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The Bug è tornato

Negli angoli più reconditi del dub c’è un animale mutante che si rifiuta di morire: il suo nome è “Skeng.” Da quando è uscita per Hyperdub nel 2007 con il suo devastante remix di Kode9 e giri vocali impazziti di Flow Dan e Killa P ha spezzato più di un collo sul dancefloor, diventando immediatamente un classico dell’underground, nonostante la scena dubstep ai tempi stesse ancora muovendo i primi passi nella popolarità. È assai probabile che anche in questo preciso momento “Skeng” sta mietendo vittime, nel frattempo il genitore responsabile della bestia produce ancora esserini scalcianti con uno sguardo lucciante e vagamente demoniaco.

Con il suo progetto solista The Bug e la band King Midas Sound—immaginatevi Björk, Barry Adamson e i Massive Attack che ululano nel vento insieme—il rimpasto roboante di dub, ragga, grime, dubstep, hip-hop, e techno che esce dalle mani di Kevin Martin è stato consacrato definitivamente nel 2008 con London Zoo, uno dei pochi dischi del mondo dubstep uscito indenne da ogni passaggio di mode, mettendosi su un livello così alto da complicare molto ogni possibilità di mosse ulteriori. Pare comunque ce l’abbia fatta: Angels & Devils, il suo nuovo disco, sembra già essere collocato tra quelli difficili da dimenticare.

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Guardando l’elenco delle tracce saltano all’occhio tantissime interessanti collaborazioni: Death Grips, Liz Harris (di Grouper), Gonjasufi, Copeland (una dei due Hype Williams), Flow Dan, Miss Red, Justin Broadrick (con cui ha condiviso mille progetti: Techno Animal, Ice, Curse Of The Golden Vampire…), Manga (dei Roll Deep), e Warrior Queen, una line-up di pesi massimi quanto il sound di Kevin Martin. Per celebrare la notizia della nuova uscita, nell’attesa di spaccare le pareti delle nostre sale d’ascolto ballando, siamo andati a Berlino a incontrare The Bug, per parlare delle dicotomie messe in gioco nel suo ultimo lavoro e di come le sofferenze della vita lo abbiano alimentato.

Intanto, qui sotto, potete… uhm… ascoltare in streaming le due tracce di Angels & Devils in collaborazione con Gonjasufi e Death Grips.

Noisey: Come mai questo trasferimento Berlinese? Com’è vivere qui anziché nel London zoo?

The Bug: Beh, ci sono varie motivazioni, prima tra tutte l’attuale governo britannico e il suo discutibilissimo primo ministro. Idioti della destra parlamentare che accusano gli stranieri di essere la causa di ogni problema del paese anziché prendersela con i colpevoli evidenti: le multinazionali strapagate, i banchieri avidi, i politici arricchiti. Sta diventando impossibile per chiunque non abbia un passaporto europeo riuscire a vivere lì, la mia fidanzata è giapponese e non poteva più stare in Gran Bretagna per problemi di visto, tantissimi altri miei amici asiatici hanno dovuto lasciare il paese. Questa insomma è stata la motivazione di base. Parlando più genericamente, Berlino è davvero molto più economica di Londra, dove stavo finendo a vivere in un posto terribile chiamato Poplar: è un mix di residenti infelici e molto poveri, gang di strada molto pericolose e appartamenti davvero cagosi. Ho capito che la mia vita a Londra non era più vita, si trattava solo di sopravvivenza: era giunta l’ora di un cambiamento. Ho sempre avuto un certo interesse per Berlino, tutta la storia delle scene alternative e quell’attitudine rilassata, avevo già molti contatti in campo musicale conosciuti durante vari tour negli anni: la crew di Hard Wax, i ragazzi di Shitkatapult, quei fuori di testa di Small But Heard, gli amici di Digital Hardcore, Mark Ernestus, i Modeselektor… Berlino ha davvero una gran bella popolazione, se la confronto con Londra non c’è paragone, a Berlino mi sembra sempre domenica, è tutto rilassato e spazioso e qui sta per nascere mio figlio, quindi… mein kinder ist ein klein Berliner!

Com’è lavorare agli studi di Nalepastrße? In che modo questa cosa ha influenzato il tuo lavoro su Angels & Devils?

Mi piace tantissimo l’atmosfera del Funkhaus. È in un bel posto sulle rive della Sprea, e, ancora più importante, è un luogo isolato. Non mi sono trasferito a Berlino per andare in giro per club a devastarmi, mi sono spostato qui per mettere radici e lavorare. Mi piace l’idea di una comunità di artisti e la bellezza di alcune di quelle stanze—non quelle che mi sono state assegnate sfortunatamente—ma raramente dedico del tempo a interagire con chi ho intorno, vado lì per lavorare, quindi corro a chiudermi dietro alla porta della mia stanza appena arrivo. La scorsa estate ci ho mixato tutto il mio ultimo disco anche se dovevo farmi portare lì in sedia a rotelle dalla mia ragazza tutti i giorni visto che avendo lesionato il tendine d’achille non sono stato in grado di camminare per mesi. Credo che questo strano mix di bellezza e sofferenza abbia influenzato senza dubbio tutto il processo di mixaggio.

Chi ha curato la grafica per Angels & Devils?

L’ho fatto io, ma ho lavorato braccio a braccio con Simon Fowler, un illustratore incredibile che aveva già lavorato con Earth e Sunn O))). L’aspetto estetico è un tratto fondamentale di tutto il disco, è un corpus unico, in cui sono riflesse tutte le tematiche dei pezzi che ho suonato.

La mia prima impressione su questo disco è che sia tutto giocato su forti contrasti…

Sì, l’album è costruito sull’esplorazione degli estremi a livello sonoro e soprattutto emozionale. Ho deciso che volevo un album basato su due metà in contrasto e conflitto tra di loro, ragionandoci a posteriori l’idea era probabilmente ispirata all’incredibile lavoro di Brian Eno su Low di David Bowie che era stato prodotto, guarda caso, proprio a Berlino. Da un lato volevo confondere le aspettative, dall’altro spingere le cose ad un livello ulteriore, verso luoghi sonori più intensi. Sì, temo di essere stato allo stesso tempo molto inserito nel territorio e misantropo.

Angels & Devils, il nuovo disco di The Bug uscirà per Ninja Tune il 25 agosto.