A fine marzo 2022 la Corte Costituzionale della Corea del Sud ha deciso di confermare il divieto esistente sui tatuaggi, suscitando la rabbia delle tante persone nel paese che tatuano per mestiere o amano i tatuaggi in generale.
Per anni, le persone che lavorano come tattoo artist hanno trovato modi per sfidare e aggirare una legge che le trasforma in criminali a tutti gli effetti, perché permette solo a chi ha un titolo in medicina di effettuare la procedura.
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Il verdetto, con cinque voti contro quattro, sostiene che un artista di questo tipo non disponga delle qualifiche mediche per trattare in modo appropriato i clienti prima e dopo la procedura, ma un gruppo sindacale composto da 650 tatuatori e tatuatrici si è opposto duramente alla sentenza.
“Sembra uno scherzo,” dice il capo del sindacato e tattoo artist Kim Do-yoon, meglio noto come Doy, che ha tatuato svariate star del K-pop e celebrità di Hollywood, tra cui Brad Pitt e Lily Collins.
“È una sentenza ancora più patetica di quanto ci aspettassimo,” dice Kim a VICE World News. “Non convinceranno mai nessuno del fatto che tatuare sia un’attività medica. Nessuno la pensa come loro.”
Da aprile del 2021 ad aprile 2022, stando a un sondaggio creato dal sindacato, almeno sei tattoo artist sono stati condannati al carcere nel paese, in media per due anni. Kim stesso ha ricevuto una multa da quasi 4.000 euro a dicembre 2021, quando un video di lui che tatua un attore coreano è diventato virale su YouTube. Ha giurato di battersi contro la pena.
Chi ama i tatuaggi in Corea del Sud dice che la legge non sta al passo con la crescente domanda e la popolarità di questa forma d’arte, specialmente tra le persone più giovani. Un sondaggio fatto da Gallup Corea l’anno scorso suggeriva che quattro su cinque persone sui vent’anni in Corea del Sud vogliono che le restrizioni sui tatuaggi siano abolite. In generale, il 51 percento delle persone che hanno risposto al sondaggio era favorevole a cambiare la legge, mentre il 40 percento era contrario.
“La legge non riflette il mondo reale. Il numero di persone che si fa tatuare sta crescendo rapidamente. Le persone vogliono farsi tatuare da artisti e artiste, non da medici,” dice a VICE World News Lim Bo-lan, direttrice della Korea Tattoo Federation, aggiungendo che vorrebbe organizzare una manifestazione con cui chiedere la legalizzazione totale dei tatuaggi.
I tatuaggi fatti da persone che non hanno titoli in medicina sono illegali dal 1992, quando la Corte Suprema ha deciso di classificare la pratica come servizio medico. Nel 2016, il collegio di nove giudici della Corte Costituzionale ha confermato il divieto con 7 voti contro 2.
Dal canto loro, le associazioni mediche del paese insistono da tempo nel dire che la legge ha ragione, perché la procedura potrebbe essere pericolosa.
Nel confermare la norma, la Corte Costituzionale ha dichiarato che i tatuaggi possono causare infezioni e altre complicazioni, ma Lim ribatte che la sicurezza può essere garantita con corsi specifici.
Esiste anche un tabù associato ai tatuaggi nel paese, poiché, storicamente, erano usati per marchiare in modo permanente criminali e persone in stato di schiavitù. Hanno poi acquisito una connotazione direttamente criminale quando si è iniziato a sfoggiarli apertamente per mostrare l’appartenenza a questa o quella gang.
Ad oggi, artisti e artiste devono coprire i propri tatuaggi prima di esibirsi in televisione. Per esempio, Jungkook, membro della band K-pop BTS, indossa spesso maniche lunghe e fasciature.
Il divieto ha portato alla nascita di una fiorente industria underground dei tatuaggi—e almeno un milione di persone in Corea del Sud ha un tatuaggio, stando alla Korea Tattoo Association.
Lim dice che alcune cliniche assumono in segreto tattoo artist per eseguire la procedura al posto del personale medico.
“I medici non sanno fare arte e non vogliono neanche farla,” dice.
Avere tatuaggi è motivo di stigma anche in altri paesi dell’Asia; in Giappone è stato stabilito dalla Corte Suprema che chi fa tatuaggi non avrebbe più avuto bisogno di una licenza medica per la sua attività solo nel 2020. Mostrare i tatuaggi (o altre forme di body art) in pubblico resta comunque controverso, perché ancora fortemente associati all’organizzazione criminale della yakuza.