per ovviare alle nuove normative e alle problematiche ad esse correlate in tempi brevi, le case produttrici hanno dovuto investire parecchio: “le materie prime, poi, costano dieci volte tanto quelle vecchie. Quindi i prezzi sono destinati a salire.” Il che, presumibilmente, significherà prezzi più alti anche per i tatuaggi finali.

LE CONSEGUENZE DELLE NUOVE REGOLE SUI TATUAGGI

A queste problematiche, infine, si è aggiunta l’ondata di informazione sensazionalistica e molto parziale. “Questo terrorismo dei giornali”, mi ha detto la tatuatrice Silvia Melis (aka Gatta Gnuda), “ha creato danni potenziali enormi. Siamo sotto Natale, ci stavamo preparando alle gift card e ad altre iniziative di questo genere, e magari molti clienti che volevano regalare un tatuaggio ci hanno ripensato. In un momento come questo, dopo una pandemia, quando tutti stiamo cercando di tornare a lavorare, non ci voleva proprio.”

“Il punto,” spiega il tatuatore Loris Dogana, “è che il mondo del tatuaggio, nonostante tutto, conserva ancora oggi un’aura di mistero per molti. Le mitologie prolificano, specie se i giornali puntano al sensazionalismo come in questo caso, e si crea un gran caos. Confusione che, per altro, sussiste di base nell’inquadramento del nostro lavoro: io, ad oggi, sono informato sulla questione soprattutto grazie ad altri operatori del settore, non ho ricevuto una direttiva nazionale dal Ministero della Sanità che mi informi sui cambi di norma. L’unica cosa positiva di questa situazione è che il mondo del tatuaggio ha creato un dialogo interno, nel tentativo di fare chiarezza.”

Ricapitolando, dunque, dal 4 gennaio potrete ancora farvi i tatuaggi a colori, perché quasi tutti i nuovi inchiostri a norma di legge sono in arrivo. Fanno eccezione i pigmenti blu e verdi sopracitati, di cui però si saprà il destino (se verranno cioè bannati) l’anno prossimo. La domanda piuttosto riguarda gli effetti a breve termine che i cambiamenti di normativa potrebbero avere per i tatuatori a livello di forniture e costi—problemi che, sicuramente, non sono stati resi più digeribili dai titoli dei giornali di questi giorni.