Música

Dopo aver visto il nuovo video dei The Body non saprete più che cos’è la felicità

Foto per gentile concessione degli artisti.

Sulla carta—prima di premere play—i The Body sembrano presentare il proprio nichilismo in bocconi facilmente digeribili, con titoli di canzoni, titoli di album, slogan da t-shirt. I due tizi barbuti responsabili del casino, Chip King e Lee Buford, sono davvero bravi a tirare fuori dal nulla titoli di dischi incredibilmente sconfortanti e distopici; ricordiamo grandi hit della disperazione come I Will Die Here e The Cold, Suffocating Dark Goes On Forever and We Are Alone, e collaborazioni deprimenti come Nothing Passes e You, Whom I Have Always Hated. King e Buford amano chiaramente la propria arte e adorano fare musica con i loro amici, band come Thou, Krieg e il coro Assembly of Light, ma non lo indovineresti mai basandoti soltanto sul puro disagio della musica che producono. È una strana contrapposizione, eppure funziona bene—a volte troppo bene. C’è da chiedersi come riescano a uscirne e a sfuggire a quell’enorme carico di oscurità dopo averle conferito una vita fatta di frequenze basse e urla stridule. Forse non ci riescono proprio.

Il nuovo, abrasivo full-length dei The Body No One Deserves Happiness è davvero il più estremo, però, dal punto di vista del buio perpetuo delle sue atmosfere. L’album è pieno di momenti power electronics, dei famosi ululati sofferenti di King e delle melodie vocali angeliche di Chrissy Wolpert del coro Assembly of Light, e ha un incedere da animale ferito. Le radici della band rimangono ben piantate nel doom fangoso e nel drone, ma ora sono seppellite da così tanti strati di disagio che è difficile anche classificare questo album come “metal”—è soltanto musica estrema, soprattutto estrema, estremamente estrema.

Se pensate di essere in grado di sopportarlo, premete play sul video di “Two Snakes” qua sotto, e rendetevi conto che a partire dal 18 marzo No One Deserves Happiness (su Thrill Jockey).

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