_Attenzione: @snake___pit è decisamente NSFW. Al punto che è stato difficile trovare immagini da inserire in questo articolo._
Se hai mai esplorato le profondità dell’Instagram dedicato ai tatuaggi—passati i disegni minimali, le maniche ombreggiate intere, le citazioni in corsivo e le molte, infinite rose—c’è una buona possibilità che ti sia imbattuto in un account chiamato @snake___pit. Gestita dal tatuatore Casper Mugridge, la pagina non documenta i tatuaggi migliori del mondo, ma quelli che ti costringono a fermarti mentre scrolli e dire “non posso credere che qualcuno si sia fatto tatuare davvero un pene sul corpo.”
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Genitali (troppi), sesso, parole scritte male e, in un caso, il tatuaggio di una bevanda famosa impresso sulla fronte, sono tutti presenti all’appello su Snake Pit. A quanto pare, restare sconvolti è esattamente ciò che il pubblico di Casper vuole, considerato che il profilo conta oltre 600.000 follower. E sono in molti, oggi, a sperare di finire sulla pagina.
Abbiamo chiamato Casper per parlare di come è gestire @snake___pit, di quel non-so-che che serve per comparire nel mucchio, e del perché tatuaggi così orribili sono tanto popolari.
VICE: Ciao Casper. Quando hai aperto @snake___pit e perché?
Casper Mugridge: Ho iniziato nel 2016, quattro anni fa. Avevo altre pagine prima, in qualche modo simili. Sono state chiuse da Instagram. Ho imparato con le cattive quanto potessi spingermi in là—a quanto pare la riga del culo è il limite del non più accettabile. Ora so cosa rischia di essere bannato e cosa no, e penso che sia questo il motivo per cui questo account ha avuto più successo. Sono sorpreso comunque da quanto è diventato grosso.
Originariamente, pubblicavo solo tatuaggi brutti, ma non sono infiniti. E le persone non fanno foto di tatuaggi brutti—devono essere davvero terribili per finire online; e solo perché un tatuaggio è brutto, non significa che sia anche interessante. Ecco perché ho iniziato a esplorare e pubblicare tatuaggi che sono più strani che brutti. Ma anche di quelli ce n’è solo un numero finito. Allora ho deciso di approfondire roba davvero razzista, e lì si è aperto un mondo. Le persone adorano quella roba. Penso—almeno per quanto riguarda i tatuaggi—che non ci sia più niente di davvero sconvolgente. Ti tatui un teschio—mica è scandaloso. Ti tatui un pene? Be’, complimenti. Parliamone. E se all’inizio postavo solo quello che la gente mi mandava, ora la situazione si è evoluta e le persone fanno di tutto. Si fanno tatuare apposta per finire sulla pagina. E per un tatuatore è motivo di orgoglio essere pubblicato.
Hai un seguito davvero ampio—quand’è che i numeri hanno iniziato a salire?
Era così così quando pubblicavo solo tatuaggi brutti e strani, ma appena ho iniziato a mettere roba pornografica o razzista, i numeri sono schizzati. Ho altri due account grossi, e li ho usati per pubblicizzare la pagina all’inizio, ma dopo ha fatto tutto da sola. E se prima dovevo fare ricerca per i contenuti, ora sono i contenuti a venire dritti da me.
Quante richieste ricevi in una settimana, in media?
Non lo so neanche io. I miei DM sono “99+” sempre—devo solo aprirli e vedere cosa le persone mi hanno mandato. Ho rifornimenti infiniti, e sono sconvolto.
Quali sono i criteri con cui scegli i tatuaggi da postare?
Prima di tutto, cerco di non pubblicare qualcosa che ho già mostrato. Lo faccio da abbastanza tempo da sapere cosa funziona per la pagina e cosa merita solo un posto nelle story. Le cose meno buone vanno nelle storie, quelle veramente pregiate nella griglia.
C’è una qualità indescrivibile che rende un tatuaggio “pregiato”?
Sì.
Secondo te perché alle persone piace tanto vedere tatuaggi come quelli che raccogli tu?
Perché sono esattamente così. Per il momento di shock che provocano. Anche se hai tatuaggi, resti sconvolto. A me personalmente non succede più spesso, ma a prescindere dal fatto che tu abbia tatuaggi o meno, è folle e ti dici “merda, non mi farei mai tatuare quella roba. Qualcuno l’ha fatto e ora ce l’ha addosso per sempre.” Ogni tanto mi arriva qualcosa che non posso pubblicare—so per certo che sarebbe segnalata subito.
Ci sono posti da cui ti arrivano più spesso tatuaggi strani?
Forse l’Europa. Le persone lì sono più disposte a fare una follia. Vedo la stessa cosa con le mie altre pagine—in America del Nord sono immagini più tranquille, sempre negli stessi punti del corpo. Mentre la roba che arriva da altre parti del mondo è molto diversa per soggetto e posizione.
Quali sono stati i post di maggior successo? Perché, secondo te?
Il più clamoroso, di cui mi sono accorto per il numero di commenti e like, è stato uno in cui un tizio si era tatuato un gigantesco cavallo sul torso e il cazzo del cavallo coincideva con il cazzo del proprietario. Ed era enorme. Era grande tutto il suo torso. Puoi googlarlo. Era allucinante. E gigantesco. In genere prendo dai 6.000 ai 15.000 like a immagine, ma quella è arrivata a 67.000. Assurdo.
Hai qualche preferito?
Direi tutto quello che non è necessariamente fatto bene, ma è molto bizzarro. Uno dei miei preferiti è un tatuaggio che ho pubblicato parecchio tempo fa—era un gatto disteso su una boccia per pesci, e il cazzo del gatto tocciava nell’acqua, con il pesce rosso che glielo succhiava. Era davvero strano, e veramente fatto male. Ma aveva un suo perché. Qualcuno all’epoca ha commentato, “che bella idea. Me lo farei fare volentieri.”
Tu hai qualche tatuaggio addosso che meriterebbe di finire su Snake Pit?
No. Ho iniziato a farmi tatuaggi molto tempo fa e qualcuno non è più tra i miei preferiti, ma nessuno è a livelli da Snake Pit. Non sono divertenti. A un certo punto, forse dovrei farmene uno dedicato apposta a Snake Pit. Dovrei, sì.
Cosa speri che riservi il futuro per la pagina?
Voglio che continui a essere fatta bene, quello è chiaro. Ma voglio anche che cresca da sola. Io cerco solo di restare sull’onda finché dura, perché so che potrebbero togliermela in qualsiasi momento. Basta beccarsi qualche segnalazione e Instagram ti banna. Potrebbe succedere domani, potrebbe succedere tra due anni. Realisticamente, so che prima o poi scomparirà in un bolla di gloria, quindi cerco di trarne il meglio finché posso.